Giulia Bondi è stata da ottobre 2009 direttore responsabile di Albania News. Con questa lettera aperta saluta il nuovo direttore, Franco Tagliarini, e tutti voi, lettori di questo portale.
Cari lettori e collaboratori,
Sto per lasciare la direzione responsabile di AlbaniaNews.
Con questa lettera aperta vorrei salutare il nuovo direttore, Franco Tagliarini, e tutti voi, ripensando alla nostra avventura insieme. Sono passati quasi due anni da quando, nel chiostro di una biblioteca di Modena, mi resi disponibile per questo incarico, che come tutti quelli di AlbaniaNews è volontario e gratuito. Il gruppo fondatore intendeva trasformare il sito già esistente in una testata regolarmente registrata, per contribuire alla nascita della Rete Mier, che unisce i mezzi di informazione interculturale dell’Emilia-Romagna. Ho offerto la mia cittadinanza e il mio tesserino, perché la legge del nostro Paese prevede che ogni direttore responsabile debba essere cittadino italiano e giornalista iscritto all’Ordine. Uno straniero, insomma, non può farlo. In cambio, avrei avuto l’occasione preziosa di conoscere più da vicino l’Albania.
Di fatto mi sono limitata a scrivere pochi articoli e rivederne altri, quelli che sembravano più delicati. La definizione della “linea editoriale” è sempre rimasta a Olti Buzi. Presto, però, i tempi del web hanno cominciato a scontrarsi con quelli di un lavoro di controllo svolto nei ritagli di tempo. Spesso era impossibile rivedere abbastanza velocemente i pezzi. Molte volte sono mancata alle presentazioni e ai dibattiti a causa di altri impegni di lavoro.
È soprattutto per questo – la mancanza di tempo – che ho capito di non essere più adatta a questo ruolo. Alla base della mia scelta, però, ci sono anche alcune divergenze, sulla “linea” e sull’idea di “informazione interculturale”.
L’informazione, per me, dovrebbe essere soprattutto racconto di storie. Storie di immigrazione, di cittadinanza, di diritti conquistati o negati, di qua o di là dall’Adriatico. Personaggi, azioni, scelte, descritti in modo asciutto, lasciando le emozioni alla voce dei protagonisti. Se possibile, tanti fatti e poche opinioni. Perché mischiare fatti e opinioni, secondo me, è uno dei mali del nostro giornalismo.
L’intercultura credo significhi voler incontrare l’altro, rispettarlo, riconoscerlo come diverso, ma mai inferiore a me. Amare le mie origini, ma battermi perché i diritti siano di tutti. I diritti sono delle persone, prima che dei cittadini di uno o dell’altro paese.
Se le opinioni prevalgono sulle storie, manca l’informazione. Se l’identità diventa sopraffazione di chi è diverso, manca l’intercultura.
AlbaniaNews è piena di belle storie, da tanti mondi diversi. Eppure, ci sono stati articoli con poca informazione e poca intercultura. Niente che fossi costretta a censurare per timore di querele, ma qualche opinione troppo sprezzante, qualche idea troppo identitaria, per me non condivisibile. Se avessi più tempo, vorrei restare per discuterne ancora insieme. Un po’ ci abbiamo provato, poi credo di avere capito che la vocazione identitaria e il desiderio di lasciare spazio anche alle opinioni sono parte integrante della “linea” di AlbaniaNews. Non della mia.
Dispiace lasciare un progetto proprio quando inizia a spiccare il volo, ma chissà che ora, senza l’onere di controllare gli altri, io non trovi il tempo di scrivere qualche articolo in più. Sempre che il nuovo direttore me li lasci passare.
Ringrazio tutti per l’entusiasmo e l’accoglienza. E vi saluto, come si usa oggi, con un elenco.
Una dozzina di cose che ho amato di AlbaniaNews, in ordine sparso.
I continui restyling del sito di Olti
L’ironia dei racconti di Darien.
Le storie toccanti di Rita.
La passione di Manfred, per l’Albania e per l’Italia.
La precisione di Alban.
Le incursioni nel passato di Armillotta e Tagliarini.
L’amore per l’Albania di Antonio Caiazza.
Le poesie di Visar Zhiti
L’inchiesta sui consoli onorari di Issi.
Le chat con Pietro.
Le birre all’Irish pub.
Scoprire un’altra terra a distanza, nel racconto di chi la ama.
I contributi preziosi di tutti coloro che, nell’emozione, sto dimenticando di citare.
In bocca al lupo a tutti
Giulia Bondi