Chi se ne!? non me ne frega! non mi tocca! Queste sono alcune affermazioni fatte da alcuni miei connazionali in diverse occasioni parlando del progetto Tav – Valle di Susa, ma al numero uno della classifica non sono le suddette ma: “Ty, ç’fare te hyn ne xhep?” letteralmente: “A te che te ne viene in tasca?”Tra questi, anche mia madre.-Mamma, tu lo sai che cos’è la Tav in Val di Susa?-Certo che lo so, guardo anche io il telegiornale!-Quindi?-È una linea ferroviaria veloce che trasporterà molte merci e tantissime persone verso la Francia!Non ho dovuto nemmeno chiedere a mia madre quale telegiornale guardasse tanto in questi tempi grigi, sul tema della linea Tav Val di Susa: uno vale l’altro. Mi limitai quindi a darle pochi e striminziti dati.
Cioè, che esiste già una linea ferroviaria che funziona a un quarto della capacità e non perché manchi la struttura o perche “storica”, ma perché non ci sono sufficienti merci da trasportare; le ho anche detto che fino a qualche anno fa esisteva un treno passeggeri Torino-Lione ed era un treno ad alta velocità, ma costava troppo ed erano in pochi a prenderlo. Poiché non conveniva, soppressero la linea.
Non nominai nemmeno la lotta del popolo della valle, i soprusi subiti, gli espropri illegali, le violenze continue e mai mostrate dal suo telegiornale (qualunque esso fosse), non le parlai nemmeno dell’inquinamento e le relative malattie che una simile opera avrebbe portato alla popolazione indigena e per le quali erano già preventivati 10 000 malati nei primi anni dell’opera. Non parlai di tante cose a mia madre la quale dopo un attimo di riflessione e un aggrottarsi pensoso di sopracciglia mi disse: “Ma allora, questi, vogliono mettere le mani nelle nostre tasche!?”-Sì, come vedi, la tasca c’entra!