Nove giovani artisti albanesi hanno riempito di colori ed emozioni la Galleria Blanchaert di Milano. A cavallo tra i mesi di giugno e luglio tra studenti ed ex dell’ Accademia delle Belle Arti di Brera hanno presentato al pubblico milanese la mostra collettivaPre & Post Contemporaneo.Il gallerista Jean Blanchaert grande conoscitore dell’Albania ha raccontato come nacque l’idea di questa esibizione, parlando, anche del suo primo ingresso in l’Albania avvenuto in modo un po’ bizzarro, poiché per ottenere il “permesso” dovette “affrontare” un colloquio in un centro marxista-leninista. Dopo aver viaggiato in tutto il paese ebbe sensazioni e ricordi indimenticabili sia per il paesaggio e i profumi, che per l’archeologia, ma anche il cibo non fu da meno. Vi ritornò vent’anni dopo, nel dicembre del 2007 e rimase dieci giorni a Tirana. Durante questo periodo conobbe molti artisti albanesi, ma rimase particolarmente affascinato dalla personalità e dal lavoro di Ali Ozeku e di Gasmend Leka. E’ stato questo attaccamento all’Albaniache lo portò ad organizzare la mostra collettiva.
A febbraio di quest’anno, il gallerista aveva ospitato la mostra personale di Arjan Shehaj, (uno dei protagonisti di “Pre &Post Contemporaneo”). Ha chiesto ad Arjan di presentare dei colleghi e connazionali dell’Accademia di Brera e così insieme iniziarono a dare forma al progetto.
Gli artisti sono tutti giovanissimi, di età compresa tra i 21 e i 26 anni, provenienti da differenti città dell’ Albania. Le opere presenti alla galleria d’arte hanno una valenza emotiva tale da rendere molle ogni forte resistenza emozionale.
Alban Met-hasani presenta “Before the storm”, un’opera raffigurante l’incontro tra la terra e il cielo pochi attimi prima di un temporale, immortalando la frazione di un istante. L’istante di un evento che non viene rappresentato nel suo apice e nemmeno nel suo mentre bensì sospeso nell’attimo prima di ogni atto, in un tempo senza tempo, dove il trattenimento del respiro sembra quasi infinito. La consapevolezza che qualcosa stia per accadere rende questo momento ancora più desideroso.
Ervin Zyka riesce a catturare la luce e a farla filtrare nelle zone d’ombra del bosco con il suo “Compito di un artista”. Il lavoro artistico si basa sulla ricerca di luce e studi cromatici, cercando di catturarne la luce, fondamentale per la forma e la materia, cercando di ottenere la freschezza nei quadri utilizzando le minime pennellate dispensabili.
Rabie Nerguti dipinge delle barchette di carta simboli di un viaggio, anche spirituale, intrapreso verso l’Italia. La sua opera, “Il viaggio” si riassume nella quiete della verità e della pace, nella ricerca dell’immortalità e la scoperta di un centro spirituale. Insieme a lei in questo nuovo cammino si affiancano sentimenti sia reali che immaginari nella ricerca dell’IO e del senso della vita.
Jonil Celo il virtuoso del disegno ci porta in alto, verso luoghi ignoti facendoci sentire la musica. Il lavoro “Esasperazione” emerge da una ricerca di movimenti dove attraverso la geometria i corpi si animano ritrovandosi nelle linee e si liberano attraverso slanci espressivi. Dentro un linguaggio muto questa figura esprime l’inenarrabile e si trova a dar voce all’energia che possiede dentro.
Genti Xhaxho, e la sua “Freedom”effigiano un corpo femminile in fibrillazione. Racconta La redenzione della donna avvenuta in un lasso di tempo infinito. È la documentazione di una semplice realtà. la rappresentazione femminile avviene in un momento di gioia e di forte emozione per la donna che, attraversando il suo corpo statico provocano emozioni immani facendola uscire dagli schemi della società.
Arjan Shehaj ci parla della bellezza originaria e della sua semplicità. Il suo lavoro è un invito a pensare e ad usare l’immaginazione. “Armonia” ha carattere spirituale e possiede un animo nobile pieno di genuinità ed una quiete statica. Inseguono linee bianche su sfondo grigio, pulizia primordiale in aperta visione spirituale.
Shpati Hodoj presenta il progetto di un’installazione all’aperto. Un oscuro edificio industriale s’illumina di rosso, di giallo e di blu e attira la nostra attenzione. Il progetto d’installazione “l’Inconscio” è una rappresentazione drammatica con prerogativa poetica di B. Brecht. Le immagini e l’audio ci riportano al tragedia della seconda guerra mondiale. Il suo lavoro esprime l’incoscienza dell’uomo che è sempre estranea al corpo e alla mente.
Adi Haxhiaj con “Visioni celesti remote” dipinge ricordi, sogni e sensazioni trasferendoli sulla tela. Il misterioso senso dell’esistenza indaga la realtà che lo circonda, analizza il fascino dell’ignoto ricomponendola sulla tela candida servendosi di tracce di memoria cromatica rimaste impresse nella mente. Le raffigurazioni vibrano e scagliano le testimonianze visive sottolineando l’incertezza assoluta.
Florian Zyba è affascinato dagli abbinamenti di colore facendoli parlare con il suo “Impulso” L’opera è la manifestazione di un’emozione, che si traduce tramite espressioni di linea e usando l’armonia delle sfumature e la leggiadria dei movimenti. I differenti ritmi sono in relazione con il tempo e lo spazio e come la musica, la tela esprime ciò che atono. Il lavoro è una analisi delle emozioni umane.http://www.galleriablanchaert.it/