Quando viveva in Albania, poche persone conoscevano la provenienza di Drini. Originario di Permet, città dell’Albania Meridionale, figlio di una famiglia perseguitata dal regime comunista, egli preferiva affermare di essere di Valona. Oggi è il titolare di un ristorante-pizzeria a Berlino e sono in pochi a sapere che non è italiano.
“Una porzione di spaghetti con funghi”, ordina il cliente appena entrato. “Volentieri”, rispondeDrini Sakollari, ripetendo la stessa ordinazione in tedesco alla cuoca. Dopo di che, torna al tavolo con in mano una ciotolina piena d’olive e delle fettine di pane fatto in casa. “Pane e vino, è l’italiano piu’ bravo della zona”, scrivono su internet molti clienti del suo ristorante. Sono in pochi a sapere che il dipinto ad olio occupa gran parte di una pareteall’interno del Ristorante, non ritratta le coste della Puglia ma le vigne di Radhima, località marittima a pochi chilometri da Valona.”In quel paesino ho fatto il tirocinio dopo aver ottenuto la maturità a Valona”, racconta Drini.Oramai abituato alle interviste, accoglie al suo ristorante molti giornalisti che interpellano “il gastronomo italiano” per commenti sul calcio e la moda del Bel Paese. “Vi posso dire tutto del calcio azzurro dagli anni ’70 ad oggi, ma non sono italiano”, è solito rispondere ai giornalisti che continuano ad intervistarlo, lasciandosi sfuggire sempre questo dettaglio!L’odiosa domanda
Di dove sei? Ogniqualvolta gli rivolgevano questa fatidica domanda in Albania, Drini si sentiva a disagio. Se raccontava la verità, gli sarebbe stato difficile evitare altre domande sulla famiglia e quindi parlare del nonno condannato a 10 anni per “agitazione e propaganda” contro il regime comunista.”Subito dopo la condanna del nonno, i miei genitori, entrambi giovani insegnanti che lavoravano da appena un anno, furono confinati”, racconta lui.
E proprio per liberarsi di quella domanda, decise di diplomarsi a Valona, ospite da sua zia sposata con un ufficiale. Di qui in poi, alla domanda sulla sua provenienza, rispondeva sollevato: “di Valona”. Ovviamente ciò reggeva fin a quando non incontrava persone originari di Permet. “Negare le tue origini all’interno dello stesso Paese era il colmo”, dice lui.
A Lisi di Benja, dove nacque 50 anni fa e dove è stato costretto a ritornare dopo il tirocinio, lo chiamavano Kulak.”Molti responsabili della cooperativa, seppure quasi analfabeti, venivano a leggermi le opere di Enver Hoxha”, racconta con rammarico.Un vero tormento psicologico per il vent’enne di allora. Con l’aiuto dello zio, scambiò questo supplizio con quello fisico: iniziò lavoro come minatore a Valias vicino a Tirana.”Ora non lavorerei più in quel posto nemmeno per 1 milione di Euro. Un caro amico è morto davanti ai miei occhi mentre cercava di avvisarmi del pericolo e raccomandarmi di scappare in fretta. Ho visto la terra che lo copriva…”. Con l’esodo nelle ambasciate straniere a Tirana nel 1990, Drini era tra i primi che superò la soglia di quella tedesca senza pensarci due volte. Una volta entrato, incontrò all’interno molti dei suoi colleghi di Valias. “Quasi un terzo degli intrusi erano di Valias”.
Da lavapiatti a chef
Il suo sogno erano gli Stati Uniti, però una serie di circostanze non permisero la sua realizzazione. Così rimase a Berlino, dove oggi vive con la moglie e i due figli maschi.”Ho viaggiato molto, ma nessuna città al mondo è come Berlino, così convenevole per tutti i stili di vita”, dice Drini.
La sua carriera in Germania, corrisponde perfettamente allo stereotipo sugli imigranti: “Ho iniziato lavando i piatti, dopo sono passato al bar, successivamente al banco pizza per finire in sala a servire. Avevo imparato tutto della professione, mi mancava solo diventare chef e titolare. Quindi ho provato di aprire questo ristorante che si è rivelato un successo”, dice Drini sorridendo e si avvia verso un tavolo dove i clienti sembrano appena aver finito di mangiare.” “Espresso, cappuccino, grappa, cosa gradite dopo pasto? Offre la casa”.Articolo di Anila Shuka, pubblicato sull’edizione albanese online di Deutsche Welle il 21 luglio 2010 . Titolo originale “Drini Sakollari, italiani më i mirë i zonës”.
Tradotto per AlbaniaNews da Sonila Alushi .