Rapporti economici solidi, visione politico-diplomatica comune. Gratitudine per il sostegno che Roma da sempre da all’Albania.A pochi giorni dal termine del suo mandato, durato sei anni e mezzo, l’ambasciatore albanese a Roma, Llesh Kola, fa il punto sui rapporti bilaterali e sul cammino euro-atlantico del suo Paese. Rapporti, quelli con l’Italia, che torna a ribadire essere ottimi. In primis dal punto di vista economico, con il Belpaese primo partner commerciale. ”Nel 2005 – ricorda Kola ad ANSAmed – l’interscambio fra i due Paesi era di 893 milioni di euro, nel 2010 ha raggiunto i 2 miliardi. Circa il 40% della nostra bilancia commerciale albanese è realizzata grazie agli scambi con l’Italia, mentre un quinto degli investimenti diretti stranieri in Albania, sono originati da imprese italiane”.
Oggi, sottolinea, le aziende italiane presenti sul territorio albanese sono salite a 400. Saldi anche i rapporti tra i cittadini albanesi e l’Italia. ”Dal mio insediamento, nel 2006, il numero di presenze di albanesi è cresciuto del 47%”. Anche se gli arrivi sono aumentati, a ridursi sono state le rimesse.
”La crisi che ha colpito l’Italia ha provocato un forte calo delle rimesse, passate da una media di 900 milioni euro l’anno del periodo pre-crisi (2008) a 560 milioni dello scorso anno”.
Eppure, rassicura il diplomatico, ”non stiamo assistendo a un rientro dei nostri cittadini in patria come invece sta accadendo dalla Grecia”. Sul piano politico nel 2010 Italia e Albania hanno siglato l’accordo di partenariato strategico, mentre per il periodo (2010-2012) entrambi i Paesi hanno concluso un accordo di cooperazione per lo sviluppo di progetti del valore complessivo di 51 milioni di euro. Italia grande alleato e sponsor dell’Albania, torna a ribadire l’ambasciatore.
”Roma ci ha sostenuto molto sia per il nostro ingresso nella Nato, ma anche nel facilitare i nostri rapporti con Bruxelles. Per esempio, garantendo per noi nel dialogo per la liberalizzazione dei visti con l’Ue”. E a proposito di Ue, dice: ”se l’Albania non ha ancora superato le condizioni poste da Bruxelles per ottenere lo status di candidato all’Ue, è segno che manca la volontà politica di Tirana per compiere gli sforzi necessari per entrare a fare parte della grande famiglia europea”. Parla di una mancanza di responsabilità da parte dell’opposizione parlamentare che al momento di votare le leggi necessarie ad attuare le riforme richieste da Bruxelles, ”ha fatto mancare il suo sostegno per far sì che potessero essere compiuti quei progressi richiesti dall’Ue nel campo della giustizia, della pubblica amministrazione e delle regole parlamentari”.
Un errore, afferma. Test cruciale per l’apertura dei negoziati saranno le elezioni di giugno prossimo. Nel frattempo la partita si gioca anche su altri tavoli. Come quello dell’Iniziativa Centro Europea (Ince), ”di cui l’Italia è locomotiva”, rimarca Kola. Serve, conclude, ”maggiore concretezza, più comunicazione tra le istituzioni dei Paesi membri, nuovi progetti nel settore dei trasporti per avvicinare le due sponde dell’Adriatico e più iniziative in campo economico e culturale”. Ansa