È una Bologna ribattezzata quella che esce indenne dalla manifestazione regionale dei migranti, una città migliore. Sotto l’ombra delle due torri e un cielo tipicamente emiliano, il corteo che sfila per i viali della città non porta altro che un raggio di sole.Alta la partecipazione e diverse le realtà presenti.
Si parla di diritti, si parla di lavoro, tantissime le bandiere sindacali e tenaci gli appelli. Il corteo macina chilometri di umanità con fierezza novecentesca, e solo in pochi non ne sono catturati.
Si richiedono diritti da Piazza XX Settembre a via Irnerio fino a via Indipendenza.
Molti i lavoratori, ma si contano anche studenti delle superiori dove l’integrazione si vive giorno dopo giorno, associazioni antirazziste e centri sociali.
Galassie riunite, dalla contrarietà alla Bossi-Fini a battaglie sindacali.Un passo importante che attraversa e ribadisce il Primo Marzo, se è loro lo striscione che apre il corteo, sembra che, a nove mesi di distanza, siano maggiori ora le sigle che appoggiano la protesta.
Segnale che ancora nulla è stato fatto.I giornali parlano di 4.000 persone presenti alla manifestazione, una cifra indice di flop ma possiamo assicurare che (senza fare stime a noi impossibili) di una manifestazione non riuscita proprio non si possa parlare.
Abbiamo intervistato Cécile Kyenge Kashetu neoeletta cordinatrice nazionale del movimento Primo Marzo e responsabile immigrazione del Pd Emilia Romagna.https://www.youtube.com/watch?v=I4XWmbIWW2Y