Ci sono delle storie che nascono sbagliate, che vengono fuori come bambini deformi: confusi, innominabili, forse fanno paura a qualcuno. E allora forze oscure lavorano per seppellirle il prima possibile. Il caso Vukaj è simile. Ma non siamo in processo, questa definizione è da atti giudiziari. Non il Caso Vukaj dunque, ma la morte di Bledar, dicevo, è uno di questi.
Ci sono casi, e li conoscete, in cui ci tocca sentire più di quello che vorremmo sapere. I loro nomi piombano nei grandi tg un’edizione sì e una no. Ci vengono imposti in nome di un Grande Fratello macabro che seleziona cosa dovremmo credere, sentire, apprendere. La cronaca nazionale ne è schifosamente piena. Eppure spesso sono dei casi semplici, stradiffamati e siamo più saturi di quanto possiamo sopportare. Delitto di Cogne, Erba, Perugia. Hanno perso persino i nomi dei protagonisti, sono diventati delle città e sono entrati nel nostro immaginario collettivo come, appunto, il Grande Fratello o l’Isola dei Famosi. La morte elevata a spettacolo, e si sta lavorando anche per il viceversa a quanto pare.
La morte di Bledar non è tra queste, e non ne conosco la ragione. Forse perché è solo un ragazzo straniero, forse perché per una possibile forzatura è stata classificata subito come suicidio, nonostante non ci fosse nessuna prova a favore. Sicuramente perché c’era chi aveva tutto l’interesse a seppellire la storia di Bledar insieme al suo corpo.
Credo nell’ingenuità come un paravalore, ma recentemente è stato elevato a lusso. Sarà questa la ragione per cui se in un caso c’è anche un unico aspetto oscuro, la mia mente comincia a lavorare freneticamente. Nella morte di Bledar non c’è uno unico, c’è ne sono tanti, troppi per poterlo lasciarlo andare. È la storia che vi vogliamo raccontare. È la storia di un giovane ragazzo albanese trovato morto, la storia delle forze dell’ordine che lo classificano come morte, ma sopratutto è la storia di una famiglia che non si arrende perché crede nella giustizia e crede nella verità. Crede nella ricerca di questi valori, anche se si tratta di andare contro tanti. Perché, chi sotto una forma o un’altra, tutti siamo diritti che la democrazia è il diritto dei senza-diritti, e la giustizia ne è la funzione sociale. Ma è anche una storia di minacce di morte come quelle che ci prepariamo a ricevere anche noi, di fatti inspiegabili come la sparizione di tutte le pietre in riva al fiume dove è stato trovato il corpo di Bledar, di testimoni ed orari che non coincidono.
Non abbiamo la presunzione di spiegarvi qui, in un unico articolo, tutta la storia. Abbiamo scelto di pubblicare qui un riassunto della morte di Bledar e il calvario che ne è seguito, accuratamente documentato dal suo padre, il sig. Vukaj che ringraziamo pubblicamente per la disponibilità.
Attenzione: alcune delle immagini presenti sono adatte solo ad un pubblico adulto.