Avevano copertine multicolori come le carte delle caramelle, piene di immagini di fiori, di oggetti e di persone, che presto e pacatamente sostituirono tutti i quaderni degli anni ’90, quelle che avevano sulla copertina, innocentemente, il nome e lo scopo: Fletore Shkrimi (quaderno a righe).
Ma che cosa voleva dire “Okul Defter”?Aveva a che fare con i Diario segreto (leggi Diario Segreto, Okult Defter(tur)= quaderno) scritto con errori grammaticali?
L’ipotesi più plausibile poteva essere quello di una storia d’amore. Okul Defteri sembrava il nome di un poeta separato dalla moglie, il quale poteva scrivere la storia della sua amata Lume, che scappò in una notte di vento e pioggia.
Sembrava che il poeta prima del suicidio, avrebbe lasciato come ultimo desiderio, di avere il nome sulle copertine dei quaderni – una specie di indirizzo perenne dove la sua amata Lume poteva trovarlo. Cosi il poeta non poteva essere dimenticato e altrettanto la sua storia.
Qualcuno la terrà impossibile questa versione, ma perché deve sembrare impossibile questa in un paese dove la figura del poeta e stampato anche nelle cartamonete nazionali?Allora niente non può far sembrare incredibile la possibilità che il nome di un poeta si trovi nella copertina di un “quaderno a righe”, “Okul Defter”.
E cosi, quando gli appunti sui quadernicominciano diventare versi, e quando questi versi si trovano in un libro, tutto questo non poteva avere un nome più appropriato che “okul defter”.
Il libro è più piccolo del quaderno famoso, e al posto delle righe e i quadretti vuoti, ha delle pagine bianche con le poesie di Indrit.
L’autrice considera questo libro intimo, dove anche la maggior parte delle poesie vanno oltre l’autobiografia, sono confessioni reali espresse questa volta in versi.
Nelle sue poesie ci troviamo al improvviso tra simboli che trasmettono anche la psicologia dell’autrice.
Nella sua prefazione lei dice: “Una tenera speranza fa sì che da oggi le pagine che seguono in questo libro testimonieranno di me”.
Per tutti coloro che vogliono di più, cercate qui .
***Un frammento da:La Patria
La Patria è matasse di ricordifatte umanamente di cose e aromiè il nome in stampatello sulla porta, sotto il campanelloPatria è una parola intimasotto sotto illustra il desiderio di un cognomedi stirpe e nome, e prole, tanti figli,una famiglia,Patria vuol dire disinteresseper il ricordo breve del sesso fattodi giorno,in piedi,Patria è la mano della madresulla tomba di mia nonna.
La mano seminava more, melograni e favoleera una bella donna la nonna, la desideravano gli uominiCosi, mi ha dato un padre, leggi:PadreTerra*Una mattina,ho aperto la cartina come un giornalenell’ultimapaginaper vederela sorte…ed ho pensatocome si sta bene quando non sei da solo E tanto di più quando hai la Patria…*(Il maschile di madreterra)
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