Dal 31 gennaio al 3 febbraio prossimo si possono presentare le domande per il decreto flussi 2010. Qualche consiglio per riuscire a ingannare il fato.
Il 31 dicembre scorso è stato pubblicato nella gazzetta ufficiale il tanto atteso decreto flussi per 86,580 lavoratori non comunitari che per un motivo o un altro vorrebbero venire in Italia a fare un lavoro che non sia stagionale. Mancava all’appello dal 2007. In verità, il documento di programmazione triennale prevede che debba essere emanato ogni anno, ma il governo ha preferito ricorrere ai provvedimenti una tantum che vanno cosi forte nell’economia italiana. Non solo, Maroni vuole proprio cancellare la programmazione triennale, come annunciato dal disegno dell’ultima modifica della legge sulla sicurezza, pardon del testo unico sull’immigrazione.
Quattro i click day da segnarsi nel calendario in base alla propria condizione. Perché li chiamano cosi? È un neologismo in prestito dall’inglese per descrivere l’azione. Un po’ come i “gratta e vinci”: tu gratti nella speranza di poter vincere. La stessa cosa nei click day: ti posizioni davanti al pc, compili la tua domanda in mezz’ora o quello che è, e poi clicchi col mouse per confermare il suo invio nella speranza che arrivi al Cervellone del Viminale prima di quelle degli altri. A parte gli scherzi, se sei un cittadino dei paesi con cui l’Italia ha accordi bilaterali in materia di sicurezza dei confini, tieniti pronto per le ore otto del 31 gennaio prossimo. Se il tuo paese non ha accordi con lo Stivale ma vuoi diventare badante, badi bene le ore otto del due febbraio. Invece, se hai lavorato per anni in Italia come lavoratore stagionale, hai aderito in qualche programma di formazione all’estero di enti italiani, sei studente ma le cose non vanno tanto bene, hai la carta di soggiorno di un altro paese che versa in condizioni peggiori dell’Italia, ricordati le ore otto del tre febbraio. Potrebbero cambiarti la vita.
Dall’altra parte, i click day, sono il regalo migliore che il governo poteva fare per l’ultimo dell’anno alle famiglie che cercano di portare in Italia i loro cari che non rientrano tra le categorie di ricongiungimento familiare. Ma soprattutto ai tanti migranti che vivono da anni in Italia senza documenti e sono riusciti a farla franca con la famigerata sanatoria truffa del 2009, che prima li ha messo in mano ai balordi per assicurarsi un contratto, poi li ha censititi e infine li ha espulsi dall’Italia. Insomma, tutti hanno diritto di sperare, e in tempi di vacche magre la speranza è meglio della tredicesima. Sì, perché in molti sostengono che l’Italia stia in alto mare, ma chi l’ha provato cosa significa mentre cercava di passarlo con gommoni o altri mezzi, adesso che ha la possibilità di tentare la fortuna attraverso internet, sicuramente preferisce la metafora al suo posto.
Per farla breve, se volete partecipare per conto dei vostri cari, dei vostri presunti futuri dipendenti, o per voi stessi, è meglio farvi avere qualche dritta da chi ha tentato l’ultima volta. Dati del Ministero dell’Interno alla mano, per il decreto flussi 2007 sono state presentate 701.510 domande per 170,000 quote.
L’applicazione all’applicativoUn’altra data importante da tenere presente è il 17 gennaio, giorno in cui sul sito del Ministero potrete trovare l’applicativo. Cioè il programma attraverso il quale si invia la domanda. Una volta trovato, dovrete studiarlo e applicarvi tutti i giorni. È un must. Sul sito troverete anche il manuale d’uso, la sezione delle domande frequenti e un servizio di assistenza. Quindi dovreste capire come funziona perché se sbagliate un qualche cosa, la domanda verrà scartata. Poi dovreste applicarvi tanto: tre ore al giorno dal lunedì al venerdì, otto durante il fine settimana. Sì, perché se riuscite a compilarla correttamente per arrivare al fatidico ultimo click, avrete più possibilità di aggiudicarvi una quota. Nel 2007, ad esempio, le quote disponibili si sono esaurite nell’arco di 15 minuti dopo le ore otto. È questa la filosofia dell’attuale politica italiana in materia di ingressi per motivi di lavoro: vince chi arriva prima. La sincronizzazione dell’orologio
Potrebbe sembrare una presa in giro, ma è una di quelle dritte da non sottovalutare. Tenete presente che il Cervellone del Viminale nell’assegnare alla vostra domanda l’ora di arrivo ci mette anche i millesimi di minuto: nel 2007, la prima domanda è stata ricevuta alle ore 8 e 051 millesimi. Strano nell’Italia di oggi trovare una simile efficienza, direi quasi da svizzeri. Quindi, a patto che tutti ci mettiate lo stesso tempo per compilare la domanda: secondo più secondo meno, la sincronizzazione dell’orologio del pc diventa fondamentale. Parlatene tra amici e vi accorgerete che gli orologi dei vostri pc non sono mai sincronizzati l’uno con l’altro: differenziano sempre di qualche secondo se non un minuto o più. In questo caso, il problema è che non bisogna sincronizzarlo con il Greenwich ma con il Cervellone del Viminale. Quindi se avete qualcuno che sa esattamente che ora segni il Cervellone, interpellatelo, lo ringrazierete a vita. La congestione della linea ADSL
Inoltre, fatte bene a chiamare i vostri provider di linea ADSL per chiedere se hanno in programma per quel giorno un qualche miglioramento di linea o attività simili, potrebbero rovinarvi la festa. Sarebbe ottimo capire anche se nella vostra zona non ci sia una concentrazione tale di persone che usano lo stesso vostro provider e vorrebbero presentare domanda al Cervellone, potrebbero congestionare la linea, ma soprattutto auguratevi che ciò non succeda all’improvviso per cause non dipendenti dal provider, vi sareste giocati la vostra opportunità.
Poi se non avete internet a casa, rivolgetevi prima ai vostri amici e parenti e come ultima spiaggia agli internet point, chiedendo prima come si organizzeranno per i click day. Nel 2007 hanno cercato di fruttarci sopra con risultati a volte deludenti per via della congestione della linea. L’appoggio ai patronati e ai consulenti di lavoroUna scelta da prendere in considerazione sono i patronati oppure i consulenti di lavoro. Nel 2007, secondo i dati del Viminale, 337.569 domande sono state inoltrate da privati cittadini e 363.941 dai patronati. Quest’ultimi offrono generalmente un buon servizio, spesso hanno personale paziente e formato e lo fanno anche gratuitamente. Tuttavia informatevi bene. Questa volta la compilazione si farà direttamente online, e le domande spedite in blocco, sarano calcolate dal Cervellone una ad una come invii singoli. Quindi, chiedete come si sono organizzati e quante postazioni internet hanno a disposizione. Poi tenete presente che le quote sono suddivise per categorie, regioni e provincie. Per farvi un esempio a caso: se il decreto prevede l’ingresso per lavoro di 4,500 cittadini albanesi, il totale verrà ripartito tra le regioni e alla Regione Emilia Romagna verranno assegnati x quote che a sua volta conferirà alla Provincia di Modena x quote.
Detto questo, se rientrate nella categoria dei paesi privilegiati, fatte bene a chiedere al patronato quante persone provenienti dal vostro paese si sono rivolti a loro. Più sono e più diminuiscono le vostre probabilità di accaparrarvi una quota. Se volete fare i/le badanti, chiedete quante persone di una qualsiasi nazionalità si sono presentati al patronato. Poi se non lo avete mai fatto come lavoro, pensateci bene. Per quanto nobile sia, annulla chi lo fa e di fatto gli autoctoni lo evitano sempre di più. Inoltre, una volta pagati i primi contributi potreste essere obbligati a lavorare in nero anche perché gli anziani oppure le loro famiglie spesso non possono permettersi di pagarli. Per di più, può succedere che la signora anziana viene a mancare e i suoi lontani parenti di quinto o sesto grado si accaniscano contro di voi perché in segno di gratitudine per il vostro pluriennale servizio 24 ore su 24 vi ha lasciato in eredità un qualche bene.
Poi se siete studenti
e vorreste convertire il vostro permesso in uno per motivi di lavoro, chiedete se si sono rivolti ai patronati altri vostri colleghi, molto probabilmente nati o arrivati in Italia da piccoli. Non stupitevi se all’età di 18 anni anche loro si saranno trovati con un permesso per motivi di studio e non più per motivi familiari. Magari l’università non li va bene, oppure i lavori che trovano sono cosi precari che meglio presentare un contratto da manovale. I sanspapier day
Spesso i mezzi di informazione confondono il decreto flussi con la sanatoria. Nel 2007, il governo ha dovuto ripetere più volte la differenza, ma i giornalisti non capivano perché i migranti senza documenti stavano partecipando comunque anche se il decreto era solo per chi era residente all’estero. Per un motivo molto semplice: se tu non figuri in nessun terminale delle forze dell’ordine e non sei mai stato espulso, perché non provarci? Se il tuo datore di lavoro non accetta, comunque pagheresti i contributi come badante, oppure per un qualsiasi altro lavoro grazie alla benevolenza dei tuoi amici, familiari che vorranno rischiare per te. Quando questo non è possibile ti rivolgerai al mercato dei faccendieri, sperando di beccare quello che ti fa il prezzo migliore. Poi se non c’e nulla da fare, ti tocca sperare nel prossimo decreto. C’è chi lo spera da tempi immemorabili, tipo dal 1995.
Il Cervellone in tilt
Nel 2007, dati del Ministero alla mano, il primo click day sono stati presentati 352.955 domande, il secondo 136.567 e il terzo 120.676. Molti patronati e cittadini si sono lamentati che il Cervellone è andato in tilt anche se il Viminale ha fatto sapere che “La banda di trasmissione occupata alle ore 8, momento di maggiori connessioni contemporanee, è stata di 18 mega sui 100 disponibili”. Vero o falso, non preoccupatevi, avete tutti i mezzi e tre settimane di tempo per evitare che ciò si ripeta. Costituitevi in associazione, raccogliete i fondi, individuate una qualche azienda d’avanguardia in tecnologie informatiche, ingaggiatela e offritela al Viminale nel caso in cui il cervellone inizi a dare i numeri. Almeno cosi sarete tutti alla pari e potete augurarvi l’un l’altro ad alta voce: “che vinca il più veloce”.