Il magazine culturale spagnolo “La Brujula Verde” ha dedicato un articolo alla gloriosa vita dell’eroe Giorgio Castriota Scanderbeg.
Il focus iniziale è dedicato alla biografia giovanile dell’eroe e all’origine del suo soprannome (Skënderbeu): le sue vittorie, infatti, portarono gli ottomani ad affibbiargli l’etichetta di ‘İskender bey’, ovvero Alessandro Magno, alludendo ovviamente al famoso eroe.
Tra i tanti riconoscimenti ricevuti per Giorgio Castriota, c’è anche quello di ‘sipahi’ (cavaliere) da parte del sultano ottomano Murad II.
Lo stratagemma per riprendere possesso dei territori albanesi
Dopo 20 anni di servizio per gli ottomani, l’eroe si schiera con l’esercito ungherese e con un’astuta tattica riesce a riprendere possesso del territorio albanese (Croia, Petrela, Guri i Bardhë ecc.) nel 1433: falsifica una lettera di Murad II ed assieme a 300 albanesi innalza sulla città di Croia la bandiera rossa con l’aquila a due teste nera, simbolo della famiglia Castriota.
La modifica del soprannome
L’esercito di Scanderbeg era di etnie miste ma di religione cristiana; l’eroe, infatti, si era convertito. Questo, la creazione della lega di Alessio (Lezhë) e il passaggio precedente all’esercito ungherese, portò gli ottomani a risoprannominarlo ‘Hain Iskender’, Alessandro traditore.
L’accordo con il Papa, la resistenza, la morte
La nuova avanzata turca lo costrinse per un periodo a rifugiarsi a Ragusa. Lì riuscì a convincere il Papa a venire in suo aiuto e rafforzò i rapporti con gli Aragonesi firmando il trattato di Gaeta, che riconosceva la sovranità di Alfonso V sulla regione in cambio di aiuti militari.
Papa, Aragonesi e Scanderbeg che, dopo la caduta di Costantinopoli, guidarono una crociata (Berat 1454) letteralmente sterminata dall’esercito veneziano che in quegli anni era in conflitto con gli Aragonesi.
Ciò diede fiducia all’esercito ottomano ma il loro nuovo assalto fu nuovamente respinto dall’esercito albanese di Scanderbeg, il quale nel frattempo, a causa di divergenze interne negli Aragonesi, si era alleato con i veneziani.
La battaglia definitiva per scacciare gli Ottomani non avvenne mai, o meglio, avvenne ma non sotto la guida di Giorgio Castriota, morto nel 1468 a causa della malaria. Dieci anni dopo, nel 1478, gli ottomani riuscirono ad entrare nella roccaforte Croia.
L’articolo originale è consultabile in spagnolo al “LA Brujula Verde” pubblicato il 17 Febbraio 2018 .