In un’intervista per AlbaniaNews, Besjan Pesha, Segretario Nazionale del Forum dei giovani del LSI, il Movimento Socialista per l’Integrazione, parla delle elezioni del 28 giugno scorso, delle ragioni dell’alleanza post-elettorale con Berisha e dei giovani in politica.
Chi è Besjan Pesha?
Esiste un detto antico che recita “io sono ciò che possiedo”. L’unica proprietà eterna e inalienabile di una persona è la sua personalità. Mi piace credere di essere un’idealista e molto esigente con me stesso e la società che mi circonda. Come mi piace rimanere cosi per sempre e coerente con i miei principi che non ho mai abbandonato fino a oggi. Per quanto riguarda la vita personale, mi sono laureato in scienze politiche e sono stato uno dei dirigenti dell’ong Mjaft per 4 anni consecutivi, prima di entrare in politica e aderire al LSI, il Movimento Socialista per l’Integrazione, dove ricopro la carica di Vicesegretario nazionale e Segretario Nazionale del LRI, il forum giovanile del partito.
L’ultima tornata elettorale è stata molto lenta durante lo spoglio e nella certificazione dei risultati, deludendo coloro che erano ottimisti sulla maturità che avrebbe dimostrato la classe politica albanese. Come valuti questa situazione, considerando che in politica sei relativamente giovane?
Anche io faccio parte della maggioranza delle persone rimaste deluse dall’ultima tornata elettorale. Ero candidato deputato alla Circoscrizione elettorale di Valona, e durante lo scrutinio ho visto con i miei occhi come i militanti di partito annullavano con leggerezza orrenda il voto popolare, manipolandolo e conteggiandolo secondo i loro orientamenti politici.
Credo che questo trend, a Valona dettato dai scrutinatori del Partito Socialista che dirigevano gran parte dei seggi, abbia compromesso il raggiungimento degli standard. Ciò che queste elezioni hanno dimostrato è molto chiaro e una lezione per il futuro. Le modifiche costituzionali fatte il 21 aprile 2008 senza dibattito pubblico e trasparenza, non potevano produrre un processo elettorale corretto e senza problemi. Per me, la responsabilità principale è del PS e di Edi Rama, colui che ha ideato il pastrocchio elettorale 2009. Tuttavia, c’è stato un miglioramento degli standard e mi piace credere che nelle prossime elezioni non si ripeterà più questa storia.
Il partito politico di cui fai parte ha scelto di governare insieme al PD di Berisha. Molti, sopratutto di sinistra, hanno interpretato questa mossa politica come un tradimento dell’elettorato di sinistra che vi ha votato. Quali sono i motivi che vi hanno spinti a coalizzarsi con il PD e quanto collegiale è stato questa decisione?
Il risultato definitivo delle elezioni è stato di 66 seggi per la coalizione del Partito Socialista (PS), 70 seggi per la coalizione del Partito Democratico (PD) e 4 seggi per l’LSI. In un situazione di questo tipo LSI si è trovata di fronte a due alternative. La prima era unire i suoi 4 seggi con quelli del PS provocando una crisi in mancanza di una maggioranza governativa e si sarebbe andati inevitabilmente in elezioni anticipate con la stessa legge elettorale.
Un contesto che nel caso migliore avrebbe generato lo stesso risultato, facendo entrare il paese in un circolo vizioso molto dannoso, sopratutto per via della profonda crisi economica globale, che naturalmente ha raggiunto anche l’Albania. L’altra alternativa era unire i seggi a livello tecnico con il PD per rendere possibile la governabilità del paese, assumendo come LSI il ruolo di garante per l’integrità e il funzionamento del futuro governo, nel rispetto della legalità e dello stato di diritto. Abbiamo optato per la seconda.
La decisione è stata presa consultando tutte le strutture del LSI, quali la Direzione Nazionale, Il Comitato Direttivo e il Congresso straordinario, che hanno autorizzato il leader del partito, Ilir Meta di negoziare per la formazione del governo con Berisha. D’altro canto, c’è stata anche molta pressione dal fattore internazionale che non accettava in nessun modo l’opzione delle elezioni anticipate e cito qui l’ambasciatore statunitense a Tirana, che rivolgendosi al premier Berisha in modo chiaro, ha detto “dovete tendere la mano all’altra metà perché il verdetto popolare ha diviso il consenso a metà”.
Se tu dovessi avere un ruolo nel futuro governo, quale preferiresti e quali sarebbero le questioni prioritarie?
Sono giovane e proseguirò la mia battaglia per una rappresentanza più ampia possibile dei giovani nel governo e nell’amministrazione pubblica, e la loro inclusione nella legislazione e il programma governativo. Credo che non sia importante l’incarico che uno può avere nel prossimo governo, ma piuttosto quello che farà perché gli ideali, i programmi e le proprie aspirazioni possano essere rappresentate e realizzate il più possibile. Ho sempre fatto tanto in questa direzione e sarò ancora più attivo nel futuro.
Sei entrato in politica dopo una militanza intensiva nella società civile come dirigenti dell’ong Mjaft. Il suo ex collega e leader di Mjaft, Erjon Velia, che si è presentato in queste elezioni con il partito G99, creato da lui e altri giovani, non è riuscito a prendere neanche l’un percento dei voti, fallendo cosi nella sua missione. Non pensi che sia controproducente e non dia risultati l’ascesa rapida degli attivisti della società civile in politica? Non sarebbe meglio criticare il sistema da fuori?
Affatto! Credo che il ruolo della società civile sia quello di fare un’opposizione costruttiva per il bene degli interessi dei cittadini e nello stesso tempo fungere da serbatoio per poter rifornire la politica con elementi nuovi, che non sono rappresentanti dei poteri forti e dei gruppi di interesse economici, ma della società nel suo insieme.
In quest’ottica, sia io che Erion Velia, abbiamo deciso di entrare in politica, e fino a qui non c’è niente di male. Ho sempre creduto che la politica richiede integrità sopra ogni altra cosa, specialmente quando sei ai primi passi. Purtroppo Eri è stato usato da Rama, accettando consapevolmente questo ruolo con la speranza di essere ricompensato dopo le elezioni con qualche incarico di governo.
L’idea di G99 è stata fallimentare fin dall’inizio perché non nasceva da un reale bisogno di rappresentanza dei giovani in parlamento, bensì da un giochetto elettorale preparato in casa Rama. Ho sempre creduto e continuo a farlo che il paese non ha bisogno di nuovi partiti, ne abbiamo già tanti. Servono giovani energici e idealisti dentro i partiti esistenti. Per questo motivo, mi sono unito al LSI e ho invitato e invito Erion di unirsi a questo partito, come l’unico con integrità politica e etica. Da noi sono convinto che ce l’avrebbe fatta.