L’Associazione Amici della Biblioteca di Cervia – in collaborazione con la Biblioteca comunale “Maria Goia” di Cervia – ha invitato la professoressa Diana Kastrati, direttrice del dipartimento di lingua italiana dell’Università di Tirana, a parlare della letteratura del realismo socialista in Albania e dell’anomalia rappresentata da Ismail Kadare, con particolare riferimento al suo romanzo “La città di pietra “.
L’appuntamento è per sabato 16 febbraio alle ore 15 presso la sala conferenze della Biblioteca “Maria Goia” , Circonvallazione Sacchetti, 111, a Cervia.
Diana Kastrati
Direttrice del dipartimento di lingua italiana dell’università di Tirana, Diana Kastrati è docente e traduttrice. Ha ottenuto numerose qualifiche post-universitarie riguardanti la linguistica e le scienze politiche in Italia (Roma, Perugia, Bari) e in Olanda (Hage).
Il suo lavoro è incentrato principalmente sulla letteratura e cultura italiana, ma anche sull’antropologia culturale in generale. Ha collaborato in alcune pubblicazioni di professori italiani, oltre ad aver pubblicato due sue personali opere e numerosi articoli.
E’ stata parte integrante del consiglio della facoltà di lingua straniere dell’università di Tirana e della giuria che ha assegnato il vincitore nella ‘Fiera del Libro’ del 2015, mentre attualmente è parte dell’accademia culturale ‘Iliria’.
Ha tradotto in lingua albanese alcuni capolavori della letteratura italiana, come Gli indifferenti di Alberto Moravia e Sei passeggiate nei boschi narrativi di Umberto Eco.
Ismail Kadare
Ismail Kadare è il più grande scrittore della letteratura albanese contemporanea ed è una grande personalità conosciuta a livello mondiale, non solo in campo letterario, ma anche sul piano politico, sociale e un grande difensore dei diritti umani.
Ha sempre partecipato alla vita letteraria del suo paese, ed alla discussione e risoluzione dei gravi problemi sociali e politici nazionali dell’Albania. Il suo pensiero, sempre originale, coraggioso ed emancipato, ha avuto un importante ruolo nella loro risoluzione.
Nell’ottobre 1990, quando la dirigenza comunista non intraprendeva nessuna riforma democratica nell’Albania oppressa ed isolata, Kadare per esprimere pubblicamente a livello internazionale la propria disapprovazione, ha chiesto asilo politico in Francia.
Da lì, attraverso la stampa estera e molteplici interviste ed articoli, ha stimolato molto l’elaborazione della consapevolezza democratica degli albanesi.
La città di pietra
In una città così non è facile essere bambini. Una città antica e di pietra. Capace di provocare dolori, ferite e piaghe, perché al contatto può essere rude e fredda, come la pietra, come la guerra.
Sullo sfondo, la tragedia del secondo conflitto mondiale, un mostro dal quale il piccolo albanese protagonista di questa storia sa difendersi come solo i bambini sanno fare.
Per lui che ancora non conosce la follia dei grandi, tutto assume una parvenza di gioco e di scoperta: l’oscuramento, le fughe nei rifugi antiaerei, le divise dei soldati e la casa misteriosa che ospita tante belle signore straniere.
Un folto gruppo di personaggi stravaganti e indimenticabili lo accompagna nel suo cammino per la città di pietra: il nonno che parla turco e che lo fa fumare, gli zingari dai magici violini, l’irraggiungibile Margherita e la non castissima Susanna, la donna barbuta e le ultracentenarie che, stagione dopo stagione, lo guardano diventare uomo.
