Pubblichiamo l’intervento del professor Giovanni Armillotta durante l’evento del 12 giugno organizzato da Albania News.
Saluto gli illustri convenuti e il gentile pubblico, e ringrazio l’editore e direttore editoriale Olti Buzi, il vicedirettore, Darien Levani, ed il direttore responsabile, Giulia Bondi, per aver offerto al mio intervento sì ambìta tribuna nonché platea nel corso della giornata di studi “Porti Cittadini – Culture in crescita fra Italia e Albania” oggi, sabato 12 giugno 2010, in Modena presso il Centro ‘Francesco Luigi Ferrari’. Unisco al mio omaggio, gli auspicî di Giuseppe Montagna di Paolo del Colle (Bari), e di Giovanni Nappi di Brescia che – per questioni indipendenti dalla propria volontà – non hanno potuto presenziare alla manifestazione.
È un vero onore essere qui oggi fra “i pochi – i felicemente pochi – un manipolo di fratelli” – come ci ricorda Shakespeare nella Scena terza-Atto quarto dell’Enrico V – fratelli che il 20 marzo di due anni fa dettero vita a quest’iniziativa. Ed è per me maggior vanto aver principiato a collaborare ben una settimana addietro, ed esattamente il 13 marzo, quando AlbaniaNews.it era ancora in fase sperimentale.
Auspico che questo mio breve intervento risulti soddisfacente e pure compilativo, sia in funzione delle mie modeste conoscenze, che nell’entità del vasto oggetto in sé.
L’Albania e l’Italia, ebbero ed hanno in comune quattro settori ben definiti della stampa periodica:
SETTORE N. 1. Albanesi di-e-in Italia che pubblicano testate in italiano, e questo dal sec. XIX, come «L’Albanese d’Italia», ‘Giornale Politico Morale Letteraio’ (1) uscito la prima volta il 23 febbraio 1848; fondato a Napoli dal grande letterato, nazionalista e rivoluzionario arbëresh Jeronim de Rada (1814-1903), sino al quotidiano italiano ‘on line’ «AlbaniaNews.it» e al diario in albanese «HermesNews.org» (Ancona, diretto da Doriana Metollari). A questo proposito, prossimamente il Comandante Paolo Muner, pubblicherà uno studio in argomento a partire dai giornali albanesi editi a Trieste sin dal sec. XIX.
SETTORE N. 2. Italiani che editano testate in italiano in Italia sull’Albania: su ciò lo scorso 9 dicembre ho scritto su AlbaniaNews.it ‘«Noi. Albanesi in Italia», il primo giornale italiano in lingua italiana degli anni Duemila dedicato all’Albania’ (f. 2000 a Mortara, Pavia, con direttore responsabile, Sisto Capra), ed ho limitato l’analisi di tali testate al periodo fra la fine della seconda guerra mondiale sino ai giorni nostri. In seguito vinsi il II Concorso Nazionale Giornalistico arbëresh ‘Lidhja 2003’ parlando di «Realtà Albanese» (f. 1988 a Roma, con direttore responsabile, Rodolfo Valentini): rivista dell’Associazione Nazionale Italia-Albania – i cui presidenti furono Pier Francesco delle Sedie ed Arturo Foschi – seguìta ad «Albania Socialista» (f. 1968 a Roma, con direttore responsabile, Corrado Corghi).
SETTORE N. 3. Arbëreshët, e Albanesi in Italia, che pubblicano periodici in italiano e in albanese. Ricordiamo l’autorevole e diffuso periodico arbëresh «Lidhja», f. nel 1980 e diretto dal Protopresbitero Papàs Antonio Bellushi, per continuare con gli “italiani” «Bota Shqipare» e «Shqiptari i Italisë» (Roma) – f. 1999 e 2004 e diretti da Roland Sejko – che editano anche articoli in lingua italiana. Altri sono «Rrënjët», mensile di attualità e cultura italo-albanese diretto da Hasan Aliaj, f. nel 2003 a Grottaferrata (Roma); poi: «Bollettino di Grottaferrata», «Flamuri i Arbërit», «Katundi ynë», «Nazione Albanese», «Rassegna di studi albanesi», «Vatra», «Ylli i Arbëreshëvet», «Zëri i Arbëreshëvet», «Zgjimi», «Zjarri», ed il recentissimo «Zëri i Arbërit», iniziato ad uscire nel Saluzzese (Cuneo) giovedì 3 giugno scorso.
SETTORE N. 4. Italiani che pubblicano giornali in italiano ma in Albania, episodio collocato strettamente al tempo in cui l’Italia e Albania formavano l’Unione Personale fra il 1939 e il 1943. Da non confondere, in questo punto, il caso dell’edizione albanese de «La Gazzetta del Mezzogiorno» di Bari avviata nella prima metà degli anni Novanta a Tirana.
E mi soffermerò proprio sul perioodo 1939-1943.
* * *
Nell’ambito delle numerose iniziative assunte negli anni durante i quali Italia e Albania erano in Unione Personale – realizzazioni di carattere amministrativo, urbanistico e di sviluppo economico, con legge N. 546 del 7 dicembre 1940, pubblicata a Tirana sulla «Fletorja Zyrtare e Mbretërisë Shqiptare» (Gazzetta Ufficiale del Regno Albanese) N. 192 del 19 dicembre successivo, fu costituito l’Ente Editoriale “Distaptur”.
La legge istitutiva disponeva che all’Ente fosse riservata l’esclusiva in Albania delle edizioni di tutte le pubblicazioni aventi carattere di propaganda politica, sociale, economica e turistica, comprese le cartoline illustrate.
Il “Distaptur” aveva sede in Tirana ed operava nell’ambito della Direzione Generale Stampa, Propaganda e Turismo della Presidenza del Consiglio d’Albania.
Nel corso degli anni 1940-1943 l’Ente ebbe una notevole attività editoriale e pubblicò numerosi libri, ormai introvabili. Ricordiamo, tra gli altri, il volume ‘Montagne d’Albania’ di Piero Ghiglione (Tirana, 1941; forse il primo studio di carattere geografico sul sistema montuoso albanese) con in appendice una relazione sui ràpsodi montanari albanesi di Nicola Lo Russo Attona. Di questo volume fu pubblicata un’edizione in lingua albanese, per una maggiore diffusione nelle istituzioni culturali del paese. Citiamo, tra le altre pubblicazioni dell’Ente, ‘Guerra contro la Grecia’ di Silvio Bitocco (Tirana 1941[?]), e in lingua albanese “Fashizmi dhe Evropa” di Ezio Maria Gray (1885-1969) [traduzione di ‘Dopo vent’anni il fascismo e l’Europa’ (PNF, Roma 1943)], ed alcuni volumi di una biblioteca di cultura popolare.
Importante realizzazione del “Distaptur” fu la pubblicazione in due edizioni – albanese e italiano – della rivista «Drini», ‘Bollettino mensile del turismo albanese’, organo ufficiale della DGSPT. Il periodico aveva come scopo la conoscenza del Paese e lo sviluppo del turismo in Albania. Essa fu fondata e diretta da Francesco Tagliarini, nato a Acquaviva Platani (Caltanissetta) il 15 aprile 1906 e morto a Rovereto (Trento) il 4 gennaio 1992. Egli era funzionario del Ministero della Cultura Popolare e dal 1° luglio 1939, assegnato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri d’Albania, presso la suddetta DGSPT, con le funzioni di Consulente per il turismo in Albania.
«Drini», aveva come argomenti geografia, archeologia, storia, arte, artigianato, folclore, caccia, pesca, flora, alpinismo (l’Albania ha tra le più belle montagne dei Balcani), nonché informazioni utili per il visitatore ed il turista
. Putroppo mancava lo sport, scarsamente sviluppato e considerato nell’epoca monarchica (2).
La rivista – uscita dal 1940 al 1943 – aveva sede a Tirana in Viale Benito Mussolini 83, oggi Rruga e Kavajës, e il capo redattore era l’albanese S. Shkupi. Al periodico collaborarono nel corso degli anni numerosi studiosi, professori universitari, giornalisti e religiosi albanesi ed italiani. Tra questi citiamo Vasil Alarupi, Gjergj Bubani, Padre Zef Harapi, Ernest Koliqi, Skifter Konica, Perikli Mborja, Petraq Peppo, Stefan Shundi. ecc.; gl’italiani: Antonio Baldacci (geografo di fama mondiale), Luigi Baldini, Fernando Bernardini, Gianni Botta, Sandro Brunori, Piero Costa, Daisy De Fornari, Igino Epicoco, Piero Ghiglione, Enrico Giansanti, Adriano Grande, Emiliano Guidotti, Mario Lariccia, Enrico Lombardi, Nicola Lo Russo Attoma, Leandro Mazzoni, Indro Montanelli, Sestillio Montanelli, Marco Morosini, Sandro Pichi Sermolli, Luigi Santurini, Alessandro Serra, Pellegrino Claudio Sestieri, il padre gesuita Giuseppe Valentini, Turno Verdi, Paolo Veronese, e così via.
Infine – e questo è un settore di particolare interesse dell’attività dell’Ente – ci fu l’edizione di numerose serie di fotografie (frutto dei reportage per «Drini», immagini sia in bianco e nero che a colori) e di cartoline che riproducono quadri di paesaggi e costumi dipinti da artisti albanesi e italiani. Le cartoline furono diffuse in tutta l’Albania e ancora oggi sono particolarmente ricercate dai collezionisti.
[Uno scorcio di Viale Savoia, oggi Bulevardi Dëshmorët e Kombit (Collezione ‘Franco Tagliarini’)]
Le riprese fotografiche per «Drini» furono affidate a provetti reporter, che percorsero tutto il Paese, ed illustrarono con singolare efficacia la situazione di quegli anni delle città e dei centri minori dell’Albania, dei mercati, dei costumi delle varie regioni del Paese, della vita quotidiana e delle realizzazioni urbanistiche che modificarono profondamente Tirana ed altre importanti comuni albanesi.
In totale si tratta di oltre 400 foto-cartoline che costituiscono un patrimonio iconografico di grande rilevanza, e che sarebbe auspicabile fosse opportunamente valorizzato e portato alla conoscenza di un più vasto pubblico. Attualmente la collezione è curata dalla “Il Veltro Editrice” di Franco Tagliarini, figlio del direttore.
Dobbiamo ricordare anche altre testate giornalistiche. «Tomori», ‘Quotidiano politico di Tirana’, in seguito il sottotitolo fu modificato in: ‘Quotidiano fascista d’Albania’. Il quotidiano era pubblicato con alcune pagine in italiano e altre in albanese ed era stampato a Tirana. Il primo numero è del 3 marzo 1940 e il giornale è uscito almeno fino all’agosto 1943. Poi v’era il «Tomori i vogël», supplemento settimanale del quotidiano omonimo.
Un ulteriore quotidiano pubblicato a Tirana in edizione bilingue era «Fashizëm»; diario politico con il seguente sottotitolo: ‘Organ i Partisë Fashiste Shqiptare’ pubblicato nella capitale dalla S.
A. Editoria Albanese, e stampato nella tipografia del «Tomori». Uscì dal 1939 al 1943: in pratica fu il primo giornale italo-albanese in Albania.
Altro periodico era «Albania-Shqipni» il cui primo numero apparve nell’aprile 1940.
La ricerca non pretende essere esaustiva abbisognando il tema di approfondimenti specifici sia in àmbito di biblioteche albanesi che italiane.
Note
(1) Visar Zhiti, “Si mësohet gjuha në Itali. Nga arbëreshët të bijtë e emingrantëve. Si përcillet gjuha shqipe mes shqiptarëve të Italisë të djeshëm e të sotëm?”, in «Bota Shqiptare», N. 236, A. XII, 16-31 maj 2010, pp. 17-19.
(2) L’unico campionato per sport a squadre varato nel periodo 1912-1939 fu quello calcistico a partire dal 1930.