Andrea Camaiora è uno dei massimi esperti in Italia nei settori della comunicazione trasparente, materia legata all’anticorruzione, della comunicazione di crisi e di vicende mediatico giudiziarie.
È il fondatore di The Skill, studio di comunicazione strategica con sedi a Roma, Milano e Padova che da alcuni mesi sta concentrando la sua attenzione anche sull’Albania, dove sarà anche dal 9 all’11 settembre (Dhërmi, Durrës e Tirana) per una serie di incontri e conferenze: da Confindustria Albania a Intesa San Paolo Bank Albania. Lo abbiamo contattato e gli abbiamo rivolto alcune domande.
In Italia esiste tutt’oggi una rappresentazione distorta dell’Albania. Perché secondo lei non rispondente alla realtà?
“Sa, purtroppo gli Italiani hanno scarsa memoria. Non hanno ricordo e gratitudine per l’eroico impegno di Skanderbeg e hanno dimenticato gli incredibili, straordinari legami tra Italia e Albania tra il primo dopoguerra fino agli anni ‘40, quando era assolutamente normale, ad esempio, viaggiare da Roma e Torino verso Tirana, da Durres verso Bari… poi negli anni ‘90 l’arrivo in massa degli emigrati albanesi ha fermato nella memoria di molti l’idea di un Paese povero e sfortunato. Forse sono vere entrambe le considerazioni ma l’Albania, al contrario dell’Italia, è un Paese vivace, con un’economia viva e vitale, molto simile all’Italia degli anni ‘50.
Come può l’Albania essere opportunità per gli imprenditori italiani? Quali sono i settori dove investire?
L’Italia, in generale, può portare in dote all’Albania tre caratteristiche importanti: è anch’essa un Paese mediterraneo, conosce meglio di chiunque la terra di Skanderbeg, è una potenza economica del G7 che ha compiuto già decenni passati gli errori che accompagnano i boom economici e può evitare agli albanesi gli errori che sono stati compiuti da noi. In Albania, ad esempio, le aziende e gli architetti italiani lavorano molto. È prioritario evitare di aggiungere colate di cemento mal speso per creare orrendi ecomostri. L’Italia investe però non solo nell’edilizia ma anche nel turismo, nelle manifatture, nelle infrastrutture, nella farmaceutica (altro settore su cui l’Albania non può restare indietro). Insieme possiamo fare davvero molto.
Quali sono le aziende con cui lo studio The Skill collabora in Albania e quali sono le aziende che possono rivolgersi a voi e perché?
The Skill ha appena avviato un rapporto con l’Albania tutto sommato da pochi mesi. Ma abbiamo già editato con The Skill Press la prima business guide in formato eBook, pochi mesi prima che Lonely Planet sfornasse la prima guida interamente dedicata alla Nazione delle Aquile. Nel volume forniamo consigli preziosi agli imprenditori italiani: non solo sulla normativa, la storia, la geografia e il contesto politico istituzionale, ma anche relativamente agli hotel e i ristoranti dove recarsi!
Siamo più in generale al fianco di imprese, professionisti e pubbliche amministrazioni in diversi Stati europei in progetti raffinati, complessi, particolari che richiedono competenza, alti livelli di specializzazione, capacità di mettere insieme comunicazione, leggi, prevenzione dei reati, prevenzione e gestione della crisi. Come tributo a Indro Montanelli, che nel ‘39 firmò il volume “Albania Una e Mille”, la nostra business guide si chiama ‹‹Albania Una e 2019. Doing Business Guide››. Del volume, Albania News è stata la prima testata ad occuparsi e di questo vi ringrazio.
Dal 9 all’11 settembre sarà in Albania per un tour di incontri in collaborazione con la Confindustria Albania (rappresentante dell’industria italiana in Albania). Di cosa parlerà, quali sono le aziende che parteciperanno?
Anzitutto lunedì faremo un giro nella parte meridionale del Paese, per avere un’idea generale che vada oltre l’orizzonte limitato di Tirana. Le aquile volano e devono volare anche a Valona, Scutari, Durazzo. Vanno valorizzate le Alpi albanesi e Berat, le isole. C’è molto da fare. Abbiamo in mente di organizzare per la prossima primavera un tour di professionisti italiani di eccellenza e di costruire una Business School albanese sul modello delle più avanzate dell’occidente. Sono poi previste due lezioni sulla comunicazione strategica, su trasparenza e anticorruzione e su comunicazione di crisi e litigation pr (gestione di vicende mediatico giudiziarie), una per Confindustria Albania – che riunisce però non solo imprese italiane ma anche tante albanesi – e l’altra per Intesa Sanpaolo Bank Albania, tra i principali poli bancari nel Paese delle Aquile.
Ci può fare un esempio di successo di azienda italiana in Albania? Cosa lo ha aiutato in questo successo?
Sarebbe proprio difficile dare un solo esempio di un’azienda italiana di successo. Le storie sono tante, tutte diverse tra di loro. Ma il successo è dovuto dalla intelligenza imprenditoriale, il coraggio e l’ottimismo. Tra queste sicuramente Maccaferri, Petrolifera, Essegei, Grassi. Farmalabor è poi impegnata su un doppio fronte: sia con una società di distribuzione dei propri prodotti in Albania e sia attraverso l’importazione in Italia di piante officinali e altre materie prime finalizzate agli integratori alimentari.
Tenga conto che in questo momento Confindustria Albania è guidata da un visionario e straordinario capitano d’impresa come Sergio Fontana, maestro nel costruire “ponti” nelle opposte sponde dell’Adriatico e a convincere tanti imprenditori italiani a scommettere sugli albanesi. Ciò incentiva altri imprese, come è stato anche il caso della nostra The Skill, a lanciarci nell’avventura skipetara.
Due giorni fa è uscito il rapporto definitivo dell’OSCE sulle amministrative del 30 giugno che critica il processo elettorale. Quanto può riflettere tale rapporto sulle decisioni degli imprenditori stranieri ad investire in Albania?
Sicuramente influisce e in alcuni casi è determinante. Il tema istituzionale e politico albanese è centrale: bisogna che tutti rispettino le regole e che ci sia un effettivo e duro contrasto alla corruzione. Ci vuole una battaglia per una moderna trasparenza sia nel settore pubblico che in quello privato.
I dati emersi dal rapporto Osce accendono i riflettori sulla grave carenza di misure utili a contrastare abusi e contraffazioni durante le elezioni: problematiche che aggiungono un tassello critico nel quadro dell’affidabilità percepita dell’Albania. Alla luce dello strettissimo rapporto tra dinamiche economiche e politiche di un Paese, questo deficit può indebolire il rapporto con imprenditori stranieri che hanno investito o vorrebbero investire in terra albanese. Un sistema trasparente, che garantisca ad esempio protezione a chi subisce pressioni politiche, studiato nell’ottica di una globale lotta a fenomeni corruttivi, può senz’altro rappresentare una decisiva marcia in più per la crescita della nazione.
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