L’ombra del potere. George Orwell e Ismail Kadare

di Viola Gjylbegaj

L’ombra del potere. George Orwell e Ismail Kadare
Il libro mette a confronto quattro opere di due importanti scrittori del Novecento, George Orwell e Ismail Kadare: Animal Farm (1945), 1984 (1949), Il Palazzo dei Sogni (1991), La Piramide (1997).

Presentazione del libro

Della vita di Orwell basterà ricordare pochi dati. Nato nel 1903 in India e trasferitosi in Inghilterra da bambino, Eric Arthur Blair (questo il vero nome di George Orwell), comincia come giornalista e poi diviene uno scrittore. Visse in un periodo storico carico di eventi drammatici: le due guerre mondiali e le due dittature più pericolose dell’epoca, il fascismo (che Orwell combatté partecipando alla guerra civile di Spagna), e il comunismo staliniano.

Fu un antifascista convinto ed un social democratico, lo dimostra il suo impegno antifascista e insieme antistalinista. La gente del suo tempo sperava nel socialismo che loro vedevano in Russia, ma si sbagliavano, perché quello si chiamava comunismo. Loro avevano bisogno di credere in una vita migliore, in un mondo migliore che potesse offrire possibilità a tutti. La sua ideologia racchiudeva giustizia e uguaglianza per tutti gli uomini. La gente accolse quest’ideologia, perché solo d’ideologia si tratta, non sapendo che quell’ideologia non poteva e non avrebbe mai potuto trasformarsi in realtà.

I suoi libri più importanti, oggetto di questo libro, sono Animal Farm e 1984. Il primo è un’allegoria delle vicende della storia sovietica, perché la maggior parte dei “personaggi” rappresentano i personaggi storici russi e ogni vicenda, come la ribellione degli animali, trova un suo parallelo nella storia russa. Il fallimento della rivoluzione portò Orwell a scrivere questo libro.

L’allegoria serviva a far pubblicare il libro, che non ebbe una vita facile. Infatti molte case editrici non volevano pubblicarlo, per aver capito l’allegoria di Orwell. Alcuni editori non volevano offendere l’alleato sovietico in un momento in cui la guerra non era ancora finita. Il secondo libro 1984, è il contrario dell’utopia, è una distopia della società comunista, ma anche una distopia della retorica fascista, della repressione sessuale e dell’uso della religione a fini di potere, dove l’uguaglianza e la giustizia esistono soltanto sulla carta.

Orwell descrive una società chiusa, in cui il controllo e il predominio dell’ideologia dominante sono gli unici principi da seguire, in cui la felicità esiste solo nei giornali e nelle statistiche ufficiali e in cui una facciata di ottimismo e prosperità nasconde la sofferenza, la repressione e la miseria.

Tradotti in molte lingue e letti da milioni di persone, Animal Farm e Nineteen Eighty–Four hanno procurato a Orwell e ai suoi messaggi di libertà una fama mondiale.

In Albania, come in genere nei Paesi al di là di quella che una volta era definita Cortina di Ferro, le opere di Orwell hanno avuto una vita difficile e clandestina. L’Albania è stata schiacciata per cinquant’anni sotto la dittatura comunista di Enver Hoxha. Per mezzo secolo sono state abolite la libertà di parola, la libertà di stampa, persino la libertà di dissenso. Chi si discostava dalla linea ufficiale del partito veniva privato della tessera, e insieme alla sua famiglia era soggetto a persecuzioni e spesso al carcere.

Se è concessa un’osservazione personale, vicende del genere hanno toccato anche la mia famiglia e sono in parte all’origine di questo libro.

Ismail Kadare è nato in Albania nella città di Argirocastro nel 1936. Cresciuto durante la Seconda Guerra Mondiale, fu testimone dell’occupazione dell’Albania da parte dei nazifascisti italiani e tedeschi, poi dell’Unione Sovietica.

Studiò lingue e letterature straniere all’Università di Tirana, quindi letteratura mondiale presso l’Istituto Gorky di Mosca.

Nel 1961 l’Albania interruppe i rapporti con l’Unione Sovietica e con molti altri paesi tra cui la Cina. In questo periodo in Albania nacque una nuova generazione di scrittori che comprendeva, oltre a Ismail Kadare, Fatos Arapi e Dritëro Agolli. All’inizio Ismail Kadare si fece conoscere come poeta.

Mentre molti altri scrittori ostili al dittatore furono perseguitati, Kadare, accusato di una qualche ambiguità nei confronti del regime, ebbe al tempo stesso estimatori e nemici.

Nëpunësi i Pallatit të Ëndrrave è un’allegoria politica del totalitarismo ambientata nella capitale ottomana. Il protagonista è un giovane, Mark–Alem, che ha il compito di selezionare e interpretare i sogni del popolo per identificare “il sogno più importante”: quello che prevede la caduta del regime. Nel 1982 Kadare fu accusato dal presidente della Lega degli Scrittori Albanesi di nascondere volontariamente le sue tendenze politiche dietro un velo di storia folclore.

Hoxha muore nel 1985 e il suo successore Ramiz Alia non è una figura altrettanto forte, così nell’ottobre del 1991, alcuni mesi dopo la caduta del regime, Kadare insieme alla sua famiglia emigra a Parigi dove vive tuttora.

La Piramide (1992), scritta in francese, è ambientata in Egitto nel ventiseiesimo secolo avanti Cristo. In questo romanzo Kadare traspone ironicamente la nota mania per cui il dittatore costruiva continuamente dei bunker, e la forma piramidale riflette l’amore che i dittatori in genere hanno per la gerarchia.

Il libro sarà dunque incentrato su un confronto tra Animal Farm e 1984 di Orwell e Il Palazzo dei Sogni e La Piramide di Kadare. Fra queste opere si rileveranno molte affinità, ma anche diverse differenze. Soprattutto vedremo il modo in cui i due scrittori hanno offerto immagini più o meno ironicamente distorte delle società del loro periodo. Una prima base di discriminazione è che Orwell descrive una situazione totalitaria che non ha vissuto, mentre Kadare ha sperimentato in prima persona una delle dittature più odiose del Novecento, quella di Enver Hoxha.

Dettagli

Autore:
Genere: Saggistica
Editore: Aracne Editrice
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 112
ASIN: 885486241X
ISBN: 9788854862418
Prezzo €: 10

Libri correlati

Articoli pertinenti

Recensioni e frammenti letterari