Artan Shabani, uno dei nomi albanesi più illustri nell’ambito artistico internazionale, si può considerare un amico di Albania News, poiché più volte ci ha ispirato con le sue interviste e spesso ci ha rappresentato con le mostre artistiche, personali o collettive, in veste di pittore o di curatore, nel mondo intero.
Tuttavia, stavolta ci si presenta in una nuova missione, una nuova veste, con una responsabilità ancor maggiore: quella di Direttore della Galleria Nazionale delle Arti. Dopo la scelta del Ministro della Cultura Mirela Kumbaro e l’annuncio da parte del Premier Edi Rama, l’artista eclettico e multimediale è tra i primi a rispondere all’appello della Rinascita/Rilindja per il ritorno dei nostri uomini di successo all’estero poiché, come ha detto il Premier, “l’Albania ha bisogno del talento, della bravura, dell’esperienza, della passione, della professione e del loro amore per questo Paese”.
Il nuovo direttore artistico, che ha iniziato proprio questa settimana il suo impegno in questo campo, ci racconta del suo percorso, dell’emigrazione, le responsabilità e gli obiettivi a lungo termine del suo “ritorno a tempo pieno” in Albania e la dedizione verso l’arte albanese.
-Innanzitutto, congratulazioni: per il ritorno in Albania, per la direzione artistica nell’istituzione della Galleria Nazionale delle Arti e per la giovane età. Il premier Rama durante la sua nomina ha rinnovato l’appello al ritorno in madrepatria degli albanesi di successo all’estero. Come emigrato puntava al ritorno e, se sì, lo immaginava così glorioso?
Molte grazie per l’invito e per gli auguri. Il ritorno in Albania non è stata inatteso per me e la mia famiglia, perché per molto tempo ho vissuto con i piedi ben fermi sulle due sponde dell’Adriatico. Ed è una sensazione speciale vivere vite parallele. Comunque è giunto il momento di fermarmi a rivedere la strada percorsa finora. Sono giunto alla conclusione che avrei dovuto intraprendere passi importanti per il mio futuro. Ho sempre pensato, e lo penso tuttora, che abbiamo un Paese così bello e speciale e, lavorando, gli daremo il posto meritato da tempo.
A questo proposito ho la fortuna, ho la giovane età, la passione e la voglia di dare il mio contributo. Voi considerate il mio ritorno come glorioso, io lo vedo come una grande fortuna, perché tutta la mia esperienza accumulata negli anni dell’emigrazione la posso applicare alla Galleria Nazionale, come parte importante del nostro Paese. Far parte del progetto -tanto visionario quanto ambizioso- del primo ministro albanese, il Sig. Rama, è un’occasione unica e irripetibile.
Molti amici, curatori ed artisti albanesi, che vivono e hanno successo nel mondo, vorrebbero essere al mio posto, non per invidia, ma per lo sviluppo delle arti visive, lo sviluppo culturale e la conservazione e la tutela dei valori del nostro patrimonio nazionale.
-Ha iniziato il lavoro da pochi giorni che come direttore della Galleria Nazionale delle Arti. Come “scuoterà la polvere”? Che mostre vedremo prossimamente?
Questa è una delle questioni di responsabilità, perché per me la Galleria Nazionale non è solo un edificio dove vengono conservate ed esposte opere dell’arte visiva, ma è una nuova realtà che si deve trasformare in una realtà viva e accessibile al pubblico di tutte le età, principalmente alle giovani generazioni che sono nel periodo della loro formazione. E questa realtà richiede molto lavoro per arrivare all’idea che abbiamo pianificato e che va applicata concretamente ai locali della Galleria. Credo che uno dei passi più importanti sarà quello di creare un consiglio di amministrazione, che stabilirà le basi di una professionalità elevata e ricercata. Questo consiglio avrà un impegno concreto e decisionale, poiché insieme pianificheremo le mostre e le attività future. Dedicheremo particolare ed importante attenzione alle relazioni dell’istituzione con il pubblico, dove assumono priorità i programmi dell’educazione e della famiglia, che si realizzano attraverso l’opera delle arti visive, un linguaggio oggi mancante nella Galleria Nazionale. Il consiglio direttivo perseguirà il gemellaggio con importanti gallerie e musei europei e mondiali. Al contempo sarà prioritaria la rivalutazione sulla conservazione ed il restauro del fondo esistente delle opere d’arte nella Galleria, poiché lì vengono conservati i nostri valori del patrimonio nazionale. Verrà anche data un importanza primaria ai lavori di restauro e di illuminazione dell’edificio, sia nei suoi spazi interni che in quelli esterni. Non escludo anche altri lavori, che influenzano le prestazioni delle attività del Galleria Nazionale. Non dimentichiamoci che questa ha scarsità di relazioni con le istituzioni omologhe all’estero, dove occupano un ruolo importante i curatori. Sono in contatto con curatori di fama mondiale per l’organizzazione di importanti esposizioni, che credo bisogna aprire nella Galleria, ma anche delle mostre che essa stessa può aprire all’estero. Non vorrei dare informazioni “a cucchiaio vuoto”, ma vi posso assicurare che molto presto avremo un piano concreto per le prossime mostre, così come anche un piano su altri aspetti della gestione, altrettanto importanti per il successo dei lavori di questa istituzione, di cui mi è stata affidata la direzione.
-Oltre al lavoro come artista e curatore è anche fondatore della PromenadeGallery, a Valona. Qual è stato l’obiettivo e quali risultati sta raccogliendo? Come concilierà l’attività creativa personale con la direzione della PromenadeGallery e ora la Galleria Nazionale delle Arti?
La PromenadeGallery è sorta come una ricerca per una nuova alternativa nel panorama artistico albanese. Nacque come laboratorio per stimolare i giovani artisti albanesi e oltre. Posso dirvi che, in breve tempo, lo abbiamo trasformato in un centro molto importante e sono fiducioso che il futuro promette ancora di più sul suo funzionamento. L’artista e il curatore sono due linee parallele che ho cercato di non far unire, poiché una tale realtà impedisce di guardare al particolare. E mi riferisco alla Promenade, che per me e per i suoi artisti è particolare, speciale.
Mentre penso che la trasparenza mi aiuterà a saper mantenere ancora più chiara la specifica distinzione, tra quella che chiamiamo attività personale come artista e curatore della PromenadeGallery e l’altra come amministratore artistico della direzione della Galleria Nazionale delle Arti, il più importante istituto dell’esposizione delle arti visive. Entrambe queste attività occuperanno i rispettivi ruoli e non riusciranno mai a unirsi l’una con l’altra. Considero la prima un’esperienza che mi ha fatto crescere e la seconda come una strada che mi attende, tra le sfide.
-Quale strada ha fatto per essere qui? Come ha vissuto l’emigrazione all’età di 22 anni? A quale nazionalità appartiene la sua anima artistica?
La mia strada è stata simile alla strada di molti giovani dell’Albania prima degli anni ’90. Era piena di grandi passioni e sogni utopici e spesso nell’incapacità di realizzazione. L’allontanamento dal nostro Paese in quel periodo lo abbiamo percepito contemporaneamente come obbligato e temporaneo. Sono partito giovane, con molte poche informazioni sul grande mondo che mi attendeva. Credo che come me, anche molti altri giovani albanesi appassionati, nel corso degli anni iniziammo ad inquadrarci, attraverso l’impegno costante e persistente, nel nuovo contesto e nella vita dei nostri coetanei occidentali.
Ovviamente non è stata una strada facile. Tuttavia, questa è la strada che scrive la storia degli emigranti nei secoli. Non è così, forse? Ora i tempi sono cambiati. Uno spirito ed una energia nuova e straordinaria ha coinvolto il nostro Paese. Questa situazione ha coinvolto anche noi, che non l’abbiamo mai lasciata, né allora nei nostri pensieri e nemmeno oggi nei tempi reali.
Ovunque mi sono trovato, ho portato in me l’essenza della nostra esistenza sulle spalle, poiché la mia anima artistica appartiene alla mia origine, l’albanesità. In sostanza, rimango, quel bambino cresciuto sul mare di Valona e le ripide terre della Labëria ma, al tempo stesso, poiché viviamo in tempi moderni, è necessario avere una mentalità e nazionalità globale.
-Lei ha detto che “l’arte crea l’immagine di una nazione”. Quali artisti albanesi danno l’immagine all’Albania? Come ci aiuterà il premier pittore nella nostra immagine come nazione?
Da tempi storici il nome dell’Albania si è sentito grazie alle attività delle sue figure illustri. Fra la fine del secolo XX e gli inizi del XXI il suo nome è molto significativo grazie alla creatività piena di valori dei suoi nuovi artisti, di consolidata fama internazionale come: Anri Sala, Adrian Paci, Sisley Xhafa e recentemente Driant Zeneli, Helidon Gjergji e Fani Zguro, che hanno creato un’immagine di grande qualità e curiosità per le élite artistiche mondiali. Il nostro compito nel Paese è di dargli più eco e al tempo stesso, con professionalità, aumentare il livello di presentazione di altri artisti, sia dentro l’Albania che all’estero.
Abbiamo la fortuna di avere un Primo Ministro che è profondamente legato all’arte. Egli ha confermato il sostegno suo e del nuovo governo per l’arte e la cultura, poiché giustamente li considera aspetti molto importanti della cultura spirituale e materiale dell’essenza di una nazione.
-Il Centenario ha contato numerose attività in tutto il mondo che hanno presentato l’arte e la cultura albanese. Adesso che si avvicina il 101° anniversario, che pensiero e consigli ha per questo tipo di attività?
Gli anniversari sono fenomeni storici di grande entusiasmo, dove tutti cerchiamo di contribuire al massimo. Quello che importa è il miglioramento della qualità di queste attività. Ciò richiede un lavoro coerente, costante, senza interruzioni, non arrangiate all’ultimo momento, ma ben progettate, in cui partecipano tutte le parti interessate, in cui vengono rispettati tutte le aree e i protagonisti delle varie epoche storiche.
Dunque, a partire da questo senso critico e costruttivo, penso che abbiamo tutte le possibilità per aggiornare il modo di organizzazione delle attività culturali negli anni. L’Albania ha un fermento creativo raro. Lavoriamo affinché questo fermento venga distribuito nel modo giusto, per produrre risultati inimmaginati e desiderati da tutti.
Questa intervista è disponibile anche in lingua inglese e albanese