Sono due proposte di legge di iniziativa popolare che modificano le vigenti norme sulla Cittadinanza e sul diritto elettorale amministrativo per i non comunitari.
Una riconosce come italiano chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri o ha frequentato almeno un ciclo scolastico qui, prevedendo inoltre l’attribuzione della cittadinanza allo “straniero che risiede legalmente da almeno cinque anni nel territorio della Repubblica”. L’altra riconosce il diritto elettorale attivo e passivo nelle elezioni comunali, provinciali e regionali ai non-cittadini italiani che abbiano maturato cinque anni di regolare soggiorno in Italia. Per portare le due leggi in Parlamento è necessario raccogliere 50 mila firme di cittadini italiani entro la fine di febbraio. Così è partita la campagna “L’Italia sono anch’io”, promossa da 19 organizzazioni che vanno dall’Arci alla Caritas alla Rete G2 – Seconde Generazioni. Il proposito dei promotori si evince chiaramente dal manifesto: portare il tema della cittadinanza all’attenzione dell’opinione pubblica e avere al proprio fianco il maggior numero possibile di Istituzioni, forze politiche e sociali, del mondo del lavoro e della cultura, nonché ogni persona che voglia impegnarsi per far crescere il numero dei diritti che gli italiani sono riusciti ad ottenere mobilitandosi.
In queste ore un ulteriore slancio all’iniziativa viene dalle parole pronunciate dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso della cerimonia al Quirinale sui ‘Nuovi cittadini italiani’, di cui vale la pena riportare un passaggio:“All’interno dei vari progetti di riforma delle norme sulla cittadinanza, la principale questione aperta rimane oggi quella dei bambini e dei ragazzi. Molti di loro non possono considerarsi formalmente nostri concittadini perché la normativa italiana non lo consente, ma lo sono nella vita quotidiana, nei sentimenti, nella percezione della propria identità”. Un invito chiaro, quindi, ad aggiornare la normativa vigente, che può essere un mattone importante nella costruzione della trasversalità di cui c’è bisogno perché le leggi compiano l’iter parlamentare con successo.
Domenica 13 novembre a Torino, il Forum Immigrazione del PD, ad oggi il più forte sostenitore politico della campagna, ha affrontato in modo realistico la questione. Fino a febbraio la battaglia da sostenere è quella per la raccolta delle 50 mila firme necessarie a far arrivare le due proposte di legge in Parlamento. Da quel momento la palla passerà alle Camere e se non ci sarà una squadra di politici compatta nel sostenerle, risulterà l’ennesimo tentativo fallito. L’invito a far sì che ciò non avvenga, esortando il PD a dare seguito pratico ai propri ideali e gli altri soggetti politici ad appoggiare “L’Italia sono anch’io”, è emerso dagli interventi di Marco Pacciotti, Coordinatore nazionale del Forum Immigrazione PD e Ilda Curti, Assessore alle politiche di integrazione e all’Urbanistica del Comune di Torino. “Il momento è qui e ora, non è più concesso posticipare la questione perché ci sono altre priorità. Oggi la priorità è questa quanto lo spread” esortava la Curti domenica, anticipando le parole pronunciate martedì 15 novembre dal capo dello Stato: “Senza il contributo dei nuovi cittadini anche il fardello del debito pubblico sarebbe più difficile da sostenere”.I prossimi appuntamenti per la raccolta firme in molte città italiane sono sabato 19 novembre e il 17-18 dicembre.