Fratelli Calvi è una delle scuole primarie di Bergamo in cui la prima elementare rischia di chiudere per un motivo che riflette le paure dell’Italia di oggi. Ma insegnanti e genitori non ci stanno e sabato scorso hanno organizzato l’Open Day in vista delle preiscrizioni per l’anno prossimo.
Ho passato una meravigliosa mattinata con i bambini, le insegnanti e i genitori che sabato scorso hanno partecipato al Progetto Open Day della scuola Primaria “Fratelli Calvi” situata al centro della città. Questa bella e storica scuola, con un corpo docente stabile e motivato, oltre a garantire un accurato svolgimento dei programmi scolastici, offre anche molte attività extra-scolastiche come pallavolo, corso di nuoto, arti marziali, partecipazione a spettacoli teatrali, canto corale, musica, avvio allo strumento, ecc. I piccoli alunni parlavano con così tanta passione su queste attività da farci coinvolgere e divertire moltissimo con i loro racconti, le spiegazioni, il teatrino e la presentazione dei lavori a fine mattinata.
Nonostante il grande impegno e i risultati ottenuti, questa scuola ultimamente vive momenti difficili a causa delle poche iscrizioni di bambini autoctoni: per il 2010-2011 è stata aperta solo una classe di prima elementare. Il motivo? Secondo le insegnanti, il timore di molte famiglie autoctone che l’ampia presenza di bambini di origine non italiana, rallenti il percorso formativo dei propri bambini. Sono le stesse insegnanti a voler chiarire che si tratta solo di un mero pregiudizio in quanto i bambini che frequentano la scuola, per la maggior parte sono nati qui e parlano un italiano perfetto. “Nei pochi casi di bambini appena arrivati in Italia, assistiamo loro con un insegnante di sostegno e semplifichiamo temporaneamente un po’ il programma, cosicché possano avere meno difficoltà di comprensione. Ovviamente tali semplificazioni riguardano solo questi bambini e non hanno nulla a che fare con gli altri che procedono come da programma. Non abbiamo mai avuto problemi di rallentamenti o difficoltà causate dalla lingua italiana”, ci dice una delle insegnanti, posizione che è condivisa all’unanimità dalle sue colleghe e trova conferma anche dai genitori dei bambini autoctoni che frequentano la Calvi. “Non ho mai riscontrato rallentamenti nella formazione di mio figlio, e nessuno dei suoi compagni di classe, ha problemi con l’italiano. Alcuni di loro parlano anche il dialetto bergamasco meglio di noi adulti. Trovo questa scuola meravigliosa per il semplice fatto che pone l’attenzione sull’importanza di lavorare insieme, valorizzando le individualità di adulti e bambini. In più, vedo nello scambio culturale una ricchezza che potrà solo aiutare tutti loro per un’apertura mentale maggiore. La multiculturalità è il futuro dell’Italia come di tutto il mondo, accettare e conoscere l’un l’altro non potrà che giovarci in tutti i sensi”, ci dice Vanina.
L’invito a partecipare all’Open Day di sabato scorso è stato inviato alle 78 famiglie dei bambini che devono iscriversi in prima elementare, ma solo otto di queste hanno partecipato. Per pubblicizzare l’iniziativa, hanno collaborato molti negozianti del luogo e anche gli stessi bambini che hanno consegnato decine di volantini colorati per tutto il quartiere.
L’unica cosa che si chiede a tutti i genitori, è di conoscere da vicino la complessiva realtà di questa scuola, come di molte altre in Italia: non solo non presentano nessuna difficoltà nella formazione, ma risultano essere un esempio di ottima coesione multiculturale.