La mostra “Chi ha paura del rosso, giallo, e verde” ha testimoniato che il pubblico di massa nutre dei pregiudizi contro l’arte contemporanea di Sala, Paci, Zguro, Muja, tutti artisti che lavorano fuori dall’Albania. L’artista di “Promenade Gallery”, Artan Shabani racconta di come è stata accolta la mostra, le rassegne dei visitatori e il perché “i veterani” si tengono alla larga da questa arte.
Gli artisti della mostra, aperta fino al 14 settembre nella” Promenade Gallery “di Valona li unisce solo lo stesso “tetto”. Non vi è un concetto che accomuna l’opera di Anri Sala, Alban Muja, Adrian Paci, Dritan Zeneli, Artan Shabani e Fani Zguro. Ciascuno si presenta con un lavoro degli ultimi anni. L’artista albanese, Shabani, che ebbe l’idea di unire gli artisti che partecipano a scena internazionale arti visive, sostiene che le foto e i video di questo incontro in comune hanno solo la professionalità e l’alto livello della presentazione. Nel video di ca. 3 minuti di Sala, alcuni ragni tessono la loro tela sulle luci di un semaforo, senza temere la tensione che creano. Questo posto assurdo e pericoloso, dove costruisce la sua trappola, che impedisce il movimento di persone, assomiglia agli assurdi ostacoli che l’artista deve affrontare durante il suo cammino. Non è però sicuro che questo sia stato il messaggio che Sala ha dovuto dare al video “Chi ha paura del rosso giallo e verde”, che da anche il titolo alla mostra. Tre artisti, Adrian Paci, Alban Muja e Driant Zeneli, attraverso varie forme e mezzi, trattano nella loro opera la figura dell’artista, la sua natura, e la posizione nella società. Nella foto di Muja, realizzata nella sede della “Santa Fe Institution”, nel 2007, si vede l’artista correre nel deserto, mentre nel video “The dream of Icarus is to make a cloud” di Zeneli, l’artista sta volando nell’aria. Paci ha scelto un personaggio reale, Ilir Zefi, pittore che esprime un’idea eroica sulla posizione dell’artista e il suo concetto sul modo di fare arte. Zguro rimane sul passato. Nella foto “To divide it” si vede una sigaretta divisa in parti uguali con una precisione millimetrica. È così che una volta venivano divise le sigarette tra gli addolescenti. Ma né la mostra né questi noti artisti hanno segnato alcuna significativa differenza nel numero di coloro che hanno varcato la soglia della “Promenade Gallery”. Nell’attenzione che è stata dimostrata alla loro arte invece sì. Shabani racconta che negli ambienti interessati all’arte c’è ancora indifferenza e incomprensione di fronte all’arte contemporanea. “Nella cultura kitsch prevale il gusto del volgare e dell’antiestetico. Ciò è evidente anche nell’architettura senza alcuna identità e armonia che creiamo. Il visitatore albanese non ha ancora creato una confidenza con l’estetica contemporanea”, spiega Artan Shabani. Chi apprezza la mostra, secondo Shabani, sono gli studenti occidentali, più sensibili al conteporaneo, più aperti ad accettarlo e comprenderlo. Sembra che il concetto di “artista del mondo” sia più vicino a tutti questi artisti, che non rivolgono la loro opera a una sola realtà e non preferiscono solo una manciata di persone. Si tratta di una mostra di artisti conosciuti nel panorama internazionale dell’arte contemporanea come Sala, Paci, Muja, ecc. che collaborano con prestigiose gallerie come “Marian Goodman Gallery” di New York, “Hauser & Wirth” di Zurigo, ” Center for Contemporary Art-CCA” di Tel Aviv, “Francesca Kaufmann Gallery” di Milano o musei come “PS”, la “Fondazione Solomon Guggenheim” di New York, e il “Museum of Contemporary Art North” a Miami, ecc. Avrebbe dovuto costituire un’interesse più specifico per il pubblico e soprattutto per i collezionisti di arte contemporanea ma il numero di visitatori è rimasto uguale a quello di ogni precedente attività di questa galleria. Nel mese di agosto saranno presenti alcuni curatori provenienti da diversi paesi ma anche gli stessi artisti saranno presenti sul sito. Il semplice visitatore di Valona ha riconosciuto i noti nomi degli artisti?
Naturalmente, gli artisti sono conosciuti da una parte del pubblico. In particolare dalla parte che è presente nelle nuove attività della galleria. Alcuni degli artisti sono giovani. Driant Zeneli attravversa il momento di creazione della sua personalità artistica. Inoltre, Muja comincia ad affermarsi negli ambienti artistici albanesi. Mentre i nomi di Paci e Sala sono consolidati da ormai 10-15 anni. La mostra giunge in una stagione estiva durante la quale la gente lascia le città. È questo un punto a disfavore?
Spetta alla gente muoversì laddove è presente l’arte. Gli spostamenti oggi non sono più forzati e in un territorio come quello albanese le distanze sono ridotte. In altri paesi per l’inaugurazione di una mostra o di una fiera d’arte ci si sposta da uno stato all’altro o addirittura da un continente all’altro, a seconda dell’importanza del progetto e ovviamente anche del livello degli artisti partecipanti. Nelle città centri di cultura, come Praga, Parigi, Torino, Vienna, Berlino, le gallerie non chiudono mai. Inoltre, esiste un altro sistema di presentazione in località turistiche, molte gallerie di Milano e Torino hanno una seconda sede in località come Pietrasanta (Toscana) o Cortina d’Ampezzo, o in aree spagnole come Puerto Banus o Puerto Pollensa. Nel sud della Francia invece ad Antibe, Nizza, Marsiglia, ecc.
La galleria “Promenade” quest’anno ha presentato artisti di diversi paesi, Colombia, Messico, Italia, Francia, Germania. Fenomeno molto importante nell’arco di un anno è quello della stagione estiva, la città assume altri tratti per quanto riguarda la dinamica di vita e la presenza dei turisti, e ciò viene definito dai galleristi l’evento dell’anno.
Quali sono le impressioni dei visitatori, tenendo presente che questo tipo di arte ha un pubblico limitato. In Albania le espressioni d’arte sono spesso ridotte, questo anche per la mancanza di un collezionismo raffinato o d’élite. La clientela nel nostro paese condiziona la creatività degli artisti e non lascia libertà di sperimentazione. Spesso il pubblico di massa guarda un’opera con pregiudizio. La parte degli studenti provienienti da paesi occidentali è più vicina all’arte contemporanea e più interessata a capire il lato concettuale di un lavoro invece di quello commerciale. Secondo Lei perchè il visitatore rimane alla larga?
A volta il non riconoscere nel linguaggio contemporaneo ciò che si apprende dall’arte figurativa tradizionale crea una sorta di deficit. Il pregiudizio non riguarda solo l’arte, ma anche molti aspetti della vita quotidiana. Spesso nella cultura “kitsch” prevale il gusto del volgare e dell’antiestetico. Il visitatore albanese non ha ancora stabilito una confidenza con l’estetica contemporanea e ciò che io chiamo minimalismo. Cosa accomuna questo gruppo di artisti?
Gli accomuna la professionalità e un elevato livello di presentazione. Ogni artista si esprime attraverso la sua personalità. Mediumet sono diverse e questo rende ancora più interessante la presentazione della mostra nello spazio minimo di “Promenade Gallery”. Perché la mostra porta il nome di un video di Sala?
La mostra prende il titolo da una delle opere presentate, il video di Anri Sala realizzato nel 2008 “Who is afraid of red yellow and green”, di 2:35 min – gentilmente concesso dalla Johnen Galerie di Berlino. Il titolo, nella sua ambiguità, fa immaginare il messaggio che l’artista con eleganza trasmette. Ciò può accadere per caso, mentre durante una sosta notturna in una strada o una viale aspetti che si accenda la luce verde. Ma quella non può accendersi. Almeno per il momento, no! Perché un ragno ha costruito la propria casa, proprio lì sulle luci del semaforo, il luogo più assurdo possibile, dove il rosso diventa giallo e verde, e poi di nuovo rosso e così all’infinito, senza mai fermarsi, notte e giorno. Esattamente lì. Non devi fare altro che documentare la situazione e tutto è flagrante. Ritorna con una telecamera a riprendere il tutto e il suono del semaforo viene accompagnato da diverse angolazioni di ripresa: vicino, lontano, da sinistra, da destra, da sotto, poi di nuovo vicino, di fronte, e così racconti la storia del ragno ne
l suo nido tra il rosso, il giallo ed il verde, tra il rumore del cambiamento delle luci, che non le recano alcun disturbo. Quindi: “Chi ha paura del rosso giallo e verde?” Il ragno assolutamente no! Intervista di Jorida Pasku. Pubblicato sul quotidiano Shekulli del 27 luglio 2010. Titolo originale “Në kulturë ka zënë vend vulgarja”.
Tradotto per AlbaniaNews da Entela Shami.