“Nel mio Paese splende il sole, la gente sorride sempre e la semplicità della vita ti travolge”.
Frasi come questa sentiamo spesso dai nostri amici che immigrano in altri paesi e naturalmente certe volte succede chiedersi “ma perché non tornano da dove sono venuti?”Altre volte non si da il giusto valore al paese in cui si vive e si elogiano solo le proprie radici. Una posizione di difesa, comune a molti migranti e dovuta a fattori diversi tra i quali i pregiudizi e la diffidenza. L’Associazione “Scanderbeg” di Parma invece ha scelto un’altra via per “difendersi”, quella dell’apertura e della conoscenza.“Io amo l’Italia, io ho scelto di vivere in Italia, i miei figli sono italiani ma porto sempre nel cuore l’Albania, il paese delle orgogliose aquile che mi ha reso l’uomo che sono, ed ecco perché…”. Cosi, il 20 febbraio scorso, al Teatro del Vicolo di Parma, “Scanderbeg” ha dato vita a uno spettacolo commuovente ed allegro nel contempo, dal titolo “Le radici non migrano” (Rrenjet nuk mergojne)Un nonno viene a trovare i propri nipoti trasferiti da anni a Parma. Timoroso di non riuscire a coccolarli e raccontarli nella sua lingua scopre invece di essere lui a dover apprendere molto da loro.
Tra i compiti che la scuola italiana richiede e tra gli impegni lavorativi dei genitori, la voglia di essere se stessi e coltivare la cultura d’origine impegna tutti in questo spettacolo in cui piccoli italiani, figli di albanesi, parlano e recitano la lingua dei padri.“Le radici non migrano” è aperto a tutti per far conoscere a chi è interessato la cultura albanese. Scritto e diretto dal regista Albert Bekja, in collaborazione con Lindita Sota Bekja e i membri dell’Associazione, ha regalato emozioni forti tra recita, poesia, musica e danza albanese, portando cosi ancora una volta un pezzo dell’Albania agli albanesi di Parma e ai parmigiani.