Fanatiche e gelose della carta stampata, io e la mia amica Emma, fino a poco tempo fa, utilizzavamo sporadicamente internet. Sollecitati dai nostri amici, piano piano, siamo diventate parte di questo fantastico mondo condividendo novità e solitudine. Ed è proprio davanti a questo schermo, prima guardato con sospetto, è iniziata la nostra preziosa amicizia.
Emma è sui quarant’anni, una bellissima donna dai modi giovanili, anche se conoscendo il suo vissuto chiunque le darebbe di più. Mi racconta la sua difficile vita con una tale leggerezza che sembra non essere mai stata sfiorata dai problemi. Ottimismo, forza e sorriso sono i suoi ingredienti magici.”La vita sarebbe molto triste senza di esse e la tristezza spreca il tempo e la vita”, mi dice spesso.
Emma si è laureata in Letteratura Contemporanea Italiana a Tirana e tuttora continua a studiare coltivare i suoi interessi. Parla bene sette lingue e 4 dialetti italiani. Nipote di nonni intellettuali laureati in Italia nel 1939, le hanno insegnato sin da piccola l’italiano e la cultura di questo paese che amavano tanto. Ama la musica da quando è nata. Ha imparato a camminare, a parlare, ma non a capire la musica perché questa era già nella sua natura. Complici la nonna soprano e la madre insegnante di pianoforte.
Arriva in Italia nel 1990 nel periodo dei cambiamenti radicali in Albania. Ottenuto il diritto di asilo politico,comincia la sua nuova vita nel Bel Paese dove la sua fantasia si scatenava da quando era bambina. Ai suoi energici 23 anni, comincia invece ciò che si sarebbe rivelato un calvario più che un sogno!
L’offerta di lavoro non solo era scarsa, ma anche malpagata. Vivere dignitosamente, in un piccolo monolocale a Roma, significava lavorare il doppio e sopratutto scendere a compromessi con se stessa per trovare un occupazione. La conoscenza delle lingue,la cultura, la musica, l’intelligenza, lo stile, il ricco modo di esprimersi, diventavano un ostacolo.
Nessuna azienda cercava personale nel campo culturale e artistico appena riconosciuto l’accento non italiano, e non desiderava neanche un’ addetta delle pulizie cosi colta! Il paradosso italiano lasciava sbalorditi! La sua famiglia aveva bisogno del suo aiuto e il prezzo di una serena vita almeno materiale era rinunciare ai propri sogni.
In questo modo ha iniziato ad accantonare il sogno del giornalismo, poi piano piano lo ha visto allontanarsi e sostituirsi ad altre professioni come la cameriera, lavapiatti, colf, babysitter, raccoglitrice di frutta, barista.
Costretta a fare questi lavori, ha vissuto anche in altre regioni d’Italia, viaggiando trascinando dietro le sue valigie appesantite da libri e enciclopedie. “Le boccate d’aria”, come le chiama lei, erano le esperienze brevi da interprete di russo e le ripetizioni di letteratura e lingue straniere ai figli dei titolari.
Affezionata alla signora anziana alla quale fa da badante, oggi conduce una vita piena di musica e letture, caratteristiche della donna colta qual’è ed è sempre stata. Per niente gelosa del proprio sapere, condivide con me la sua cultura e le sue informazioni. I miei viaggi nel suo mondo, sono pieni di sorprese. Emma, la signora badante che parla sette lingue, e’ mia amica!