Da Fier a Milano seguendo la passione per l’arte.
Alma Maqina è una giovane e promettente pittrice albanese. Nata a Fier, piccola città nel sud dell’Albania, si è formata professionalmente nell’ Accademia di Brera di Milano, una delle più conosciute Accademie di Belle Arti d’Italia.
Sin da bambina Alma scopre in modo del tutto naturale la sua inclinazione per la pittura. Dopo avere fatto esperienze in diversi paesi ora è ritornata di nuovo a Milano. Ci diamo un appuntamento alle “Tre Gazzelle” Corso Vittorio Emanuele II, Milano. I ragazzi del bar sono distratti, alcuni clienti consumano i loro gelati sotto il caldo opprimente di Milano.
Tacchi a spillo, fisico ammirabile, vestita con eleganza e cura, portamento elegante, tipico delle figlie del popolo più antico d’Europa. Alma ha un volto armonioso segnato dagli occhi grandi e profondi che brillano sotto la frangia dei suoi capelli color miele. Tra sguardi fuggevoli e qualche stretta di mano, mi vede da lontano. Sorride.
Mi raggiunge al tavolo. Mi saluta con quel suo italiano di paesi lontani. Indecifrabile il suo accento, ma mi avvolge in un abbraccio all’albanese. Cerchiamo di capire meglio com’è cominciato il suo percorso nell’arte e nella pittura. Facendo delle piccole e semplici domande cercheremo di conoscere Alma e la sua affascinante storia.
I suoi primi disegni li ha realizzati sui vetri appannati dell’autobus della sua città, dove suo padre faceva il conducente. Che ci faceva la piccola Alma sull’autobus la mattina presto o la sera tardi?
È più semplice di quanto può sembrare, nonero appassionata di autobus e non volevo diventare chauffeur (sorride) perché a quel tempo era un mestiere assegnato agli uomini. Quando ero bambina, nella mia città le macchine si vedevano per le strade solo in occasioni veramente speciali. Parlo dei tempi del regime comunista durante i quali l’Albania si riduceva sempre più in miseria.
Gli unici mezzi di trasporto erano i camion e qualche automezzo pubblico. Per fortuna mio padre guidava l’autobus che collegava la nostra città con altre città situate vicino al mare, specialmente con Valona.Nei periodi estivi, la mattina presto caricava tutta la famiglia e ci portava a Valona, al mare. Ci lasciava là e poi la sera, quando finiva di lavorare ci riportava a casa.
Il primo amore non si scorda mai,dice il detto popolare.I primi incontri con qualsiasi tipo di amore rimangono impressi nella nostra mente. Si tratta comunque di una reazione biochimica identica in tutte le culture e le popolazioni del mondo. Una sua sensazione di quei momenti? Cosa ricorda di quei suoi disegni sui vetri?
Mi piaceva l’idea che i miei piccoli disegni cambiassero perennemente colore. I fiori prendevano i colori del panorama che si vedeva dai finestrini dell’autobus di mio padre. Mentre durante la notte mi piaceva disegnare i volti delle persone che si riflettevano sui vetri.
Non avevo bisogno né di colori, né di pennelli speciali mi bastava solo l’indice della mano destra. Poi una volta a casa cercavo di richiamare alla mente e riprodurre sulla carta, sui muri della casa, ovunquefosse possibile, quei piccoli e strani disegni che avevo tracciato sul vetro. Il miei tentativi a volte si concludevano con una cazziata (si scusa de gergo napoletano)cioèun rimprovero pesante, quasi sempre seguito da cattivo umore e piantiche facevano impazzire i miei.
Ma io non mollavo, mi intestardivo a disegnare e proseguivo senza interruzione, finché non conquistai l’attenzione della mia famiglia, le mie composizioni decorative cominciavano a piacere…
Con il passare del tempo quelle semplici righe disegnate in modo ingenuo, ma con una grande perseveranza e partecipazione emotiva, si trasformeranno in una passione che spingerà sempre di più la piccola Alma verso il mondo della pittura. So che è stata, per cosi dire, ostacolata un po’ anche dall’ambiente di quell’epoca storica. Chi l’ha aiutata a sviluppare la sua passione e dove ha imparato a dipingere in modo professionale?
C’è da dire che non essendo figlia di artisti spesso questo amore mi tormentava, avevo tanta voglia di imparare cose nuove e diventare sempre più brava. Stiamo ancora parlando del periodo buio, nel quale regnava ancora il regime di Enver Hoxha.
Quindi… Sì, è vero che esistevano le scuole dell’arte, ma solo le grandi città erano per così dire “organizzate”, e gli insegnanti di disegno si “impegnavano” a scoprire i piccoli talenti. In tutto questo mio padre mi è stato sempre vicino (per fortuna lui possiede un animo sensibile). E così, nel suo piccolo, mi ha aiutata ad avvicinarmi al mondo dell’arte anche se non mi lasciò seguire l’inclinazione per il mondo meraviglioso dei colori.
Anche perché gli artisti a quel tempo non avevano l’importanza e non raggiungevano la fama che hanno oggi. Quindi quando un incaricato (credo un rappresentante delle scuole dell’arte) mi citò come un elemento interessante da avvicinare alla pittura,mio padre, essendo anche un amante dello sport, diede la preferenza al volley. Di conseguenza ho frequentato la scuola di pallavolo della mia città. Ma nel ’97 in Albania i tempi si facevano ancora più duri,le giovani ragazze, come molti sanno, sparivano nel nulla.
E successivamente cosa accadde?
Successivamente ho smesso di giocare a volley. Pian piano mi sono avvicinata di nuovo alla pittura, passione che non avevo mai dimenticato. In un certo senso è stato un ritrovamento di me stessa. Da quel momento in poi io a la mia arte siamo diventati una cosa unica. Non avendo seguito studi regolari ho cercato di ampliare la mia cultura e la mia preparazione in campo artistico da autodidatta. Ma mi rendevo conto che la mia passione non bastava, avevo bisogno di qualcuno che mi spiegasse cose che non sapevo e mi insegnasse ciò che non ero in grado di fare.
Ogni Accademia di Belle Arti è considerata una fabbrica di giovani talenti, vengono coltivate le menti più belle e piene di fantasia. Lei ha scelto l’Accademia di Brera perché in Albania mancava una scuola libera e creativa?
No, in realtà in Albania non mancava e non manca tuttora una scuola di un ottimo livello, ma io avevo bisogno di vedere altri Paesi.Amo viaggiare e l’Italia era la meta più vicina oltre ad esserela terra promessa dell’arte in generale: è il Paese di Michelangelo, Botticelli, Leonardo da Vinci.
Da qualche parte avevo letto una frase di Johann Wolfgang von Goethe riferita a Michelangelo che diceva “Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un’idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere”. Quindi, avevo bisogno di vedere l’arte dal vivo, per capire se sarei stata in grado di ottenere quello che desideravo sin da piccolissima. L’Accademia di Brera mi ha fornito gli strumenti necessari per rincorrere il mio sogno.
Osservando i suoi lavori si ha la sensazione che la sua arte sia un’arte in cammino che cresce e vive in molti luoghi, dall’intimità della sua casa, alle prospettive ed i paesaggi d’Italia,fino ad arrivare ai suoi viaggi. Ogni paese che lei ha visitato sembra avere lasciato un ricordo. Impronte indelebili che lei ha lasciato anche in paesi come Grecia, Francia, Belgio, Svezia, Russia, dipingendo sulle pareti delle case, e dei locali. In quale modo si è trovata a mettere in pratica l’arte dell’acquerellare i muri che é diventata una sua attività e l’ha fatta conoscere a Milano?
Sì, è vero che nei miei dipinti ci sono le impronte di vari posti visitati. Ogni luogo mi ha lasciato dentro un qualcosa di speciale. Ho cominciato ad affrescare per amici e parenti. I miei lavori sono stati apprezzati dagli amici degli amici e cosi via… Ma é ancora presto per parlare di una mia attività poiché la maggior parte dei miei lavori sono cadeaux, una gentilezza nei confronti delle persone che mi circondano. Dopo ogni dipinto realizzato negli ambienti della “Movida Milanese” scatta quel meccanismo del tipo “mi piace lo voglio anche io”.
Ho notato cheil “magma materico” dei suoi quadri di nudo fa carezze solo alle donne. Perchémancan o gli uomini?
Non sono fornita di una spiegazione ragionevole per rispondere alla sua domanda inaspettata … ci devo pensare, (sorride). Anche se in realtà la donna rappresenta la vita, il suo corpo è fatto di graziose curve e a colpo d’occhio è molto più sensuale e regala più libertà ai colori, mentre l’uomo è molto più inospitale, mi da l’impressione di una scomodità quando immagino tutti quei muscoli triangolari. Anche se come affermò Victor Hugo “La donna nuda è una donna armata..”
La moda in sé è una rappresentazione mentale strabiliante e curiosa, è un intreccio di norme eregole che mutano nel tempo.Le sfilate rassomiglianoaduna nuovamelodia il cui ritmo prima o poi tutti si troveranno a seguire. Lei frequenta molto i saloni dell’arte e va regolarmente alle mostre milanesi. In questo contesto cosa ne pensa?
Un pittore non fa un quadro di un determinato genere solo per il semplice fatto che in quel momento va di moda, non fa le cose per far piacere ai possibili clienti. Non dipinge un quadro per ottenere un massimo valore commerciale.
Un vero pittore fa l’essenziale, cioè quello che in quel momento sente di fare. Anzi, delle volte penso che è il quadro che fa il pittore e non viceversa perché esistono anche dei quadri che vengono fatti perché è il quadro che ti conduce. Bisogna saper distinguere l’opera d’arte dalla “roba” commerciale. Gli artisti in generale stanno passando un momento poco felice, sono sottovalutati e soprattutto i giovani appaiono lasciati al loro destino, per non dire abbandonati. Nel nostro tempo si ha l’impressione che tutto stia cambiando. Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace, enunciava un proverbio. Attualmente, le cose stanno diversamente: non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace agli altri….
C’è da dire che Milano (per non dire l’Italia) vive grazie alla moda. Oggi, purtroppo si ragiona esclusivamente ai fini di buon mercato e quindi anche gli artisti si devono adattare per sopravvivere.
Su cosa sta lavorando in questo momento e quali sono i suoi progetti per il futuro?
Al momento sto realizzando dei nuovi dipinti che vorrei presentare in una mostra. Poi ho in mente di organizzare un paio di mostre personali sia in Italia che in Albania.
A chi ruberebbe pennelli e tinteggi per un giorno intero?
Claude Monet, Emil Nolde, e Candinsky
Quale è il legame tra l’Albania e il suo patrimonio spirituale?
L’Albania è la mia terra, è la più bella di tutte e farà sempre parte dell’io un’artista.