Il bando, che ha creato scalpore e una profonda rabbia tra i medici, prevedeva per tutti i medici stranieri, (comunitari e non), anche se laureati e abilitati in Italia, la presentazione, al momento della domanda di partecipazione, di una certificazione C1 di lingua italiana.
La data entro cui presentare tale domanda di partecipazione era quella del 21 maggio, mentre la prima data utile per sostenere l’esame di certificazione C1 di lingua italiana sarebbe stata il 22 maggio.
Di fatto, quindi, questa clausola avrebbe impedito l’accesso al concorso a più di un migliaio di medici che, dopo aver sostenuto tutti gli esami necessari in lingua italiana, aver scritto una tesi e affrontato una discussione davanti a primari e professori universitari in lingua italiana, superato un esame di abilitazione alla professione medica in lingua italiana, avrebbero dovuto produrre una ulteriore certificazione di lingua, per altro impossibile da ottenere nei tempi previsti dal bando.
Il bando, inoltre, avrebbe tagliato fuori anche tutti i medici stranieri, laureati e abilitati all’estero, che non avrebbero potuto ottenere la certificazione di lingua italiana C1 nei tempi stabiliti dal Ministero.
La protesta corre sul web
La situazione, sicuramente drammatica, ha dato vita sui social a diversi gruppi di protesta formati sia da medici stranieri ma anche da tanti medici italiani, pronti a lottare per un concorso equo a fianco dei loro colleghi. Anche l’Ordine dei Medici ha alzato la voce, così come i sindacati medici e l’associazione medici stranieri in Italia, il cui presidente (Foad Aodi), ha dichiarato: “È necessario riformulare o integrare il bando tenendo conto delle diverse situazioni e garantire a tutti il diritto di accedere alla formazione”.
Il Miur, così, si è trovato costretto a rivedere il bando e a rettificarlo, in modo che i medici laureati in Italia siano esentati dal produrre la certificazione C1 di lingua italiana e i medici laureati all’estero possano presentare il proprio attestato di lingua entro l’8 luglio.
I medici albanesi in Italia
I medici albanesi laureati e abilitati in Italia sono diverse centinaia; molti tra loro sono arrivati in Italia ancora bambini, durante la grande migrazione albanese degli anni ’90, e hanno perciò licenza media e diploma superiore italiano.
Escluderli dal concorso di specializzazione medica, a causa di una mancata presentazione di una certificazione di lingua, sarebbe stato mortificante non solo per gli stessi medici, ma anche e forse soprattutto per le istituzioni che, nel corso di questi anni, hanno potuto accertare la loro conoscenza della lingua italiana, rilasciando anche a loro (a parità di condizioni con gli italiani) licenze medie, diplomi di maturità, lauree magistrali e abilitazioni professionali.