“Grazie, ed io mi impegnerò di più…” (Alfred Mirashi Milot)Con queste parole, l’artista albanese Alfred Mirashi Milot ha concluso l’ultima video-intervista che abbiamo svolto insieme a Firenze, mentre si preparava della sua partenza a Londra, dove era invitato a partecipare con la sua opera “L’angolo mediterraneo” ad una grande mostra aperta al Museo d’arte Contemporanea Barbican Center, svolta in occasione dei Giochi Olimpici.
Il suo impegno è stato premiato con la medaglia d’oro, per poi essere definito dai media albanesi e quelli stranieri, come l’unico albanese che ha potuto regalare all’Albania ciò che i suoi compaesani non avevano potuto ricevere nello sport, nelle gare olimpiche a Londra 2012.In esclusiva per Albania News, vi proponiamo l’intervista dell’artista Alfred Mirashi Milot.
Alfred Mirashi Milot, da anni la sua arte mette in mostra la bravura che lei rappresenta in ogni sua singola opera creata. Si sa che ogni poeta, musicista, scultore, pittore, ogni artista in generale ha una musa ispiratrice, ci può rivelare la sua musa ispiratrice che la porta alla realizzazione di queste opere meravigliose?
Penso che la nostra cultura mediterranea è una fonte di ricchezza, la scultura e specialmente la chiave.
Com’è nata l’idea di creare come simbolo la chiave e identificarsi in questo simbolo nelle sue opere?
La chiave è un simbolo internazionale ed ha una forma molto magica perché ci da l’impressione che deve aprire qualcosa. Nei quadri la chiave non serve più, cioè, che le culture si arricchiscono, ci presentiamo nella società così come siamo vivendo in pace senza pregiudizi e senza problemi.
La chiave è un oggetto che apre e chiude porte, a lei ha aperto altre porte di successo, oppure rimane solo un simbolo che solo la identifica?
Di più mi ha dato nella scultura, perché l’anno sorso mi sono presentato alla Biennale della scultura, dove ho presentato una scultura di cinque metri, una chiave storta. Quindi, posso dire che quella chiave ha aperto le porte che fino a quel momento erano chiuse, come porte di diversi musei o diverse gallerie.
Alcuni mesi fa ha partecipato in due mostre importanti, quella personale a Firenze e quella collettiva a Noto, in Sicilia. Ci può dare le sue impressioni, come si è presentato e con quale opere?
La mostra personale che ho fatto a Firenze, mi ha dato tante soddisfazioni anche perché è stata allestita in una delle migliori gallerie della città, presentandomi con la “scultura chiave” identificata come Passepartout. Col passare degli anni tutti gli artisti pensano di poter esporre le loro opere nelle migliori gallerie, anche se vivo da tanti anni a Firenze, non ho avuto mai l’opportunità di prendere una galleria seria, ma fortunatamente grazie anche alla mia ricerca artistica sono riuscito ad entrare e avere successo.
I programmi per i prossimi giorni…?
Adesso devo partecipare in una grande mostra a Londra, con il quadro che vedete, ci sono ancora le chiavi, lo stemma delle porte fiorentine.
Si chiama L’angolo Mediterraneo, perché tutte le opere che io ho creato in questi ultimi anni li ho chiamate così, e penso che la cultura mediterranea sia l’unica cultura al mondo dove ci sono questi grandi portoni, quelle belle sculture, l’arte barocca, quindi una grande ispirazione per le mie opere.
Come si presenta, come un artista che proviene dall’Italia, oppure un artista albanese che proviene dall’Italia ed espone a Londra?
A Londra, nel museo d’arte moderna Barbican, io rappresento l’Albania, questo grande evento viene fatto per le Olimpiadi, organizzato dall’Istituto della cultura italiana a Torino, con il direttore responsabile Vincenzo Sanfo, ed è stato lui stesso a venire nel mio studio a scegliere proprio quest’opera da rappresentare. Dopo l’esposizione a Londra, quest’opera verrà acquistata dal Museo d’Arte Moderna a Pechino, sempre rappresentando l’Albania.
L’opera che presenterà a Londra è un quadro diviso in tre pezzi, ci può spiegare perché questa scelta?
Nella nostra cultura in Albania, abbiamo una grande storia d’arte bizantina, ricordo dalla mia infanzia, guardando anche le nostre icone fatte in stile tritico, dittico, ho pensato di presentarla divisa così in tre pezzi per dare anche l’impressione di un grande equilibrio. Le chiavi danno l’impressione che si muovono, per creare così un’armonia viva.
Le chiavi sono messe nella stessa direzione….
Si, una direzione verso l’apertura, ma anche per un senso artistico.
Dopo l’articolo che io ho scritto per lei, sempre su Albania News, alcuni lettori mi hanno chiesto il perché della sua presentazione con il nome Alfred Mirashi Milot, come mai questo nome d’arte?
Ho aggiunto Milot, perché io sono nato in questa piccola cittadina al centro-nord dell’Albania. Di più lo usato anche come una mia sfida personale quando studiavo a Brera, per sfidare alcune persone con una mentalità non giusta verso gli albanesi. Per me è un onore presentarmi ovunque con il nome d’arte Milot, come hanno fatto a sua volta anche i grandi artisti, come Da Vinci e Caravaggio, penso che Milot è anche un grande nome, sperando che un giorno sarò ricordato come l’artista di Milot.
Questo nome vi rappresenta di più in Italia, oppure anche in Albania ha un significato importante?
Per me ha un grande significato, perché sono cresciuto là, ho i ricordi più belli della mia infanzia, a volte anche con le difficoltà che abbiamo passato in quei tempi in Albania, però è un nome che lo porto con onore sia nel mio paese, sia in Italia. Mi riempio d’orgoglio quando sento che mi chiamano con il nome Milot.
Ringraziandolo, spero che questo nome arrivi le scale più alte dell’successo, un grande in bocca al lupo e i miei migliori auguri.
Grazie, ed io mi impegnerò di più…