Per il semplice fatto di essere prete, nel 1963 don Ernest Simoni viene arrestato e messo in cella di isolamento. Sottoposto a torture e condannato a morte, si vede commutare la condanna capitale in diciotto anni di lavori forzati, di cui dodici trascorsi in miniera.
Durante il periodo della prigionia don Ernest Simoni continua a celebrare la messa a memoria, in latino, e a distribuire la comunione di nascosto.
Uscito dal carcere, viene nuovamente condannato ai lavori forzati: questa volta è assegnato alla manutenzione delle fogne della città di Scutari. Torna libero nel 1990, quando crolla il regime comunista.
Con la libertà di culto, comincia per don Ernest Simoni un periodo di intensa attività pastorale volta soprattutto alla riconciliazione. In vista della stesura di questo libro l’autore ha intervistato personalmente don Ernest Simoni, le cui parole, spesso citate testualmente, consentono di ricostruire un quadro completo delle vicissitudini che hanno coinvolto lui e la sua famiglia.
Sullo sfondo, il clima degli anni bui della dittatura, ma anche le speranze legate alla rinascita.