-“Che la poesia sia un ponte tra i popoli, è una verità storica.
Le poesie superano i confini, parlano agli uomini di qualsiasi razza e di qualsiasi etnia, perché l’arte unisce gli uomini in profondo. In particolare questa poesia di Leopardi, ricordando che l’unica identità vera dell’uomo è il suo rapporto con l’infinito. Unisce le persone anche di identità diverse, o meglio fa capire che la vera identità dell’uomo è solo quella. Gli altri sono accidenti, l’essere nati in Albania o in Italia, o l’essere bianco, o nero, o verde, o giallo, o rosso, o gay ,o omosessuale, sono accidenti, tutti relativi, tutti discutibili, ma la vera identità è il rapporto con l’infinito. Il problema dell’infinito.
Questo lo sente il ragazzo nato a Tirana, a Roma, a New York o Abu Dhabi”
“Il ragazzo che mormora l’infinito mi fissa
mentre viaggio in qualche parte sperduta d’Italia
o del mondo. Sai cos’è vivere con l’infinito addosso?
Viaggia, viaggia pure, sembra dirmi.
Ama, soffri, scrivi, abbraccia le cose della vita.
E cerca l’infinito”
– “e mi sovvien l’eterno” mentre lo ascolto.
Quella siepe di Leopardi mi investe gli occhi dopo il sospiro, e la sento. La sento mentre mi esce dalle costole e si allunga fino a toccare quelle di terra mia… Bisogna portare l’infinito in Albania, condividere con la gente là, con gli amanti della poesia, con i miei amici e non amici. Devo portare in Albania la meraviglia delle parole, la delicatezza, la forza e la concretezza di questa interpretazione nuova, quello che ho sentito nelle pagine e nei viaggi di questo poeta che con “la poesia sulle spalle” e il vento negli occhi, si ferma negli angoli più sperduti del mondo.
Sedendo e mirando, ascolta e riparte.
Davide Rondoni – nato a Forlì, il cuore della Romagna, terra di esagerazione e di durezza, come la descrive lui. Fondatore del Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna, della rivista clanDestino, curatore di programmi e interventi di poesia in Tv Rai e Tv 2000, i più importanti premi letterari, drammaturgo, filosofo, ma questa pagina non può contenere tutto, nessuna pagina può contenere la vita e la biografia di un poeta, invece la sua poesia sì. Il coraggio di un uomo che dice sempre quello che pensa sì. Un poeta alla ricerca della bellezza dell’animo, della libertà di pensiero e di parola. Forse perché, come dice lui, “Ai poeti quel che interessa è l’impossibile”
-Ma che cos’è il poeta? Come vive la poesia?
– Il poeta è uno che non può stare mai in un luogo altrove della poesia. Il poeta è sempre un ragazzo vecchissimo e un vecchio ragazzesco. Un antinomia temporanea. Una creatura precipitata qui da uno strano monte dove i boschi si scambiano messaggi con le stelle.
e le stelle che vedi,
negli occhi di chi ami
sono l’immaginazione che ricorre
in tutte le civiltà…
come movimento potente,
come guida nel passaggio
ed ogni poesia si mette in balia del suo lettore.
È indifesa, è disponibile. Avviene solo nella lettura. Non ha forza in sé, se non nell’incontro con il cuore e con la mente del lettore.
Anche un testo così vivo e vicino alla perfezione come l’infinito, si crea continuamente, si ricarica, per così dire, di tutte le letture. Si ricarica, potentissimo magnete, ogni volta che uno sguardo attento e disposto alla commozione intellettuale ed esistenziale vi si posa.
– E l’infinito?
– è il ritmo quell’”essere tra”, mai fermo e puntuale in un elemento solo, mai terminabile in uno.
L’infinito, se è, è un “essere tra”…
così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e tutto torna, anche la grandezza di una lettera che in questo caso, si trasforma in un verbo, non più “e,” ma: “è come il vento – l’infinito tra le due rive”
/ Denata Ndreca