Scritto da:Nini Mano.
Tradotto da: Adela Kolea
NINI MANO: Nata a Berat, Albania il 15 agosto 1955. Dopo essersi laureata nel 1978 presso la Facoltà di Lettere,inizia la sua carriera come insegnante in un piccolo paesino nei pressi di Berat. In seguito, si dedica al giornalismo. Gli anni successivi ha lavorato nella stampa scritta, in quella televisiva e radiofonica. Per alcuni anni ha lavorato come giornalista presso RFI ( Radio France Internationale) nella rubrica in lingua albanese. Ha conseguito varie specializzazioni dentro e fuori l’Albania. Oltre ad articoli ed analisi nell’ambito dell’economia, ha eseguito vari reportages, effettuato delle ricerche e,dedicandosi anche alla letteratura, ha scritto delle poesie.
Oggi lavora come giornalista economica presso ATSH ( L’Agenzia Telegrafica Albanese).
Il cittadino patriota di Berat, pubblicista, filologo ecc..
Sotir Kolea, che tanti studiosi lo considerano come l’ultimo rappresentante del Rinascimento Albanese, morì il 3 luglio 1945 nella città di Elbasan, all’età di 73 anni, dopo una vita dedicata interamente alla questione albanese, fin dai tempi della sua gioventù. Kolea fu allontanato dal suo incarico di Direttore della Biblioteca e del Museo Nazionale, da parte del ministro dell’istruzione di quel periodo, in quanto, non tacque mai per nessun tipo di scandalo che era solito scontrare nell’amministrazione di quel periodo.
Non assegnarono neanche una pensione a colui che riuscì, in 9 anni, a istituire su basi scientifiche la Biblioteca Nazionale, permettendo ai suoi lettori di trovare le sue porte sempre aperte, di trasmettere loro l’amore per la lettura e per il Museo, che contribuì al loro arricchimento con fondi significativi per la cultura, la lingua e la storia nazionale.
La burocrazia e l’inefficacia dei dicasteri del tempo, non soffocarono la sua determinazione per ottenere dei fondi per l’arricchimento della Biblioteca e del Museo. La sua tenacia nell’impegno con la Biblioteca, rese possibile l’accesso numeroso da parte dei giovani. Nel 1928 furono letti 459 libri e vi frequentarono 1785 lettori. Nel 1930 furono letti 3021 volumi. Nel 1931 in Biblioteca furono letti 5805 volumi e vi frequentarono 11280 lettori. “Tanti signori benefattori ci hanno offerto cortesemente vari oggetti preziosi per il Museo, -“ dichiarava in un rapporto Kolea stesso nel gennaio 1928. Questi oggetti erano 1851 pezzi.
Il 15 maggio 1929, alla ricerca di libri in albanese stampati in tempi remoti, ricevette la risposta del British Museum London, dal dipartimento di stampa che, tra l’altro citava che:”..non possediamo libri di Gjon Buzuku, Luk Matrenga, E Pjeter Budi.(Speculum confessionis)..ma, abbiamo in nostro possesso libri come:Pjeter Budi –la dottrina cristiana dell’anno 1664 Ni 4051,d5;..abbiamo in lingua albanese i seguenti libri: P.
Francisco Maria de Lecce- Osservazioni grammatically nella lingua albanese,1716;Johann Thunmanus una edizione del 1774, da Daniel Voskopoja “ Vocabolario in 4 lingue del 1902.
Nel 1929 Kolea informa che: “Il professore Gustav Wingand ha donato alla Biblioteca 100 volumi, sistemati in una cassetta”, nel frattempo altre donazioni come cartine geografiche “Coste dell’Epiro- la parte di Narta e Preveza”, “Parte dell’ Albania turca con Montenegro, Venezia 1789”, “Dalmazia”, “Corso dei fiumi Drino e Bojana”, “La Scanderbeide, poema heroico (signora Margherita Sarrocchi), Roma 1623; “Pouqueville – Histoire de la Regereration de la Grece” Bruselle, 1843”; il Messale di Gjon Buzuku, opera in albanese, con immagini dal Vaticano, stampato nel 1555.
Arricchisce la Biblioteca nel 1929, pagando la cifra di 80 franchi d’oro, a Scutari, del libro “ Storia di George Castrioto ditto Scander-begh”, dell’autore Gianmaria Biemmi, pubblicato a Brescia nel 1742.
Kolea scelse la città di Elbasan, come luogo dove vivere e lavorare, elaborando, studiando e pubblicando tutti i suoi studi effettuati in tutta la sua vita, soltanto per l’Albania, a cui dedico tutta la vita ed il suo patrimonio. Conduceva una vita isolata e di poco movimento, anche perché la salute, pian-piano, lo stava abbandonando. Ma la penna, non fu mai rifiutata dalla sua mano, fino a pochi giorni che lo separavano dalla morte.
Fu sepolto nel cimitero di Elbasan, onorato da tanti amici, conoscenti e ammiratori.
Ma, i familiari più stretti di Kolea, dopo il suo funerale, si imbatterono nella sua abitazione in affitto nel quartiere “Kala”, oltre ad una porta chiusa a lucchetto, sigillata, con un funzionario del Tribunale di Paqi, Elbasan, il quale non permise loro di entrare dentro, con la motivazione che: “Qui sono presenti documenti di rilevanza nazionale”…
Né il nipote, né la nipote di Kolea, al loro ritorno dopo 4 mesi nella sua abitazione, furono in grado di sapere che fine avessero fatto tutti i suoi materiali, i documenti, i manoscritti, la corrispondenza del patriota di un periodo di 57 anni, tra cui comunicazioni con altri patrioti albanesi, politici dei paesi stranieri più potenti del tempo, in Europa e nel Dipartimento di Stato Americano, tra il 1909 e il 1943. Stranamente, i parenti non trovarono quasi niente neanche dagli effetti personali di Kolea, nemmeno la sua amata macchina da scrivere, con cui aveva stampato migliaia di fogli, facenti parte di molti elaborati e studi in vari ambiti.
Nessuno dei parenti di Kolea seppe mai il motivo della scomparsa misteriosa dei materiali dall’abitazione dove lui visse per circa 15 anni.
Perché è stata sigillata l’abitazione in cui questo uomo saggio trascorse i suoi ultimi anni di vita? Questo enigma e questo mistero accompagnarono per lunghi anni i familiari di Kolea.
Ed infine, come pronipote di Kolea, studiando e lavorando per una monografia su di lui, con il fondo “Sotir Kolea”, tra i maggiori fondi attualmente in possesso dallo Stato Albanese, sono rimasta sorpresa leggendo degli interventi e delle violazioni, con i quali, lo stato comunista ha denigrato dopo la morte l’opera di Kolea.
E’ spaventoso il modo segreto e violento in cui lo stato, che è stato istituito con la guerra, in nome della libertà, poté entrare nei luoghi più intimi e segreti in possesso del patriota Kolea, delle sue osservazioni, studi, fino ad uno testamento politico, scritto da lui il 17 marzo 1935 a Tirana e consegnato in mano ad un notaio a Elbasan, rinchiuso in una busta grande, sigillata di rosso con quattro timbri, con su scritto: “ Aprirlo dopo 50 anni”..
Chi era Sotir Kolea?
Sotir Kolea nacque nel quartiere ‘Gorice’ di Berat, il 4 settembre 1872 in una famiglia colta, intellettuale e commerciante, come primo figlio dell’avvocato Kristo Kolea, il quale aveva lavorato per un lungo periodo come consigliere legale per i Balcani del Monopolio Francese dei Tabacchi nell’Impero Ottomano, ”La Regie Des Tabacs”. Nacque per essere l’erede del patrimonio di una delle famiglie nobili più vecchie e più colte di Berat, ma la vita, in età molto giovane, fece mutare il suo destino.
Dopo gli studi elementari, a soli 9 anni, si stabilì in un Monastero dallo zio Ilia Kolea, il quale si occupava del commercio del tabacco e, dopo avere terminato il liceo greco, fu nominato come impiegato nel campo del tabacco a Oher. Da lì, si trasferì in Grecia, a Dhrahma e Kavalla, dove visse e lavorò nel periodo 1899-1902.
Più avanti, si stabilì in Egitto, dove dedicandosi per un po’ di tempo al commercio del tabacco, si dedicò totalmente alla vita tempestosa politica, in difesa delle questioni albanesi per l’indipendenza e la difesa territoriale dell’Albania.
A soli 19 anni lui parlava 8 lingue straniere:greco, turco, latino, francese, bulgaro, italiano, rumeno,spagnolo, alle quali più avanti, si sarebbero aggiunte anche le lingue:inglese, arabo e la lingua locale del Madagascar. Prima ancora di compiere 20 anni,si aggregò al movimento dei patrioti albanesi per l’indipendenza. Nel 1911 viene nominato segretario dell’associazione “L’unità” in Egitto e per 15 anni,dalla fine del XIX secolo ai primi 10 anni del XX secolo, si fa notare per il suo contributo attivo per la realizzazione dell’Indipendenza dell’Albania, organizza e dirige associazioni patriottiche in emigrazione, polemizza con politici europei per la questione nazionale ecc…
Negli anni 1912-1920, mette da parte le sue questioni personali e si mobilità al servizio della nazione. Kolea viene reso partecipe nei progetti diplomatici e pubblicistici dopo l’indipendenza, nel supporto dei servizi diplomatici, rappresenta la nazione nelle porte di varie cancellerie dell’Europa. Nel 1913 è tra gli organizzatori del Congresso di Trieste. Nella nota di protesta, indirizzata al Presidente degli Stati Uniti, datata 13 maggio 1913, Kolea scrive:”Sacrificare Valona,significa rendere illusoria l’indipendenza dell’Albania e mettere a repentaglio l’esistenza del popolo antico albanese. “ Nel 1914,dopo degli incontri a Brindisi ed a Lecce, in Italia, con la cerchia dei patrioti albanesi, Kolea si trasferì a Losanna, in Svizzera, dove nel 1915 diresse in lingua francese il giornale “L’Albanie”, noto per i suoi meriti particolari, in quanto rese possibile al lettore straniero, la conoscenza della situazione albanese.
Viene nominato membro della delegazione albanese nella Conferenza di Parigi e nel Consiglio Amministrativo franco-albanese a Parigi. Nel 1920, il governo provvisorio di Valona, scelse tra i membri della delegazione albanese nella Conferenza di Londra, anche Sotir Kolea, come attivista noto e patriota della colonia di Egitto. Ma lui preferì non partecipare, a causa della diffidenza personale nei confronti di alcuni membri della delegazione e chiese che la delegazione fosse guidata dal principe Fuad di Egitto, principe di origine albanese.
Nelle sue convinzioni, Kolea rimase fedele all’idea: “Gli interessi in gioco sono colossali” e che,”i tentativi del governo di Valona,non avrebbero potuto ottenere del successo, affinché alla guida della delegazione albanese non ci fosse una personalità con influenza diplomatica”, come lo poteva essere il principe di Egitto, di sangue albanese. Nel periodo confusionale politico, Kolea aveva reso come propria l’idea che: “Nessun straniero può fare per l’Albania, ciò che può fare colui che è di origine albanese”
Dopo gli anni ’20, comprendendo i grossi disguidi tra le diverse forze politiche albanesi, la sete per il potere di ognuna di esse, stanco e deluso, Sotir Kolea si dedica alla vita privata.
In una lettera rivolta al suo amico, Mithat Frasheri, il 25 marzo 1920, Kolea scrive: ”In questa benedetta Albania,temo diventi d’abitudine che, tutti i governi come quelli avuti fino ad oggi,mangino, bevino,se ne lavino le mani e si allontanino”..
In questo periodo si allontana verso il Madagascar, e più avanti, a Marseille, Francia, dove si occupa di commercio. Il 20 dicembre 1927, in una lettera, Mithat Frasheri fu il primo ad informarlo della decisione del Consiglio dei Ministri, che nominava Sotir Kolea, direttore della Biblioteca Nazionale e del Museo Nazionale.
Nel 2002, nell’occasione del 90-esimo anniversario dell’Indipendenza, il presidente Alfred Moisiu, conferì a Sotir Kolea la medaglia d’oro dell’ordine “Naim Frasheri”.