La manifestazione della 68-esima edizione di Sanremo l’ho seguita con molto interesse perché, non solo la tradizione italiana di questo Festival e noi albanesi “ci seguiamo” come si suol dire, a vicenda da anni, anche quando la censura in Albania impediva di seguire le reti televisive straniere, ma anche perché l’abbiamo commentato con vari amici e parenti albanesi che Sanremo l’hanno seguito dall’Europa e dagli Stati Uniti d’America pure.
E per di più, noi albanesi d’Italia, ci troviamo ulteriormente coinvolti oggi da vicino, vivendo qua, da questo evento d’eccellenza nazionale italiano.
Io sono entusiasta verso tutto ciò che è bello e positivo.
A partire da casi individuali, per poi finire in contesti molteplici, sociali.
Il palco di Sanremo non è solo una tribuna per dare voce agli artisti ed alla musica.
È inoltre anche una tribuna da cui mandare messaggi dal forte contenuto sociale, culturale, si è parlato di emigrazione, di guerra e di pace, delle foibe, della figura della donna, della gioventù ed il suo impegno nel sociale e nel mondo del lavoro ecc.
Questi erano contenuti dei testi prescelti delle canzoni e degli interventi dei conduttori.
Il tutto unito dal linguaggio e dal filo unico e universale della musica.
I conduttori Baglioni, Hunziker e Favino, molto preparati e figure poliedriche. Alto spessore artistico e culturale e bella presenza scenica.
L’Alta Moda Italiana che tutto il mondo ci invidia ha avuto una performance spettacolare negli abiti dei conduttori, in quelli dell’orchestra e nello stile di abbigliamento elegante di tutti i cantanti.
La scenografia, spettacolare e magica.
In un clima per l’Italia, di recente stanca e depressa dalla crisi, da vari problemi e piaghe sociali e politiche, da un carico emozionalmente negativo emesso da tante notizie di cronaca nera o episodi di razzismo di cui i telegiornali ne sono pieni, la kermesse di Sanremo ha reso possibile nelle serate in cui il Festival ha avuto luogo, di portare nelle case degli italiani e di tutti gli ascoltatori, un clima di armonia gradevole, di pace con una fusione di bella musica e belle parole.
Sui gusti non si discute naturalmente e non si può nemmeno pensare che ‘tutti’ gli italiani abbiano seguito Sanremo. Anche se gli ascolti sono risultati da record quest’anno.
Ma, se devo essere sincera, espressioni del tipo: “Ma perché, ancora seguite Sanremo?” Le ho trovate un po’ analoghe a quelle rinunciatarie del tipo: “Ma perché, ancora andate a votare?”
Ecco, questo senso di indifferenza verso manifestazioni nazionali di qualsiasi ambito, che siano di cultura o politica, non è gradevole.
Per gli albanesi, se questa manifestazione da record, ha regalato il podio del vincitore ad una coppia eccezionale di artisti, quali Ermal Meta e Fabrizio Moro, con il brano: “Non mi avete fatto niente”, questo significa un valore aggiunto ed una doppia vittoria.
Il linguaggio universale della musica, ancora per una volta ha fatto miracoli.
E come dice Victor Hugo,
“Ciò che non si può dire e ciò che non si può tacere, la musica lo esprime.” Victor Hugo
Un Festival che unisce armoniosamente le figure leggende della musica italiana ormai di una certa età, con le nuove promesse, le voci giovanili.
Una ballerina anziana di 83 anni che si esibisce sull’Ariston con una band ed una coppia di anziani invece, i nonni di un cantante, che ballano e si baciano insieme mentre il nipote canta.
Di queste chicche può sorprendere solo Sanremo.
Un altro dettaglio molto gradevole per il festival, è stato costituito anche dalla presenza nel Coro dell’Antoniano Mariele Ventre di Bologna, che si è egregiamente esibito affiancando il gruppo “Stato Sociale”, vincitore del secondo posto, di un bambino albanese, Enea Qendro, dalla voce angelica.
Di manifestazioni musicali e culturali di questo calibro, l’Italia si è sempre notata ed auspico che questa tradizione nazionale italiana si preservi nel tempo.
Ora non ci resta che attendere l’altro evento maestoso della musica, L’Eurovision Song Contest 2018 che avrà luogo il 12 maggio a Lisbona, in cui per l’appunto ci sarà una doppia presenza albanese costituita da Ermal Meta per l’Italia, insieme a Fabrizio Moro e da Eugent Bushpepa per l’Albania.
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