Elvana Bilali ha intervistato Giuseppe Martelli coordinatore della Sinistra Universitaria – UDU, in vista delle elezioni universitarie del 6-7 aprile prossimo all’Università di Firenze. Nelle liste di SU – UDU è stata candidata anche la studentessa albanese Stela Hajro.
Chi è, e cosa rappresenta Sinistra Universitaria?
Come ogni due anni, si fanno le elezioni per il rinnovo degli organi di facoltà e quelli centrali quali: il Senato, il Consiglio Territoriale del ARDSU e il Comitato Sportivo. Nei consigli di facoltà, ci sono i consigli di corso di laurea. Si vota ogni 2 anni tranne il fatto del DDL che è stato approvatoa gennaio e che ci porterà in voto tra un anno, perché cambieranno tutte le regole e gli organi che sono in funzione ora. Sinistra Universitaria si presenta dal 2001 e dal 2007 siamo dentro l’UDU il sindacato studentesco nazionale che è la più grande organizzazione studentesca che c’è, rappresentata da23 città e che da 16 anni svolge l’attività di sindacato di base, di incidere sulla condizione materiale della gente che vive lo studio all’università e si batte per una serie di cose che vanno dal numero chiuso, al diritto allo studio, alle mense e anche a temi politici, come può essere la difesa della Costituzione.Concretamente come procedete?
Da noi si fanno in ordine 3 cose specifiche: formazione, rappresentanza e conflitto. I nostri rappresentanti devono essere formati per fare attività politica. Dare risposte a chi ti chiede qualcosa non basta. I rappresentanti devono essere competenti nella conoscenza dei testi, delle leggi e degli ordinamenti. Facciamo rappresentanza, perchésiamo convinti che è molto importante per essere dentro gli organi centrali e quelli della facoltà. Infine creiamo conflitto, cioè poniamo i problemi in modo netto. Ad esempio dal 2007, stiamo facendo battaglie contro il numero chiuso. Quali sono le modalità nella scelta del candidato?
Dal 2009, ma anche da prima, nella costruzionedelle liste dei candidati optiamo sempre per la diversità di rappresentanza, cioè comporre delle liste più ampie possibili, anche se le critiche dicono che questo si fa solo per prendere più voti e spazi che prima non c’erano. Però, l’Università è un luogo dove non vota molta gente, quindi più del voto in sé, è il valore simbolico che uno gli dà.
Perché avete scelto Stela Hajro?
Stela Hajro è stata scelta non per il fatto di prendere voti dove non ci sono, ma perché riteniamo che sia una persona valida di rappresentarci. Comunque sia, negli anni che precederanno se Stela continuerà, dovrà far vedere quello che sa fare. Siamo convinti che con il nostro aiuto e i nostri consigli, lei sarà in grado di andare avanti benissimo. Stela rappresenta una parte degli studenti fuori sede, una battaglia che noi portiamo avanti da tanto tempo. Il tema del fuori sede, cioè di chi vive l’Università in un luogo kilometri lontano da casa, deve essere visto con più attenzione. I bisogni veri, trasporti, cultura, tasse che devono essere più basse, il diritto allo studio, borse e alloggio.
Riteniamo che lo studente sia un soggetto sociale, degno di essere trattato con tutte le attenzioni. Per questo, in lista abbiamoall’Ardsu anche un ragazzo del Senegal e uno del Congo, queste scelte sono state fatte non per creare una lista multietnica, ma per il semplice fatto che noi non possiamo rappresentare tutti, non sapendo i singoli bisogni e le singole necessità. Vogliamo dare la possibilità a tutti di rappresentarsi. Ci siamo confrontati anche altre volte per alcuni problemi, come ad esempio, quelli legati al permesso di soggiorno e anchetanti problemi che rappresentano diritti reali, che si legano al uomo e non al essere albanese, cinese, italiano o francese.I punti specifici?
Te ne posso dire tre. Il primo si lega al diritto allo studio. In questa città serve ricreare questo sistema. Per vivere bene a uno studente specialmente se fuori sede serve avere una borsa di studio, l’alloggio e la mensa. Ma uno studente fuori sede ha anche bisogno di altro: teatro, mostre e musei ad entrata gratuita o comunque ad un prezzo bassissimo. Un altro punto importante è la didattica,un sistema che è rimasto indietro e che sia giusto che abbia un evoluzione, quindi, cambiare le modalità di svolgimento delle lezioni. Cioè, di non avere solo unprofessore che viene efa le sue due ore di lezione meccanicamente, ma svolgendo la lezione coinvolgendo anche gli studenti, dare a loro le possibilità di interagire, creare dei gruppi, per poi svolgere seminari con i temi proposti dai studenti stessi per creare così un progetto di ricerca. Il terzo punto è il tema del diritto al voto per i fuori sede. Con l’Udu, da almeno 5 anni stiamo affrontando questo tema, e siamo convintiche sia albanesi, calabresi, turchi o studenti di qualsiasi nazionalità,se risiedono in un territorio per almeno 5 anni al massimo, debbono avere il diritto di poter votare per il Comune. Perché ci sembra che il Comune ci considera come turisti, come ospiti, e non come persone che vivono questa città in pieno. La potenza della democrazia è, se voti conti, se non voti non conti. Siamo convinti che i fuori sede abbiano il diritto di votare.