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Per una scelta di equità e giustizia – appello riguardo la sanatoria su colf e badanti

Per una scelta di equità e giustizia – appello riguardo la sanatoria su colf e badanti
12 Aprile 2010
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Pubblichiamo l’appello partito da Trieste riguardo la sanatoria su colf e badanti che si è rivelato una trappola per chi aveva ricevuto precedentemente decreti di espulsione dal territorio italiano. Aderisci all’appello scrivendo a sanatoriatruffa@gmail.com oppure firmando su

Questa è una storia di legalità punita. La storia di datori di lavoro italiani e lavoratori immigrati presi in giro per aver avuto fiducia in una legge dello Stato, stabilizzato un lavoro sommerso, dichiarato la loro situazione a prefetture e questure, e per aver pensato infine che la legge fosse uguale per tutti. Parliamo della “sanatoria” dei cittadini stranieri, anche se questo nome è improprio perché richiama alla mente condoni offerti ex post a chi, in un modo o nell’altro, ha fatto il furbo. Nel nostro caso, invece, non è di furbi che si tratta, ma di lavoratori onesti a cui è stata offerta la possibilità di vivere alla luce del sole. Non dimentichiamo nemmeno la natura discriminatoria del provvedimento, che ha sanato la posizione solo di chi lavorava nelle nostre case o assisteva i nostri anziani, lasciando costretti allo sfruttamento e alla clandestinità i dipendenti dell’industria e dell’agricoltura: l’ennesima bizzarria tutta italiana alla quale, purtroppo, ci siamo da tempo assuefatti.La regolarizzazione riguardava, come è ovvio, persone che erano prive del permesso di soggiorno prevedendo che non potessero regolarizzarsisolo gli stranieri che erano stati espulsi per gravi ragioni di ordine pubblico e sicurezza e che avevano commesso reati penali di una certa rilevanza. Così, di fronte all’apertura di un percorso di legalità, lavoratori e datori di lavoro sono “emersi”, hanno riempito moduli e dichiarazioni, pagato quanto dovuto (nelle casse dello Stato sono entrati 154 milioni di euro in contributi arretrati e marche da bollo), convinti di ristabilire così almeno una piccola fetta di legalità.Alla fine della procedura, ovvero al momento di consentire allo straniero che aveva fatto la regolarizzazione di ottenere l’agognato permesso di soggiorno, ecco che, dopo diverse settimane digrave confusione, con applicazioni della legge totalmente diverse tra le varie città,interviene la novità, contenuta in una “circolare interpretativa” della polizia: è vero, vi si sostiene, che la sanatoria regolarizza i clandestini, purché però gli interessati non siano “troppo” clandestini; via libera alla regolarizzazione di coloro che hanno ricevuto un solo decreto di espulsione; niente da fare invece per coloro che di decreti di espulsione ne hanno ricevuto più di uno; anche se sono emersi, anche sequanto dovuto è stato pagato, anche se hanno un lavoro, una casa, una identità. Secondo la citata interpretazione, la disobbedienza all’ordine di espulsione ripetuta più volte (considerata reato penale dalla legge sull’immigrazione) equivarrebbe, come gravità, a reati che la legge prevede come ostativi alla regolarizzazione quali ad esempio truffa, fabbricazione di esplosivi, furto aggravato, lesione personale etc.L’interpretazione sopra proposta ci colpisce profondamente, perché riteniamo operi uno stravolgimento della legge determinando una situazione non rispettosa dei principi di uguaglianza, ragionevolezza e non discriminazione che sono alla base del nostro vivere civile e del nostro ordinamento costituzionale. Come persone che credono in uno stato di diritto siamo infatti allarmati se chi è rimasto a vivere nel nostro Paese senza un documento di soggiorno viene messo sullo stesso piano di consumati criminali.Riteniamo che si debba evitare di generare un autentico circolo vizioso, visto che lo scopo della norma era proprio quella di regolarizzare chi era rimasto senza documenti di soggiorno, e che non ha alcun senso distinguere tra coloro che erano stati espulsi (sulla carta) una sola volta da coloro che lo sono stati (sempre sulla carta) più volte.Come possiamo non vedere che questa differenza tra situazioni identiche è del tutto casuale ed è legata alla maggiore visibilità di alcuni rispetto ad altri a causa del colore della pelle o alla povertà?Come possiamo non notare che tutta questa vicenda ha il sapore di una beffa nei confronti di chi- lavoratori e datori di lavoro- ha creduto nella legalità, aderendo alla regolarizzazione? Come possiamo tacere, se il messaggio che emerge è che fidarsi delle autorità è sciocco, che conviene sempre rimanere invisibili, far lavorare in nero, non pagare le tasse, in nome della convinzione tutta italiana che sia l’illegalità a premiare?Riteniamo che in questa storia sia possibile vedere uno dei tanti segni del degrado etico che sta investendo il nostro paese, sempre più forte con i deboli e sempre più debole con i forti. Constatiamo allarmati la diffusione di norme e prassi che, facendo leva sulla paura, riservano solo agli stranieri dei trattamenti di estrema durezza, mentre molte illegalità gravi e diffuse che scuotono il Paese vengono apertamente tollerate.Auspichiamo quindi che anche in questa piccola ma illuminante vicenda – che riguarda le persone che accudiscono i nostri anziani e puliscono le nostre case – alla fine prevalgano ragionevolezza e giustizia, ed è con questo spirito che ci rivolgiamo alle autorità e a tutti i cittadini e attendiamo fiduciosi le decisioni della Magistratura.Affinché non sia una storia di legalitàpunita.Un gruppo spontaneo di “datori di lavoro” a colf e badantiPer adesioni, scrivere a: sanatoriatruffa@gmail.comPrimi firmatari:Sergia Adamo – ricercatrice Università di Trieste Daniela Antoni – Cobas scuola Trieste Simona Baldanzi – scrittrice don Albino Bizzotto – Beati i costruttori di pace Silvia Bon – storica Maria Bonafede – moderatrice della Chiesa Valdese – Unione delle Chiese Valdesi e Metodiste in Italia Giovanna Botteri – corrispondente Rai per il NordAmerica Antonella Bukovac – poetessa Paolo Cacciari – giornalista Fulvio Camerini – medico Gianfranco Carbone – avvocato Massimo Carlotto – scrittore Pierluigi Celli – direttore LUISS (libera università degli studi Guido Carli) Michel Charbonnier – pastore della Chiesa Valdese di Trieste don Luigi Ciotti – Gruppo Abele e Libera Massimo Cirri – autore teatrale, psicologo, conduttore della trasmissione radiofonica “Caterpillar” Radio 2 Walter Citti – responsabile sezione FVG ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione) Roberta Colacino – attrice Daria Colombo – scrittrice Comunità Valdese di Trieste Coordinamento donne contro il razzismo della Chiesa internazionale delle donne di Roma Mauro Covacich – scrittore Alessandro Del Lago – docente Università di Genova don Pierluigi Di Piazza – presidente Centro Balducci Valerio Evangelisti – scrittore Lilliana Ferrari – docente Università di Trieste Dario Fo – attore, Premio Nobel per la letteratura Gianluca Gabrielli – storico del razzismo don Andrea Gallo – Comunità San Benedetto al Porto Genova Fabrizio Gatti – giornalista Franco Giraldi – regista Vincenzo Guerriero – giornalista televisivo RAI (“Presa diretta” – RAI3) Irma Guzman – mediatrice culturale Margherita Hack – astrofisica Veit Heinichen – scrittore Riccardo Iacona – giornalista televisivo RAI (“Presa diretta” – RAI3) Anna Illy – imprenditrice Roberto Lamacchia – presidente Associazione Giuristi democratici Domenico Lucano – Sindaco di Riace Claudio Magris – scrittore Maria Luisa Matero – avvocato Moreno Miorelli – organizzatore della Stazione di Topolò Sabrina Morena – regista Grazia Naletto – ricercratice, vicepresidente Associazione Lunaria Boris Pahor – scrittore Bojana Pavicevic – mediatrice culturale Giorgio Pellis – medico Vincenza Perilli – ricercatrice Maurizio Pessato – amministratore delegato SWG spa Carmela Pignato – docente Università di Trieste Ugo Pierri – pittore Donatella Pini – docente Università di Padova Rosella Pisciotta – Teatro Miela/Bonawentura Giorgio Pressburger – scrittore e regista Franca Rame – att
rice Melita Richter – mediatrice culturale, docente Università di Trieste Annamaria Rivera – antropologa, saggista, docente Università di Bari Franco Rotelli – medico Pieraldo Rovatti – docente Università di Trieste Pino Roveredo – scrittore Paolo Rumiz – scrittore, giornalista padre Antonio Santini – Beati i costruttori di pace Chiara Sasso – coordinatrice Rete comuni solidali Gianfranco Schiavone – presidente ICS-Consorzio Italiano di Solidarietà Filippo Solibello – autore, conduttore della trasmissione radiofonica “Caterpillar” Radio 2 Marco Sofianopulo – compositore, direttore della Cappella Civica del Comune di Trieste Marina Spaccini – medico Pierluigi Sullo – direttore della rivista Carta Gino Strada – chirurgo, fondatore di Emergency Susanna Tamaro – scrittrice Giorgio Tambulini – medico Ciro Tarantino – ricercatore Università della Calabria Francesca Terzoni – avvocato, “comitato nazionale 1 marzo” Giacomo Todeschini – docente Università di Trieste Giuseppe Trebbi – docente Università di Trieste Lorenzo Trucco – presidente nazionale ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione) Edvino Ugolini – poeta Viviana Valente – giornalista Gabriella Valera – docente Università di Trieste don Mario Vatta – Comunità di S. Martino al Campo Claudio Venza – docente Università di Trieste Roberto Vecchioni – cantante Roberto Weber – presidente SWG spa Claudio Zaccaria – docente e direttore del CISEM Università di Trieste Maurizio Zacchigna – attore Alex Zanotelli – missionario comboniano Anna Zoppellari – docente Università di Trieste Nazarena Zorzella – vice presidente ASGI

Argomenti: ColfGiustiziaSanatoria

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