Diplomatosi presso il Liceo Artistico di Elbasan ‘Onufri’ nel 2010, Florian attualmente frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano.
“Sassi dalle inattese venature, ciottoli, gemme vive, pietre levigate da chissà quale acqua e da chissà quanto tempo. Piccole e grandi forme: ellissi che cercano la perfezione di un cerchio, ellissi che celano una presenza e per questo più efficacemente a rivelano”: sono le parole usate dalla gallerista Laura Di Fazio per presentare l’ultima mostra personale del giovane e promettente artista albanese Florian Zyba, nato a Elbasan il 30 luglio 1991.
A 8 anni vince il suo primo concorso di pittura, nel 2010 la sua prima personale intitolata ‘Retrospective’.
Sempre nel 2010 riceve il premio di gratitudine nel concorso nazionale “Albania it’s culture” e nel 2012, assieme ad altri otto artisti albanesi, partecipa alla mostra “Pre & Post Contemporaneo” a cura di Jean Blanchaert e Philipe Daverio.
Un artista polivalente che, oltre a dipingere, ha infatti realizzato diverse installazioni ed è appassionato di fotografia.
Dal 29 settembre fino al 13 ottobre è allestita la sua mostra personale “Ellissi” presso la Galleria Spazio Mantegna, a cura dell’artista e gallerista Laura Di Fazio.
In quest’importante occasione abbiamo avuto modo di incontrare il giovane artista per un’intervista in cui ci ha raccontato di sé e, soprattutto, del suo lavoro, che definisce come “una ricerca per arrivare alla radice delle emozioni umane”.
C’è una storia, un racconto che unisce le opere esposte nella tua nuova mostra, una sorta di filo conduttore?
L’idea di fare la mostra era sia mia che della curatrice, la signora Laura Di Fazio. Questa mostra è nata come una rappresentazione dei miei due anni di vita e di lavoro qui in Italia, dove si nota il cambiamento radicale rispetto alle opere create in Albania. Le opere esposte sono di una linea unica e rappresentano la stessa idea progettuale.
Cos’è per te l’ispirazione?
L’ispirazione “è una particolare eccitazione della mente, della fantasia o del sentimento che spinge un individuo a dar vita a un’opera”.
Sei un artista che nonostante la giovane età si è dimostrato molto deciso, hai già fatto altre mostre e hai vinto il tuo primo concorso a 8 anni; hai sempre avuto questa vena artistica o ricordi il momento in cui hai capito che la tua strada era dedicarti all’arte?
Mi ricordo che, quando ero piccolo, passavo la maggior parte del tempo a disegnare. Crescendo ogni cosa è diventata più seria e il desiderio di dipingere più grande. E adesso, vivendo a Milano -una città che ti dà la possibilità di vivere ‘nell’arte’, sentire i suoi respiri ogni giorno-, sono ancora più convinto che questa era la scelta migliore che potessi fare e ogni giorno che passa mi sento più soddisfatto.
Sei un artista polivalente (disegni, dipingi, fai fotografie): hai però una preferenza? Ad esempio, quali differenze trovi tra la fotografia e dipingere? Quale ti soddisfa di più?
Nell’arte non ci sono limiti. Non vorrei essere ingiusto con me stesso, non posso dire quale mi soddisfi di più o di meno. Uso ogni tecnica o strumento che ritengo adatto a rappresentare le mie idee artistiche. Non vedo una grande differenza tra pittura e fotografia; preferisco un mix delle due: dipingere con i pixel e fotografare le mie idee con i colori. Per me “il bello” è ovunque.
Hai un artista preferito a cui ti ispiri o che prendi come modello?
Di artisti preferiti ne ho tanti, vedo ogni artista come fonte d’ispirazione.
Hai già fatto altre mostre in passato; da allora senti di essere cresciuto e maturato artisticamente? Com’è stata l’esperienza delle precedenti mostre?
Le mie prime mostre le ho fatte al Liceo Onufri con i miei compagni, certamente vivere a Milano e studiare a Brera ha aggiunto molto alle mie conoscenze, ispirazione e capacità. Picasso diceva “tutti i bambini sono degli artisti nati, il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi”, e per me ogni mostra è sempre un’emozione. La mia penultima è stata una mostra con altri 8 artisti albanesi intitolata “Pre & Post Contemporaneo”: incontrarsi e confrontarsi è stato molto bello e stimolante.
Senti un legame con Elbasan, la tua città natale? Ne sei influenzato in qualche modo? Questa influenza è visibile nelle tue opere?
C’è sempre un legame molto forte con il luogo nel quale si è nati e dove si è cresciuti. Per quanto mi riguarda, penso sia impossibile non essere influenzato dal posto in cui ho vissuto per circa 19 anni. L’arte è cultura, e questa cultura io l’ho appresa in Albania, dunque sui miei quadri sarà sempre visibile il fascino dell’arte e della cultura albanese.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Non si sa mai con certezza cosa potrà portare il futuro, perciò sono aperto alle nuove possibilità che arriveranno, infatti già adesso mi sto preparando per un’altra mostra. Inoltre, questo è il mio terzo anno di accademia a Brera e posso dire che il mio impegno principale al momento è quello di concludere al meglio l’accademia per poi pensare alla specialistica.
Spazio Mantegna
vicolo Pier della Francesca 4/7 (angolo Via Mantegna 5)
20154 Milano
Orari: dal 29 settembre al 13 ottobre
da lunedi a sabato dalle 16:00 alle 18:00