L’automobile della Polizia Locale con due agenti a bordo attraversa impazientemente il viale di fronte alla stazione di Porta Genova Milano. Si ferma senza indugio. Dall’automobile corrono giù le due agenti.
Una mentre si sistema i suoi ricci ribelli e biondi che li scendono sulla fronte con un’abbondante traspirazione, brontola un componimento in versi di vocaboli sconci e riprende roteare un bellissimo braccialetto colorato (tipico delle bancarelle) sul suo polso. L’altra, invece, è ferma davanti allo sportello dell’automobile, fumando nervosamente una sigaretta macchiata di rosso da un lipstick sicuramente acquistato in qualche occasione di vendita promozionale. La fermata dell’autobus è affollata. Numerosi passeggeri incuriositi dalle urla si avvicinano da ogni parte creando un cerchio per assistere all’ennesimo penoso scenario: un signore straniero che cerca di spiegare alla vigilessa perché si trova in quel posto in quel momento con la sua bancarella e i suoi prodotti. Ha un foglio stropicciato in mano in cui si intravedono timbri e francobolli diversi. “Avete rotto i co….ni”, scatta l’altra agente dopo aver gettato la sigaretta davanti all’entrata di un parcheggio. “Portiamo via tutto, sequestriamo queste schifezze”. “Poveretto” dice una signora che aveva appena comprato un cappellino bianco per proteggersi dal sole. “Poveretto un c.zzo”, ribadisce l’agente mentre ordina l’uomo a raccogliere la sua merce e metterla in un sacchetto.“Ma capo, io sono fornito di un documento dopo aver pagato dei soldi. C’è scritto che potrei vendere i miei articoli. Dia un’occhiata, non portarmi via le mie cose, ho dei figli e ho bisogno di questo lavoro. La prego”. L’agente con rossetto da discount, infastiditaprende in mano il foglio stropicciato che il commerciante agitava in aria disperatamente. Scorre con gli occhi senza togliere gli occhiali da sole e si rivolge alla sua collega: “dai lascialo stare, andiamocene via a questo punto. Per favore non insistere”.
Restituiscono il foglio stropicciato al signore e senza guardarsi intorno cercando di evitare gli sguardi dei testimoni, montano in macchina e vanno via, lasciando la folla attonita. La signora del cappellino bianco si avvicina al commerciante e appoggiandogli una mano sulla spalla gli chiede: “signore, va tutto bene? Come mai tutto questo pasticcio?”. Lui sembra di essere appena uscito da un temporale. Il suo viso è inondato di lacrime, pulviscolo e sudore. Gli trema il labbro inferiore e lo sguardo è simile a quello di chi sa di essere scosso ingiustamente. Il Tram arriva. La folla si disgrega sbalordita dopo aver sentito l’ultima citazione del signore straniero: “fra il dolore e il nulla io scelgo il dolore. Bisogna avere coraggio, questo è un mondo selvaggio”.