Il porto, da che umanità esiste, è il fiore all’occhiello di ogni città che dedica la propria esistenza al mare. Quello di Bari, invece, arrivata l’estate, sembra votato a nuovi impegni letterari, giacché ci si potrebbe ambientare una nuova tappa dell’Odissea.
Non solo croceristi passano da Bari. Se per loro siamo su cifre intorno alle 600.000 presenze, il traffico più importante è quello dei viaggiatori con traghetto.
Qualche dato. Nel solo primo week-end del mese di agosto sono transitate più di 50.000 persone, 10.000 automobilisti, 1800 motocicli e più di 90 autobus. L’80% di essi destinati a Paesi al di fuori dell’UE, che necessitano di maggiori controlli ai fini della sicurezza.
Tre sono le destinazioni chiave verso est: Grecia, Croazia e Albania. L’ultima, Paese extra-Schengen, è quella che subisce i maggiori disagi della disorganizzazione dell’attività portuale.
Negli ultimi anni anche i turisti italiani, che hanno deciso di trascorrere lì le vacanze, hanno sì scoperto le bellezze d’Albania ma hanno, ahimè, scoperto anche le peripezie per arrivarci.
Roba da mettersi le mani ai capelli e tirar giù Madonne e Santi: uno, al massimo due, sportelli aperti e file da incubo per i vacanzieri. Così, anche i turisti nostrani palpano con mano il disagio al limite dell’assurdo a cui, ormai, gli amici albanesi sono abituati per una sostanziale educazione al quieto vivere.
E in estate il disservizio raddoppia, giacché non ci sono solo le usuali tratte notturne, ma ne vengono aggiunte di diurne. Il che dovrebbe servire per snellire in modo uniforme il traffico di gente, e invece, amplifica il parapiglia. Quasi sempre, infatti, le partenze delle 12.00 slittano mediamente alle 14, se non alle 15 o, come mi è capitato personalmente ad agosto 2015, direttamente alle 16.
Se, come comunicato da Patroni Griffi, le criticità sembrerebbero (il condizionale è d’obbligo) essere state molto ridimensionate per chi imbarca a piedi, la tragicommedia è sempre dietro l’angolo per chi parte in auto.
Si, tragicommedia, perché si ride per non piangere.
Tempi biblici per controllare le auto che imbarcano, temperature di fuoco che avvampano l’aria per colpa dei motori che restano accesi anche quando le auto sono ferme in coda, perché non sai mai quando devi essere pronto allo scatto per andare avanti.
Roba che se vuoi uscire dall’auto per sgranchirti le gambe, ci rinunci proprio, che ti sembra di stare in una camera a gas all’aperto.
Se gli adulti ce la fanno, più o meno… il massimo del disagio è per i bambini. Loro sì che piangono, e giustamente. Alcuni sono veramente piccolissimi e il sole cocente dell’estate pugliese mal lo sopportano. Tanti sono anche gli anziani. Non è un mistero che tanti albanesi portino in Italia i loro genitori a curarsi. Il rischio disidratazione, come per i bambini, è dietro l’angolo anche per loro. Ma non sono tenerosi come gli infanti e allora non ci si fa tanto caso.
Al malumore delle famiglie albanesi, ormai da qualche anno, si è aggiunto anche quello delle famiglie italiane che hanno deciso di partire per il Paese delle Aquile.
Famiglie che ormai dividono il famoso mal comune per avere il mezzo gaudio di sbarcare in quell’esempio di super-efficienza che è il nuovo Porto di Durazzo.
E dire che, memori delle passate esperienze, già a maggio di quest’anno la D.ssa Fabiola Ismaili, albanese che vive da anni in Italia ed è una habituée della tratta Bari-Durazzo, aveva aperto on-line una petizione volta a chiedere alle Autorità delle migliori condizioni di viaggio in tutta l’area del Porto di Bari, quindi non solo nell’area doganale ma anche nelle aree di transito passeggeri.
La petizione era stata accolta anche dalla testata editoriale Albania News, che aveva poi pubblicato la risposta ricevuta dall’Autorità Portuale.
Lasciamo a chi ha viaggiato fino a pochi giorni fa da e verso l’Albania l’onere di testimoniare se qualcosa sia cambiato in meglio. In realtà, basterebbe fare un giro in rete per capire gli umori dei viaggiatori dell’estate 2019. Aprite Facebook e…piatto ricco, mi ci ficco!
Noi baresi chiudiamo l’estate con un ennesimo carico di vergogna e chiediamo scusa a nome dell’Autorità Portuale. Con l’auspicio che l’estate 2020 faccia tesoro di quella di quest’anno e non presenti le stesse criticità.
/ di Katia Pisani