Con una voce ingenua e di un candore a cui le nostre orecchie hanno smesso di credere, Dal tuo terrazzo si vede casa mia mette in scena lo smarrimento e l’inadeguatezza di ragazzi e ragazze di ogni paese alle prese con la prima volta o con il primo giorno di scuola, che poi forse è un po’ la stessa cosa, a qualsiasi latitudine. Il tutto scritto in una prosa che sembra semplice, ma non lo è.
Malaj fa parte della scuderia di Oblique ed è difficile non riconoscere a Leonardo Luccone un grande talento per aver snidato alcune tra le voci più letterariamente significative di questi ultimi anni.
«Per quanto ci si possa sforzare, nessun italiano potrà mai scrivere questa storia.
Qui c’è un mondo nuovo, qualcosa che fino a una decina di anni fa non esisteva e che solo adesso qualcuno sta iniziando a raccontare.
Leggendolo, ho improvvisamente avvertito la distanza tra quanto viene scritto e pubblicato dagli “italiani da sempre” e questo racconto – e ho provato a immaginare come sarà la letteratura italiana tra venti o trent’anni, e poi ho provato a domandarmi come vorrei che fosse, e ho iniziato a sperare che le opere di Malaj non siano un caso isolato, che esista, o che inizi a formarsi, una letteratura nuova, piena di contaminazioni, dove non è diversa la lingua, o l’intenzione, o la struttura, ma la materia stessa di cui si compone» – Paolo Zardi