Conoscete Ferrara? È una città media-grande, situata tra Emilia e Veneto ma a sentire i fraresi non è Emilia e non è Veneto. Ah, in questi giorni è stato anche una grande redazione a cielo aperto in occasione della seconda edizione del Festival di Internazionale. È il primo weekend di ottobre, anno degli uomini 2008.
La mia intenzione era quella di descriverequesto fine settimana a Ferrara. Questo, come tante altre cose, è quasi impossibile. Tanto vale che sia sincero:sto scrivendo questo per la Sanchez. Copiando quello che c’è scritto negli volantini di Internazionale a Ferrara, Sanchez è una blogger cubana. Siccome ho più spazio, aggiungo che Sanchez è una dissidente in un paese sotto dittatura ( Cuba ) dove i dissidenti vengono imprigionati senza processo. Vorrei scriverlo anche per tutti gli altri, quelli che sono mancati. L’intenzione è quello di fargli rimpiangere di aver preferito un altro weekend banale di Serie A. Ma non posso spingermi tanto in la, l’intenzione rimane pur sempre quelladi rendere partecipare la Sanchez. Doveva essere presente in questo Festival ma gli è stato negato il visto e non ha potuto raggiungere l’Italia. Il suo nome stonava nel programma, diventavo ogni giorno più pesante. Non posso spingermi tanto in la con il rimpianto verso gli altri, non vorrei ferirla in nessun modo. I ragazzi di ArciFerrara hanno provveduto a stabilire un collegamento telefonico, un commuovente collegamento telefonico. Spero che prima e poi queste righe finiscano anche nelle mani di chi da un ufficio chiuso e buio ha deciso di abortire la democrazia. Fare questo è estremamente facile ma vi prego, DON’T TRY THIS AT HOME. No, non provate a fare questo nei vostri paesi, può essere molto rischioso e spesso ci si lascia prendere la mano.
Rendervi partecipi, giusto.
Pensate ad una redazione grande e colorita come quella di Internazionale. Bene. Pensate a una città antica, e mettetela da parte. Pensate a centinaia di giovani che fanno la fila. Mettetegli da parte. Pensate a un’orgia di notizie che arrivano sotto forma di sentimenti, sudore, orari, e se ne vanno sotto forma di Word, paragrafi e mezzi digitali. Pensate alle grandi sale, pensate ai microfoni aperti, pensate alle domande del pubblico, svariate e interessanti. Pensate alla Cina, al Tibet, alla Cecenia, all’Italia, all’Iraq, a Cuba, alla linguistica, a Mr. Wiggles e a Gipi.Adesso, se avete tutto, mettete tutto insieme, mescolate. Aggiungete queste parole ( random ) che vi devono girare su e giù per la testa, sono le parole che sentivi a bassa voce nelle conferenze, gridate nei pub davanti una birra o dette velocemente nei cellulari: Mi sono perso Burke…
Gipi è stato grande…
Lerner mi ha fatto pensare…
No, io ero al cinema per La terra degli uomini rossi…
Non posso crederci, l’abbraccio cine-tibetano puoi vederlo solo qui, da tutte le altre parti sarebbefantascienza…
Chomsky l’ho seguito fuori…
E se questo vi sembra strano, mettiamola così: questi giorni a Ferrara potevi trovarti dappertutto, ma non ti trovavi mai a più di qualche centinai di metri da una conferenza. Una conferenza fa un inviato, quindi una storia, questo fa un paese e un pubblico, il tutto fa informazione allo stato puro.
Ho sempre pensato che è quasi impossibile costruire l’identikit del lettore di Internazionale. Non che da qualche parte in uffici oscuri si sta lavorando per farlo, state tranquilli. Ma il Festival non fa che confermare questa opinione. Più giovani che vecchi, forse. Più partecipi che passivi, sicuramente. Più educati degli maggiordomi inglesi, sicuro. Bastava guadare le file, magari aggirarsi a sentire le parole random di cui parlavo, poi fermarsi cercando di capire quello che manca. Manca qualcosa, ma cosa? C’è qualcosa di sbagliato in questa fila, ma non sai coglierlo. Poi la soluzione ti colpisce all’improvviso. Ma certo, nessuno si sta lamentando dell’attesa, del freddo o del caldo. Sembrava che ci fosse qualcosa di sbagliato, no, era solo qualcosa di giusto. Ti verrebbe voglia di mischiarsi, stringere le mani a tutti, chiedere di portarsi dietro questo sentimento per tutta la vita.
La sala Apollo è piena, ci dispiace. Potete seguire la conferenza fuori, ci sarà il maxischermo e le casse! sono le parole che lo staff pronunciava dopo la maggioranza delle conferenze. E le risposte erano “ Va bene, domani magari veniamo un po’ prima così c’è la facciamo…non voglio proprio perdermi Anderson domani…”
A beneficio degli non addetti al lavoro e degli non addetti in generale, l’Apollo ha una capienza di circa 1000 posti.Questo è Ferrara. Questo è Internazionale. Questo è Internazionale a Ferrara.
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