In occasione del centenario della Rivoluzione Russa, il 9 e il 10 novembre, alle ore 19, al Teatro Nazionale Sperimentale di Tirana andrà in scena “Diavoleide” di M.A. Bulgakov, regia del Kolektiv38.
“Diavoleide” è un piccolo capolavoro di prosa satirica della narrativa sovietica postrivoluzionaria, in cui Bulgakov, illuminando con la lente distorta dell’ironia caustica un pezzo di storia tragica, racconta le vicende di Korotkov, segretario presso la Sede Centrale Principale dei Materiali per Fiammiferi di Mosca.
“Uomo superfluo” di ottocentesca memoria, si trova a fare i conti con la complicatissima burocrazia sovietica, con la realtà della NEP, il nuovo corso politico-economico inaugurato dopo la guerra civile fra i bolscevichi e i Bianchi antirivoluzionari, con il razionamento del cibo e con la mancanza di soldi.
Il suo licenziamento da parte del nuovo direttore Mutandoner sarà il pretesto che darà inizio a una serie di inseguimenti, alla ricerca di spiegazioni e nel tentativo vano di essere reintegrato al suo posto di lavoro, in un vorticoso susseguirsi di incontri e situazioni a metà fra il comico e il grottesco.
“Diavoleide” è anche l’opera prima del Kolektiv38, un gruppo internazionale di registi e registe, per lo più di nazionalità italiana, diversi per età, stili, percorsi e provenienza che si pone come obiettivo quello di fare della pluralità dei punti di vista e l’unicità di ciascuno di essi un punto di forza.
Nato all’inizio del 2017, cerca un nuovo approccio al processo creativo di uno spettacolo che diventi armonia delle differenze: valorizzando idee e intuizioni del singolo attraverso l’apporto ideativo del gruppo, si vuole andare oltre la personalizzazione dell’opera in funzione del progetto nella sua interezza, alla ricerca di uno sguardo più ampio, caleidoscopico e multiforme, aderente alla contraddittorietà del presente.
Fanno parte del Kolektiv38: Ashai Lombardo Arop, Valentina Carbonara, Elio Colasanto, Mirko Corradini, Rolando Macrini, Riccardo Mallus, Madi Selimi, Silvia Zoffoli.
Progetto finanziato dal Ministero della Cultura in Albania, paese che ha toccato con sofferenza quel pezzo di storia, lo spettacolo ha come protagonista La Rivoluzione (Marjana Kondj), bellissima utopia bionda e in tacchi a spillo, che racconta la sua storia e ce la mostra con orgoglio.
Funziona, il meccanismo è ben oliato, non c’è nessuna crepa. Forse. In scena, dietro di lei, quattro esseri umani (Ermela Ruri, Anderson Gurra, Arjon Mamaj, Ana Kuqo), tutti uguali e intercambiabili, indistintamente vittime della violenza e della stupidità del potere.
L’unico modo di provare a salvarsi è evitare di essere il protagonista della storia che si sta raccontando e nel gioco scenico è quello che succede. Sono tutti Korotkov, lo diventano a turno, spinti dagli altri o per semplice disattenzione.
Ognuno pronto a tutto purché non tocchi a lui, disposto ad essere carnefice per non essere vittima. La Rivoluzione, fiera, continua il suo racconto sempre più grottesco, certa che le sue parole si tradurranno inevitabilmente in azioni. Ma l’essere umano ha ancora una possibilità, un atto di libertà per sfuggire a tutto questo?
Indirizzo e date
- 9- 10 novembre 2017, ore 19
- Teatri Kombetar Eksperimental “Kujtim Spahivogli”
- Rruga Murat Toptani, 100-Tirana
Contatti
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