In questi giorni, in moltissimi comuni toscani, cosi come nel resto del paese, sono stati aperti i bandi per il reperimento di personale da utilizzare come rilevatori per il censimento 2011.
I bandi prevedono l’accesso alla selezione solamente ai cittadini italiani oppure equiparati, escludendo di fatto tutti i cittadini non comunitari regolarmente residenti da anni nei nostri comuni. Trattandosi solamente di “collaboratori occasionali”, i rilevatori non sono assolutamente paragonabili ai pubblici dipendenti e quindi, non esiste nessun motivo ostativo affinché vi possano partecipare anche i non comunitari regolari. L’Ufficio Nazionale contro le discriminazioni (UNAR) ha già scritto una nota, in cui sostiene che la norma è totalmente discriminatoria nei confronti degli immigrati. Un giudice di Milano ed uno di Genova, a seguito di ricorsi di cittadini stranieri sostenuti da ASGI, che da anni fa da apripista nel campo del diritto antidiscriminatorio, hanno ingiunto ai rispettivi comuni di riaprire i bandi. La Rete degli albanesi in Toscana (RAT Onlus), chiede pertanto a tutti i comuni toscani, di procedere alle modifiche dei bandi, ove ancora aperti, o di riaprire i termini di scadenza se sono stati chiusi. Questi sono i casi in cui si possa dimostrare davvero che anche a livello locale non si discrimina e si è coerenti con quello che si dice. In questo caso non c’è nessuna legge nazionale che vieti ai comuni di aprire le selezioni anche ai cittadini non comunitari, pertanto sarà solamente responsabilità dei comuni stessi se non eliminano questa discriminazione. La RAT si augura che i comuni toscani, coerenti con quello che hanno sempre detto in materia di rispetto dei diritti e pari trattamento delle persone, possano procedere nelle modifiche opportune. In caso contrario, come organizzazione promuoveremmo, anche attraverso la consulenza e il supporto dell’Asgi, ricorsi simili a quelle di altre città in Italia.