Dagli stranieri, l’Albania è conosciuta relativamente. Però – detto questo – un po’ tutta la sua storia, paradossalmente, non è conosciuta a dovere, neanche da parte degli albanesi stessi, in quanto, specialmente in mezzo secolo di dittatura, questa sua storia ha parlato solo la lingua dell’imposizione, della censura, del terrore e della violenza del pugno di ferro, dentro al quale il popolo albanese soffriva, veniva soffocato.
Gli stranieri che hanno degli interessi oppure si informano, studiano o effettuano ricerche sull’Albania, sono anche loro suddivisi – come è normale che sia – in varie categorie: coloro che ne amano la storia, la sua cultura, le usanze, l’ambito religioso e la convivenza fra varie fedi, l’archeologia, la geografia, il turismo e l’economia, la letteratura, e coloro che amano la sua arte, o meglio, che l’Albania, nonostante non ne avessero sentito parlare in precedenza, hanno iniziato a conoscerla attraverso la bravura degli artisti albanesi sparsi nel mondo.
Sono tanti questi artisti albanesi che nell’arena internazionale stanno lasciando delle tracce notevoli con il loro talento e la loro forza interpretativa, in varie categorie: strumentisti, cantanti di musica leggera, lirica, pittori, attori, ballerini.
In Italia, un po’ per la vicinanza geografica, un po’ per l’affetto che lega i due popoli, un po’ perché gli artisti albanesi che hanno frequentato i palcoscenici e gli schermi delle televisioni si sono fatti riconoscere per le loro grandi capacità artistiche, la loro conoscenza da parte del pubblico italiano è ormai familiare.
I ‘Talent show’, nati principalmente in Gran Bretagna, per poi diffondersi in tutto il mondo ed anche in Italia ed Albania – con tutte le polemiche ed i giudizi ad essi indirizzati, tutto sommato mi lasciano una buona sensazione e desidererei vederli soltanto da quel punto di vista che è quello della messa in mostra dei talenti, della vetrina dei talenti, nel vero senso della parola.
Di quei talenti che diversamente, nascosti in vari angoli del mondo, nessuno avrebbe potuto notare, nessuno avrebbe mai potuto ammirare la forza di questo dono specifico, in particolare, artistico. Un dono questo che, una volta diffuso, non solo a chi lo possiede, trasmette senso di realizzazione e felicità ma, indirizzato anche verso il pubblico che ha il piacere di condividere queste sensazioni, dà grandi soddisfazioni.
Noi abbiamo appena seguito un recente Talent show, ‘The Voice of Italy’, dove la voce della cantante albanese, Elhaida Dani, ha emozionato migliaia di persone tra il pubblico italiano, quello albanese e non solo, tutte quelle persone che amano la musica e il suo linguaggio universale – e semplicemente – amano il bello, l’autentico! L’ampia fascia di pubblico che ha seguito il programma, constatato che alla fine è stata la voce ad aver avuto la meglio, quella di una ragazza albanese, ha riconfermato per l’ennesima volta che l’Albania è un paese pieno di talenti.
Il pubblico italiano ha già conosciuto in precedenza il talento di artisti albanesi, resi noti dal Talent Show “Amici” di Maria de Filippi – a fianco di tanti altri talenti – come quello dei ballerini Kledi, Anbeta ,Ilir e Olti, Klajdi e colui che, con la particolarità della tecnica e dell’interpretazione della sua danza, ha affascinato migliaia di persone, esperti di danza e non, il ballerino Leon Cino*, vincitore della terza edizione di “Amici” nel 2004.
Oggi Leon è un ballerino professionista che esercita al massimo il suo talento e la sua bravura, è coreografo e direttore artistico di alcune scuole di ballo.
Ciao Leon, benvenuto su Albania News.
Ciao, vi ringrazio per avere inserito anche la mia intervista, tra gli articoli di Albania News.
Le teorie un po’ discordanti sul potere del talento e sul fatto che esso sia una cosa geneticamente trasmessa, che lo studio nei suoi confronti sia una cosa addirittura ininfluente; tu personalmente come le consideri?
Io penso che il talento, insieme al lavoro sul proprio corpo – in particolare, per quanto riguarda la danza – siano la chiave del potere dell’essere umano, dell’artista.
Quando hai scoperto la passione per la danza? Tu sei molto legato alla tua famiglia, specialmente a tua madre. Che ruolo ha tua madre nei tuoi successi come ballerino? Lei ha sempre creduto in te?
Nella mia famiglia, mia mamma – ogni volta che sente della bella musica – inizia a ballare ed è lei l’artefice del mio aver scoperto il mondo della danza..
All’età di 11 anni mi mandò a un’Accademia Professionale di Danza in Albania, dove ho fatto un’audizione per essere ammesso.
All’inizio non ero molto contento della scelta di mia mamma, ma pian piano ho scoperto che l’arte della danza, oltre a farmi provare delle bellissime emozioni, mi fa muovere liberamente nello spazio e mi permette di fare dei virtuosismi che non avrei mai immaginato… Mia mamma, con il passare del tempo, sta diventando un’ intenditrice di bella danza. Nei miei confronti è molto critica, ma quando viene a vedermi, mentre mi esibisco, mi dicono che si emoziona e che versa sempre una lacrimuccia (penso che lei creda in me).
Nella tua famiglia ci sono altre persone che praticano la danza?
No, nella mia famiglia non ci sono persone che praticano la danza.
Che importanza ha avuto nella tua preparazione professionale frequentare gli ambienti dell’Accademia di Danza di Tirana?
È un po’ come nelle scuole elementari, l’inizio di tutto, le fondamenta… Sono stato fortunato ad avere avuto dei bravi insegnanti che mi sono stati vicini nel percorso dell’ insegnamento scolastico.
Quando frequentavi questa scuola, hai mai avuto la sensazione che, un giorno saresti diventato un ballerino famoso, specialmente fuori dall’Albania?
La convinzione o la previsione per il futuro sarebbero state un po’ premature, vista la mia giovane età… Ricordo che il pensiero principale era il gioco. In Albania, ai tempi si diceva che solo gli artisti e gli sportivi potessero andare all’estero, ma ripeto che non avevo pensieri così a lungo termine.
Lavorare con Maria de Filippi. Le sensazioni?
Il nostro lavoro era differente, ma è affascinante il fatto che lei era presente sempre e per chiunque.
Un trampolino di lancio come il programma di “Amici”, quanto ha influenzato la tua carriera?
Un ballerino di teatro come me, ha un pubblico di un numero limitato di persone. Con il programma “Amici”, questo pubblico è aumentato molto. Di conseguenza, posso dire: sì, ha influenzato molto la mia carriera.
La capacità di gestire lo sforzo e la fatica quanto sono importanti nel vostro mestiere?
È una conquista che il ballerino rende propria con l’esperienza, quindi, gestire lo sforzo e la fatica è molto importante.
Ti è capitato di conoscere delle persone dotate di grandi potenzialità artistiche ma che, per mancanza di spirito di sacrificio e sopportazione della fatica, non sono potute emergere nel mondo artistico (questo vale un po’ per tutti gli ambiti, lo sport ecc..)?
È chiaro che sì!
Per quanto uno sia predisposto o addirittura “nato” per un qualsiasi mestiere, se non ti applichi, non arrivi.
L’umiltà: quanto conta in arte?
Se tutti noi ci comportassimo in modo umile ed educato, il mondo sarebbe perfetto.
Oltre la danza, hai altre passioni? Lo sport che posto occupa tra le tue preferenze e quale tipo di sport in particolare?
Mi piace lo sport e lo pratico anche. Il calcio occupa il primo posto.
Lo spettacolo che ricordi come il più emozionante? Nel tuo repertorio, il ruolo che hai interpretato che ti emoziona in particolare?
Don Chisciotte. Il ruolo è Basilio.
È stato il primo ruolo che ho interpretato negli Stati Uniti, subito dopo essermi diplomato presso la Scuola del Teatro alla Scala di Milano.
C’è in particolare un ballerino o ballerina a livello mondiale con cui ti piacerebbe esibirti?
Baryshnikov.
Dei ruoli solistici che hai interpretato, – a parte quello di “Io ballo”, dove interpreti te stesso – in quale ti sei rispecchiato di più?
In questi giorni ho interpretato me stesso in un passo a due, di cui ho curato la coreografia. Lo spettacolo si chiama “Passione.”
La tua passione per il cinema… ti piacerebbe proseguire in questo ambito?
Sì, mi piacerebbe. E’ un mondo che mi affascina.
Ci si esibisce dal vivo per un pubblico generalmente straniero. Facendo riferimento in particolare alla danza in coppia con Anbeta, che oltre a rafforzare la vostra compatibilità artistica, rafforza anche le vostre origini, che sensazioni trasmette questo a entrambi voi?
Il pubblico per noi è uguale… In qualsiasi posto, non c’è differenza di nazionalità.
Attualmente dove sei impegnato con il tuo lavoro? Progetti futuri?
Sto lavorando con “ Atzewi Dance Company” come ospite “Primo Ballerino”, dove ballo con Beatrice Carbone, solista del Teatro alla Scala, in giro per i Teatri Italiani.
Oltre che nella Scuola di Danza di Milano, collaboro come direttore e dirigo una scuola di Danza in Liguria, a Chiavari, e una scuola a Desenzano, da questo nuovo anno accademico.
*Chi è Leon Cino
Leon Cino è nato a Tirana, Albania.
1993 – Studio di danza presso l’Accademia di Danza di Tirana
Danza classica professionale
Danza di carattere
Danza popolare albanese.
Esperienze: Ruoli solistici
LE BOURGEOIS GENTILHOMME – MOLIERE ( Ratchinskaja )
Vinto il 3^ premio del Concorso Internazionale “Giovani Talenti” di Vignale (Torino)
1998 – Studio danza presso scuola di ballo del Teatro alla Scala
EINE KLEINE NACHT MUSIK ( Anna Maria Prina )
STREGHE ( Biagio Tambone )
KODO ( Biagio Tambone )
KODO* ( Biagio Tambone )
WOMEN ( Biagio Tambone )
FUOCO ( Biagio Tambone )
LO SCHIACCIANOCI – VALZER DEI FIOCCHI DI NEVE ( Biagio Tambone )
NABUCCO ( Biagio Tambone )
FIORI ( Biagio Tambone )
LE CORSAIRE “Ali” ( Biagio Tambone, Paolo Podini )
SINFONIA IN QUATTRO COLORI ( Massimiliano Volpini )
WOMEN: LA SPERANZA ( Biagio Tambone )
GADES ( Leonid Nikonov, Biagio Tambone )
Produzioni del Teatro alla Scala:
MANON ( Teatro alla Scala – coreografia Umberto Bergna )
LAGO DEI CIGNI ( Teatro Carlo Felice di Genova e Teatro alla Scala – coreografia di R. Nureyev ripresa da Aleth Francillon )
Borse di Studio
1998 – 1999 Teatro alla Scala Foundation USA
1999 – 2000 ROTARY Club Leonardo da Vinci
2000 – 2001 ROTARY Club Leonardo da Vinci
2001 – Diplomato con specializzazione in danza classico-accademico
Nel 2001, subito dopo il diploma, Leon vince il premio Danza & Danza come miglior giovane promessa.
Esperienza lavorativa
Subito dopo si è trasferito negli Stati Uniti dove è entrato a far parte del Tulsa Ballet per passare, all’inizio della stagione successiva, al Pacific Northwest Ballet.
Il suo repertorio include:
– “Don Quixote“ (Petipa),
– “Going for Baroque” (Val Caniparoli, che ha poi creato per lui “Misa Crolla”),
– “Ressamblement” (Nacho Duato),
– “Fingerprints” (Stanton Welsh),
– “Celts” (Lila York),
– “Carmen” (Amedeo Amodio).
Rientrato in Italia nel 2003, ha partecipato e vinto la terza edizione del programma televisivo “Amici” condotto da Maria De Filippi.
Il suo repertorio include:
– “Bayadère”
– “Giselle”
– “Le Corsaire”
– “Don Quixote”
– “Who Cares- Balanchine”
– “Paquita”
– “ Sylvia (ou la Nymphe de Diane) su musica di Delibes.
(Moltissime coreografie tra Classico, Neoclassico, Modern jazz e Modern, create ed adattate su di lui).
Nel 2004 ha ricevuto il Premio Internazionale “Gino Tani” per le arti dello spettacolo, e successivamente è stato protagonista del musical “Footloose”, presente per due stagioni sui palcoscenici delle maggiori città italiane e vincitore del “Biglietto d’oro”.
“FOOTLOOSE” – Musical
Nel ruolo di Ren McCormack
Produzione teatrale di Dean Pitchford e Walter Robbie, basato sul film originale di Dean Pitchford
Regia Christopher Malcolm Regia associata Patrick Rossi Gastaldi
Direzione musicale-Peppe Vessicchio
Spot sicurezza Stradale
“Scegli di vivere. Scegli chi guida” Provincia di Roma
(campagna “Il guidatore designato”: la Provincia di Roma contro le stragi del sabato sera)
Nel 2006 Ospite nello spettacolo – Terra D’amore – Reggio di Caserta
Nel 2007 è stato premiato per i 60 anni del QKKF in Albania.
2008 – 2009
“IO BALLO” – Musical
Nel ruolo di se stesso
Scritto e diretto da Chicco Sfondrini
in collaborazione con Patrick Rossi Gastaldi (maestro di recitazione)
2010 – 2011
Ospite al “Ballet Riviera” come Primo Ballerino
In Coreografia di: Tania Matos
Produzione “TANGO”
2010 – 2011
La prima esperienza come produttore con la messa in scena presso il Teatro Greco di Roma dello spettacolo “Tra Uomo & Donna – Trittico”.
Regia, produzione e direzione artistica di Leon Cino
Coreografie di Tania Matos e Biagio Tambone
2011 – 2012
L’Arca di Giada – Musical Fantasy in 3D live
Primo ballerino nel ruolo di Desiréé (il cigno magico)
Cinema
“NOUS ET LENINE”
Leon Cino – Gazi
Produttore e regista Saimir Kumbaro
Sceneggiatura di Ruzhdi Pulaha e Saimir Kumbaro
Autore e direttore della fotografia Nino Celeste
“LA CITTA’ INVISIBILE”
Leon Cino – Sorin
Prodotto da “La Fabbrichetta”
Regia di Giuseppe Tandoi