Colorato, partecipato e pacifico il Primo Marzo fiorentino per far presente all’Italia l’altra faccia dell’immigrazione, non quella del carnefice ma, piuttosto, quella vera, vittima di un’opinione pubblica ormai satura di odio contro la diversità. Mai come in questo primo “giorno senza di noi”, il giallo, colore simbolo del movimento e predominante in Piazza S.
S. Annunziata a Firenze, ci ha trasmesso tanto calore.
La manifestazione è iniziata alle 16:00, e sul palco improvvisato in piazza, sono saliti in tanti, stranieri e italiani. Chi per recitare poesie sulla liberta, chi per rivendicare i propri diritti, chi per esprimere la propria rabbia per la mancanza di aiuto o “di un tetto sopra la testa”. Persone che hanno rispecchiato la società, l’Italia di oggi che vive un clima di razzismo e xenofobia. Complici i mass-media che per “vendere” sbattono in prima pagina le foto degli “invasori”, e la classe politica che per essere eletta strumentalizza l’immigrazione, facendo breccia sulle paure degli italiani.
Durante la manifestazione anche un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell’immigrazione seguiti dagli interventi dell’Imam Izzedin El Zir e dell’Archimandrita dei arabi melchiti Abuna Julio. Invece, verso le 18.00, in contemporanea con tutte le piazze italiane che hanno aderito al Primo Marzo, i bambini hanno lanciato palloncini gialli. Dopo questo bellissimo momento, in piazza sono arrivati i COBAS e il Movimento “Lotta per la casa”. È stato un migrante a spiegare i motivi della loro adesione e ricordare come con il passare degli anni le leggi sull’immigrazione sono peggiorate. La manifestazione ha continuato con la musica dei Fiati Sprecati e Percussionisti senegalesi.
Presenti in piazza molti attivisti delle 55 associazioni che hanno aderito all’iniziativa. Tante ma per Daniele Frigerio, uno degli organizzatori, un numero cosi elevato di adesioni e associazioni era prevedibile e aumentava esponenzialmente di giorno in giorno. “L’iniziativa è nata ed è stata organizzata in modo molto naturale e a costo zero” tiene a sottolineare Frigerio. Nota positiva anche quella di Giuseppe Cazzato: “In realtà, si era partito con l’idea che non ci sarebbe stata un’alta partecipazione, anche in 50 sarebbe stato un inizio. Però vedo che oggi siamo molti, e soprattutto mi fa piacere che tra i presenti ci sono italiani che solidarizzano con gli stranieri”. Per il portavoce dell’Associazione Fuoribinario, impegnata a fianco dei senza dimora, il Primo Marzo è necessario per dare voce non solo agli stranieri, ma anche a tutti coloro che vivono e si riscontrano ogni giorno con chi ha paura della diversità.
Invece secondo i rappresentanti dell’Associazione degli Studenti Albanesi a Firenze, la responsabilizzazione dei migranti è cruciale: “Forse dovevamo essere di più ma è già un buon risultato. A volte la colpa della mancata integrazione non è soltanto di chi parte prevenuto nei confronti di noi stranieri, ma anche da parte nostra che, come oggi, molto spesso pensiamo che alzare la voce e chiedere i nostri diritti non serve a nulla. Una sana autocritica non sarebbe sbagliata”.
L’iniziativa è stata accolta benissimo anche dalla FLC-CGL che nonostante non erano d’accordo con lo sciopero lavorativo si sono uniti in piazza per dare solidarietà agli stranieri, chiedere la regolarizzazione di tutti gli immigrati che vivono e lavorano sul territorio e l’abrogazione della legge razzista Bossi-Fini.
Il Primo Marzo a livello nazionale e locale nasce come bisogno di lanciare all’opinione pubblica e alla classe politica un segnale forte e chiaro: la saldatura tra razzismo popolare e razzismo istituzionale, che per varie deplorevoli ragioni si è prodotta in questi anni, è infame e destinata a saltare! Non solo perché anche in Italia gli immigrati sono fondamentali per l’economia e per tamponare le patologiche carenze del welfare italiano, ma anche perché si comincia a capire che circolari e provvedimenti legislativi che colpiscono i migranti in quanto categoria e frantumano i loro diritti rappresentano una minaccia anche per la tenuta della democrazia e della coesione sociale. Ricordiamoci che gli immigrati di oggi saranno gli italiani di domani, ecco perché il Movimento Primo Marzo continuerà a crescere e consolidarsi soprattutto dopo la manifestazione.