L’immigrato “clandestino” è prima di tutto un individuo in cerca di una vita migliore. C’è lo ricorda Maria Antonietta Vittoria Puggioni nel suo libro “L’immigrazione clandestina” (Sangiorgio Editrice, 2008) in cui fa luce sul fenomeno mettendo in risalto molti fatti, probabilmente poco o per nulla conosciuti.
Per Puggioni, scrivere sull’immigrazione in genere e su quello irregolare in particolare, significa comprendere in primo luogo la psicologia del termine. “Non si può parlare se non si studia l’origine del fenomeno e le cause”, sottolinea l’autrice. L’immigrazione è diffusa in tutto il mondo e i tentativi degli stati per regolamentarla, spesso, sono falliti. Ma la fobia generata dal termine “immigrato clandestino” è colpa dell’orda “clandestina” o del malgoverno? Nel suo libro troverete la risposta a questa domanda e a tanti dei dubbi che ognuno di noi può avere sul fenomeno.
Per Puggioni, scrivere sull’immigrazione in genere e su quello irregolare in particolare, significa comprendere in primo luogo la psicologia del termine. “Non si può parlare se non si studia l’origine del fenomeno e le cause”, sottolinea l’autrice. L’immigrazione è diffusa in tutto il mondo e i tentativi degli stati per regolamentarla, spesso, sono falliti. Ma la fobia generata dal termine “immigrato clandestino” è colpa dell’orda “clandestina” o del malgoverno? Nel suo libro troverete la risposta a questa domanda e a tanti dei dubbi che ognuno di noi può avere sul fenomeno.
La teoria del conflitto culturale
Molte sono le ipotesi sollevate per spiegare la devianza degli immigrati e le cause che li portano a commettere reati. La teoria del conflitto culturale, attualmente, è una delle più accreditate. Secondo i suoi assertori, chi infrange la legge lo fa perché continua a rimanere fedele alle norme del paese d’origine che potrebbero essere diverse rispetto al paese in cui risiede. Inoltre Puggioni, riporta Durkheim, secondo il quale, partendo dal cambiamento veloce dello stile di vita, l’immigrato è più portato a deviare il suo comportamento. Altre cause sarebbero la fobia, la disoccupazione, i legami già esistenti prima dell’arrivo nel paese di destinazione con bande criminali.
Perché deviamo?
Una delle domande che ha una risposta tripla è sulla devianza del comportamento degli immigrati irregolari. Secondo Puggioni, le cause della devianza risiedono in molti aspetti socio-psicologici. La maggioranza degli immigrati irregolari sono decisi di non tornare più nel paese d’origine e accettano di fare qualsiasi lavoro che li viene offerto. Inoltre, con gli immigrati arrivano anche persone propense a commettere reati, che già nel paese d’origine facevano parte della criminalità e decidono di estendere la loro attività all’estero.
L’opportunità di diventare regolari
L’immigrato “clandestino” sceglie il suo status oppure gli viene assegnato? È una delle domande alla base del lavoro di Puggioni. L’immigrazione irregolare, secondo lei, è frutto del malgoverno. “Tra gli immigrati che entrano nel nostro paese ci sono molte persone che lavorano, hanno famiglia e sono onesti, – ci ricorda lei, concludendo che “andrà avanti per approfondire lo studio su un tema cosi complicato”.
Pubblicato sul quotidiano Tirana Observer del 1 agosto 2009. Titolo dell’originale “Ligji klandestin”.
Tradotto per AlbaniaNews da Alban Trungu.