Nonostante le proteste dei famigliari delle vittime Eternit di Bagnoli e Rubiera (entrambi i casi caduti in prescrizione), la sentenza del tribunale di Torino è destinata a passere alla storia.La più grande causa in materia, con oltre 6000 richieste di parti civili, più di duemila morti, seicentocinquanta malati, oltre ottanta milioni di risarcimento alle parti civili e 16 anni di carcere per i due ex vertici Eternit, De Cartier e Schmidheiney.
In questi giorni e in quelli a venire sentiremmo ancora parlare di questo caso che ha già fatto giurisprudenza, vedremo spuntare ancora titoli gaudenti o tristi. Entusiasmanti, per ciò che riguarda a chi finalmente ha potuto dire “giustizia è fatta” e titoli amari per i “morti di serie B” degli stabilimenti di Bagnoli di Napoli e Rubiera in Reggio Emilia. Ma, nella concitazione della sentenza ce una voce che spunta al di fuori della mischia ed è quella della presidentessa dell’associazione delle vittime del amianto, Romana Blasotti Pavesi, ottantaquattrenne dallo spirito combattivo la quale ha perso 4 familiari a causa del amianto ma ancora non da tregua.Questa è una continuazione – esclama in un intervista a Radio art.1, dopo la sentenza – non è ne la fine e ne l’inizio! Su ciò invece che accadrà ai due condannati De Cartier e Schmidheiney ha le idee ben chiare: i responsabili faranno domiciliari in villa – e continua – Mi domando in quale delle tante case in cui vanno, andranno a fare gli arresti domiciliari, che ci sia piscina, comfort e compagnia bella?Purtroppo, la strage firmata Eternit non è ancora terminata. Il picco massimo delle vittime è atteso tra il 2015-2018 giacche le malattie ad esse collegate si manifestano anche dopo 40 anni(fonte Ispesel) dall’esposizione alla materia cancerogena.