Le autorità italiane hanno pubblicato il rapporto annuale sul ruolo che l’emigrazione ha nell’economia italiana: la comunità degli emigranti albanesi è una delle componenti principali del prodotto interno lordo di questo Paese.
Gli emigranti albanesi sono quelli più storici in Italia in questi ultimi 3 decenni e l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte di molti di loro ha fatto apparire in calo anno dopo anno il numero degli emigranti albanesi.
Secondo il rapporto annuale appena pubblicato, oggi in Italia vivono 440.854 emigranti albanesi, che si classificano al secondo posto dopo quelli rumeni, 1,207.919.
Il numero totale di immigrati provenienti da tutte le comunità straniere residenti in Italia è di 5,3 milioni, il 50% proviene dai paesi del continente europeo e il 30% dagli Stati membri dell’UE, riporta Ora News.
Le tasse e i contributi annuali versati dagli immigrati in Italia valgono 18 miliardi di euro
Gli immigrati albanesi occupati sono tra i più numerosi dopo quelli rumeni e insieme ai lavoratori ucraini, cinesi e marocchini costituiscono le 5 nazionalità principali del 50% degli occupati in Italia.
Il 7,8% di loro sono albanesi e la percentuale più alta è occupata nelle regioni di Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, ecc.
Il rapporto 2020 evidenzia un aumento significativo dell’imprenditorialità degli immigrati albanesi in Italia rispetto a un anno fa
Il numero di imprenditori albanesi in Italia oggi è 46.917, con un aumento del 34,4% in più rispetto al 2019, che era di circa 34 mila.
Gli imprenditori emigrati albanesi sono al quarto posto per numero, dopo gli imprenditori cinesi, rumeni e marocchini.
I settori principali delle loro attività sono l’edilizia, i servizi, alberghieri e ristorazione, il commercio e l’agricoltura. La maggior parte delle imprese sono posizionate in Lombardia, Toscana, Lazio, Veneto, Emilia Romagna, riporta Ora News.
Le imprese straniere in Italia hanno un valore aggiunto di 125,9 miliardi di euro, pari all’ 8% dell’economia italiana.
La ricchezza prodotta dal lavoro migrante vale il 9,5% del PIL, equivalente a 147 miliardi di euro, mentre il loro potenziale potrebbe essere “pulito” se non venisse ostacolato da immigrati clandestini e dal lavoro sommerso.
“Sanatoria 2020”: il grande processo di legalizzazione dei clandestini che è stato intrapreso quest’anno dal governo “Conte 2” ha portato allo Stato italiano un contributo immediato di 30 milioni di euro, come tasse e imposte pagate dagli immigrati che hanno presentato domanda di permesso di soggiorno.
Si prevede che entro il 2020 tale importo raggiungerà i 360 milioni di euro sotto forma di tasse e contributi versati dagli immigrati appena muniti di regolare permesso di soggiorno.
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