Abbiamo ricevuto questa lettera dagli studenti del centro EDA di Chiari. Un contributo sulle ragioni del Primo Marzo che pubblichiamo volentieri, condividendone il contenuto.
Grazie da Albanianews.
Lunedì 1 marzo è stato indetto uno sciopero degli immigrati in cui abbiamo deciso di non andare al lavoro, a scuola, al supermercato, perché in “un giorno senza di noi” gli italiani capiscano quanto siamo importanti per questo Paese. Le ragioni che ci hanno spinto a prendere questa decisione sono molte e vorremmo spiegarne alcune.Un grosso problema è quello del permesso di soggiorno: senza lavoro non possiamo ottenerlo. Almeno prima, al momento della richiesta, veniva rilasciata una ricevuta con la quale era possibile continuare a lavorare, ma ora non più! Inoltre dedicarsi alla preparazione dei documenti richiede molte spese, attese lunghe e troppo tempo perso.
Siamo poi molto preoccupati per i nostri figli: anche se sono nati in Italia non possono ottenere la cittadinanza fino a 18 anni, e poi a scuola è stato deciso che in una classe non possano essere più del 30%, ma perché è necessario dividere i bambini italiani da quelli stranieri?Purtroppo ci troviamo in un periodo di crisi, ma non la devono pagare solo gli immigrati. Non è stata causata da noi, anzi lo Stato italiano dovrebbe cercare di aiutarci e prevedere dei sussidi anche per le nostre famiglie in difficoltà: basta con i licenziamenti e gli sfratti.
Gli italiani dovrebbero anche capire che noi siamo molto importanti perché ci occupiamo dei lavori più umili che loro si rifiutano di fare, e siamo spesso sfruttati e sottopagati.
Siamo molto colpiti dal comportamento dei politici italiani che non dicono chiaramente cosa pensino degli stranieri, ma ancora peggio è vedere alcuni candidati che parlano molto male degli immigrati per ottenere più voti dai cittadini italiani. Noi tutti vogliamo prenderci carico dei nostri doveri, ma vogliamo che vengano rispettati anche i nostri diritti. Quindi speriamo che possa esserci davvero una legge uguale per tutti, perché essere stranieri non è un reato, e magari presto poter esprimere la nostra opinione anche attraverso il voto. Ma ci vogliono anche leggi giuste che tengano in considerazione i nostri reali problemi, quindi no al permesso a punti, alla legge Bossi-Fini, alle varie iniziative dei sindaci (per esempio il “Bianco Natale”) o all’idea sulla metro milanese di avere carrozze riservate solo agli extracomunitari.
Molti, infine, pensano che gli stranieri siano solo incapaci e ignoranti, ed è un altro grosso problema non avere la possibilità che i nostri titoli di studio siano riconosciuti anche qui. Gli italiani dovrebbero ripensare a quanto sia stata dura vivere da immigrati, lontani dalla famiglia e sommersi da mille problemi, dal momento che lo sono stati ancora prima di noi!Ora è arrivato il momento di dire basta a tutte queste forme di intolleranza che ritroviamo al lavoro, nelle scuole, negli uffici pubblici, per le strade, in troppi momenti della vita quotidiana! Bisogna risolvere questa situazione e l’unica via di uscita è la collaborazione tra italiani e stranieri, ma un tale gesto si deve basare sul rispetto reciproco. Gli italiani devono capire che noi amiamo questo Paese tanto quanto loro, vogliamo che i problemi si risolvano perché questa è diventata anche la nostra terra, dove abbiamo deciso di vivere la nostra vita e far crescere i nostri figli. La strada dell’integrazione è lunga, ma può essere più semplice percorrerla insieme senza pregiudizi culturali! Solo così potremo insieme risollevare le sorti di quest’Italia in crisi e renderla presto un Paese migliore economicamente ed umanamente.
Gli studenti del Centro EDA di Chiari