La campagna elettorale che si sta svolgendo in questi giorni ha trattato diversi temi, soprattutto quelli collegati alla crisi, il lavoro in primis. Ma sembra che si sia dimenticato del tutto il tema dell’immigrazione.
Così, se si parla di giovani, donne, anziani, esodati e cassaintegrati non si è parlato quasi mai di immigrati. Ed è per questo che abbiamo intervistato alcuni candidati e leader di partiti che si presentano a queste elezioni, per chiedere loro in prima persona che cosa intendono fare una volta al potere.
NICHI VENDOLA, leader di Sinistra Ecologia Libertà
Per troppo tempo, e in particolare nella scorsa campagna elettorale, si è parlato del binomio sicurezza-immigrazione. Riusciremo invece ad abbinare all’immigrazione le parole rispetto e risorsa?Bisogna invertire la logica con cui sono state scritte leggi disgustose, antimoderne e lesive dei diritti umani, come la Bossi-Fini, come le leggi che hanno previsto il reato di clandestinità. Bisogna smetterla di concepire l’immigrazione come un capitolo delle politiche securitarie, come una competenza delle politiche di ordine pubblico, e non come la più grande occasione di arricchimento culturale e anche economico che il Paese accogliente ha.
Quanto contribuiscono gli stranieri al sistema Italia?Gli immigrati sono una risorsa, sono oggi una delle ragioni per cui tiene il nostro sistema previdenziale, sono una parte del nostro welfare, e sono soprattutto la possibilità di non morire di provincialismo. Vorrei parlare molto più spesso di questi temi di quanto non mi sia concesso.ANTONIO INGROIA, leader di Rivoluzione Civile
Che cosa vuole fare per gli immigrati la Rivoluzione Civile?Prima di tutto l’abrogazione della legge Bossi-Fini. Ha riempito le carceri italiane di immigrati clandestini, che altro non sono che persone che hanno cercato un lavoro e non sono state messe in condizione dalla legislazione italiana di trovarne uno regolare. Quindi, a mettere quelle persone in galera è lo Stato stesso, che le ha costrette alla clandestinità e all’illecità. E’ uno scandalo che deve essere cancellato, un paradosso fra pochi al mondo. Pochi giorni fa sono stato a Castelvolturno, a incontrare le comunità straniere. E’ stata un’esperienza molto emozionante, che mi ha permesso di toccare con mano la situazione. La realtà della Campania è molto difficile, e i clandestini sono tantissimi. Noi non lo facciamo per la campagna elettorale, visto che gli immigrati clandestini non hanno diritto di voto. Piuttosto, ci impegniamo in questo senso perché l’Italia sia finalmente più giusta.
Ius soli o ius sanguinis?Noi siamo favorevoli all’acquisizione della nazionalità italiana per chi nasce sul territorio in base al principio dello ius soli.
MASSIMO FIORIO, candidato alla camera per il Partito Democratico
Che cosa pensa della legge Bossi-Fini?Va modificata subito. Noi ci abbiamo provato nel 2006, ma purtroppo non ce la facemmo. Ora è diventato un impegno assoluto. Prima di tutto, per quanto riguarda i permessi di soggiorno, dobbiamo concedere più tempo per cercare un lavoro, specialmente in questi tempi di crisi.
Che cosa ci dice riguardo al diritto alla cittadinanza e al diritto al voto?Noi proponiamo lo ius soli: chi nasce in Italia è italiano. Sarebbe una buona misura per favorire un’integrazione definitiva. Dobbiamo aiutare il radicamento degli stranieri in Italia: lo straniero deve lavorare qui e consumare qui. Per noi gli stranieri sono una ricchezza economica, ma anche demografica: abbiamo un tasso di natalità troppo basso. Sostengono il nostro lavoro, pagano le nostre pensioni. Ci sono settori dell’economia di questo Paese, penso ad esempio a quello primario, che si reggono sugli stranieri. Dobbiamo avviare progetti di formazione con i Paesi partner appena entrati nella Comunità Europea, e quelli che ci entreranno, per avere una manodopera istruita. Bisogna accorciare i tempi di acquisizione della cittadinanza, che sono troppo lunghi: in teoria 10 anni, in realtà si arriva ai 14. Inoltre gli stranieri residenti devono poter votare per le amministrative locali.SILVIA ENRICO, leader di Fare per Fermare il Declino
Il tema dell’immigrazione non figura nel vostro programma, perché?Per come nasce il manifesto, che non nasce come partito politico. Nasce come documento informativo a beneficio di tutte le persone che vivono in Italia. Non c’è una parte ad hoc, perché chiunque voglia lavorare, produrre in Italia e far suo questo Paese, che abbia la cittadinanza o meno è parte del nostro Stato. I servizi del welfare devono andare a tutti coloro che sono qui, senza distinguere a seconda di dove sono nati.
In Italia come si vive il fenomeno immigrazione, anche in relazione con la crisi e la disoccupazione?Abbiamo ormai passato la fase del pregiudizio verso gli stranieri come coloro che rubano lavoro agli italiani: infatti la forza politica che rappresentava questo pensiero ormai è stata decisamente ridimensionata. Ci siamo evoluti da quelle posizioni. Dobbiamo aprire l’Italia, anzi dobbiamo pensare che altre culture siano un valore aggiunto al nostro Paese, dobbiamo smetterla di avere paura.
E quindi anche ius soli?Il movimento non si è espresso esplicitamente e ufficialmentesu questi temi, e probabilmente non lo farà mai, perché siamo liberali; ma io direi proprio di sì. ROBERTO FIORE, leader di Forza Nuova
Che cosa pensa della legge Bossi-Fini? Consideriamo che la comunità immigrata oggi crea tra l’11 e il 12% del PIL italiano.Noi siamo sempre stati contrari. E’ una legge contraddittoria, l’espulsione non è mai un’espulsione netta. Non c’è il concetto per il quale chi entra ha un motivo specifico, un lavoro. Noi la opponiamo da un punto di vista anti-immigrazione. Provoca tantissimi costi. Noi riteniamo che in questo momento ci sia un’immigrazione assorbibile, perché cristiana e di cultura sostanzialmente europea; ma c’è anche un’immigrazione difficilmente assorbibile, per la quale sarebbe più corretta, anche nel loro interesse, l’espulsione. Non prendo neanche in considerazione chi è clandestino e chi commette crimini: loro ovviamente non possono restare sul territorio italiano.
Che cosa sceglierebbe fra ius sanguinis e ius soli?Ius sanguinis, assolutamente. Hai la cittadinanza italiana se sei italiano, se hai un’ascendenza italiana. Lo puoi diventare per motivi particolari, ad esempio se frequenti qui una scuola, se crei qui la tua famiglia. Io ho vissuto in Inghilterra per vent’anni, ma non ho mai pensato di diventare inglese. E’ una questione di sangue, di cultura. Ma qual è la differenza tra la cittadinanza italiana e quella senegalese? E poi se noi concediamo la cittadinanza italiana a tutti i giovani di questi Paesi, priviamo questi della loro forza lavorativa, creando un danno sia per noi che per loro.