Angeli armati è la prima pubblicazione italiana di Diana Çuli (2012). Una storia di inganni che si intreccia con la dura realtà di un’unita partigiana, nell’epoca della resistenza albanese contro l’invasione tedesca.
Un libro ambientato, quindi, durante la Seconda Guerra Mondiale, che esalta all’ennesima potenza i sentimenti umani, in tutta la loro crudeltà, quando un fratello uccide sua sorella in nome del “tradimento della causa” e in tutta la loro bellezza nell’incantevole e tragica storia d’amore tra Dorothea e Aleks, colpevoli di non aver rispettato le regole e di aver reso criminosa la rettitudine partigiana, macchiandone l’onore.
Un romanzo fortemente passionale questo Angeli armati, in cui l’autrice parla di guerra e lo fa attraverso i tormenti, gli slanci e gli impeti, che sono alla base delle esistenze dei personaggi che animano il libro.
Non si risparmia la Çuli nel suo tentativo, ben riuscito, di irrompere nelle verità, di entrare sfacciatamente e senza remora alcuna nella sofferta realtà di chi, a torto o a ragione, crede fermamente nei propri ideali. Perché, avere fede in determinati presupposti rimane un atto di coraggio, doloroso, travagliato, difficile e faticoso.
Un’affermazione di tangibile veridicità, che la scrittrice albanese “urla a squarciagola”, attraverso i fatti e le emozioni narrati nel romanzo.
La Çuli non si chiede se l’atto di avere fede in qualcosa sia o meno apprezzabile: con la sua poliedrica penna va oltre ogni domanda, dando alla narrazione una spinta ardente e donando vita a un testo avvincente e coinvolgente.
Tradimenti, vendette, spionaggio e omicidi all’ombra di una terribile guerra. È così che il lettore si ritrova catapultato in una realtà paurosa, dove però, la forza irruente dell’amore e il vigore armato del cuore si scagliano contro tutto e tutti, pagando un prezzo altissimo. Le vicende personali e quelle legate alla Storia che fa da sfondo al romanzo vengono analizzate in maniera attenta e particolareggiata, con una scrittura che non trascura l’eleganza, pur essendo caratterizzata da buona genuinità.
L’autrice adatta alla narrazione uno stile che ben mescola linearità a sinuosità. Si fa asciutto e “disciplinato” nel racconto più duro e crudo, conoscendo piacevoli e flessuose curve, in quella parte di narrazione stretta nella delicata morsa dei sentimenti.
/ Anna Lattanzi