“Rilevanti perdite economiche del servizio”. E’ la ragione per cui Tirrenia sospenderà da dicembre il collegamento Bari-Durazzo, con conseguente temporaneo esubero di personale. I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Orsa hanno proclamato per lunedì 22 novembre uno sciopero di 24 ore per contestare il ricorso alla cassintegrazione straordinaria che interessa complessivamente 722 addetti.
Federlinea, l’associazione di armamento a cui aderisce la compagnia marittima attualmente in stato di amministrazione straordinaria, ha precisato che ci sarà una rotazione di 172 persone ogni giorno, per un massimo di 230 impiegati. La cigs inizierà a dicembre e durerà fino al 31 maggio del prossimo anno. Secondo i sindacati “l’avvio formale della cigs è un atto unilaterale einaccettabile che respingiamo. Il commissario ed il suo staff si erano impegnati a non procedere in atti formali con ricadute sul lavoro, senza un preventivo confronto. Non è accettabile nè giustificato – ricordano Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – che siano i lavoratori a pagare il contenimento dei costi operativi. Inoltre le conseguenze della prevista soppressione di linee di navigazione come la Bari-Durazzo, oltre a non essere motivata, predeterminano di fatto una riduzione dei servizi, e non possono essere scaricate sui lavoratori”. La decisione di Tirrenia di ricorrere agli ammortizzatori sociali deriva dallo stato di amministrazione straordinaria finalizzata alla liquidazione (il disavanzo è incompatibile con le finalità di tutela dei creditori, proprie della procedura straordinaria), dalla “contingente riduzione delle attività e di lavoro, correlate all’approssimarsi della stagione invernale, e dalla notoria situazione di crisi economica e finanziaria di dimensioni mondiali”. Le consistenti perdite economiche del collegamento, che non rendono più conveniente la tratta come in passato, dipendono anche dalla imponente concorrenza (peraltro molte società estere, battendo le bandiere di paradisi fiscali, non pagano gli oneri del registro navale italiano Rina). Da Bari l’Albania si raggiunge con una decina di compagnie: Azzurra Line (tutti i giorni con partenza ore 23.00 arrivo alle 08.00 a Durazzo), Adria Ferries (servizio trisettimanale anche da e per Ancona), Venezia Lines (catamarano veloce con trasporto auto), Ilion Lines (4 partenze settimanali e 9 ore di viaggio), Ventouris Ferries (2 navi con partenze giornaliere tutto l’anno), European Seaways: (il servizio è svolto con due navi ogni giorno dell’anno). Si aggiungono poi la tratta in cantiere per il porto vicino a Scutari, nel nord dell’Albania, e le Skenderbeg Lines (traghetto feriale da e per Valona) con partenza e arrivo a Brindisi, porto da tempo abbandonato, per analoghe ragioni di convenienza, dall’unica compagnia pubblica di navigazione italiana. Tirrenia, andata e ritorno ogni notte, con partenza alle 23 arrivo alle 7 in entrambe le direzioni (dai siti internet, nonostante l’annunciata soppressione, i viaggi risultano ancora prenotabili anche per il mese di dicembre), ha introdotto la linea Bari-Durazzo nel 1991.
Tirrenia è fra dei maggiori complessi armatoriali europei. Con un’ottantina di navi il gruppo (oltre a Tirrenia di Navigazione, ci sono la Divisione Adriatica, le società Caremar, Saremar, Siremar e Toremar) ogni anno effettua circa 100.000 traversate, percorre tre milioni di miglia, ospita a bordo 12 milioni di passeggeri, trasporta 2 milioni di auto al seguito, imbarca 6 milioni 500mila metri lineari di veicoli commerciali. Il personale complessivo ammonta a 1.379 unità, di cui 59 hanno già maturato i requisiti per l’accesso alla pensione. Per Filt, Fit e Uilt, “la decisione di far ricorso alla cassa integrazione, durante la procedura di privatizzazione di Tirrenia, genera confusione e può predeterminare esiti inaccettabili per i lavoratori”. La privatizzazione, spiegano i sindacati, può avvenire soltanto attraverso il mantenimento dei collegamenti attuali, le garanzie sull’occupazione e i contratti di lavoro. “Per questo –concludono i sindacati – il governo ed il commissario devono impegnarsi ritirare la procedura di ricorso alla cigs, le cui conseguenze sono solo a carico dei lavoratori”.
La joint a quote paritarie Aponte-Grimaldi-Onorato, “Compagnia italiana di navigazione” alla cui guida è appena stato nominato Ettore Morace, in corsa per l’acquisizione della compagnia, riuscirà ad evitare cassa integrazione e sospensione del collegamento Bari-Durazzo?