Dall’aspetto fisico: una ragazza con gli occhi azzurri, elegante, dal dolce e nobile sorriso.
A prima vista: una ragazza fragile, delicata ma che -è sufficiente osservarla seduta accanto ad uno strumento musicale con cui, lei dalla prima infanzia ormai, ha instaurato un rapporto inseparabile di amicizia, il pianoforte – si trasforma in una vera forza della natura, che, con i suoni emessi e diffusi nell’ambiente dal movimento energico delle sue dita sulla tastiera, in un modo totalmente personalizzato e proprio – così come solo Ardita sa suonare – lascia il pubblico rimanga affascinato dalle sue interpretazioni brillanti!
Nella prima comunicazione con lei, ciò che non può passare inosservato, oltre alla sua maniera cortese, semplice ed educata di conversare, c’è soprattutto un qualcosa che sfida molti dei suoi coetanei – dentro o fuori l’Albania: si tratta della conoscenza, l’uso e la conservazione della lingua albanese in modo esatto, intatto dall’influenza delle lingue straniere con cui questa ragazza dall’età adolescenziale ha dovuto comunicare per via dei suoi continui spostamenti per motivi di studio!
Lei è Ardita Statovci, una pianista albanese, nata a Prishtina, Kosovo. Dopo i primi studi di piano a Prishtina, all’età di 15 anni viene accolta dall’Università ‘Mozarteum’a Salisburgo, Austria, dove si laurea con la massima votazione. I suoi studi proseguono all’Indiana University, Bloomington, Stati Uniti e all’Accademia Pianistica a Imola, dove effettua gli studi post-universitari.
Una giovane pianista dai risultati eccellenti nella sua carriera artistica, ormai conosciuta a livello internazionale, dove ha suonato a fianco di artisti, strumentisti e direttori d’orchestra molto noti, del calibro internazionale. Una carriera, la sua, arricchita da una serie di riconoscimenti, borse di studio e critiche positive dalla stampa internazionale.
Salve Ardita, benvenuta su Albania News.
Salve, ben trovati, grazie mille dell’invito!
Potremmo dire ai nostri lettori, Ardita, da quale Paese stai parlando con noi in questo momento?
In questo momento sto viaggiando dall’Italia verso l’Austria e nel frattempo, con calma e concentrazione, mi dedico a quest’intervista.
Di dove sei, qual è la tua nazionalità?
Sono albanese, la mia città natale è Prishtina, Kosovo ed è lì dove ho vissuto fino all’età di 15 anni; subito dopo mi trasferii in Austria, esattamente a Salisburgo, per motivi di studio.
Che posto occupa il Kosovo nel tuo cuore? Torni spesso nella tua città natale?
Il Kosovo è e rimane per sempre il mio Paese natale. Il Paese in cui ho trascorso la mia infanzia, dove mi sono istruita, dove ho imparato a suonare il pianoforte. Il Paese che mi ha offerto una forte base per formare il mio carattere, che mi ha donato affetto, che mi ha insegnato a non tirarmi indietro ed a superare le difficoltà della vita.
Il Paese da cui ho capito il significato del lavoro, l’energia e la volontà per imparare e per sviluppare ed approfondire ulteriormente le mie conoscenze.
Chiaramente lo visito spesso, questo sia per i concerti, ma anche per semplice piacere personale.
Quando è nata la tua passione per il pianoforte? Vieni da una famiglia d’arte?
Avevamo un pianoforte in casa, che i miei genitori e le mie sorelle suonavano nel tempo libero. Tutti nella mia famiglia si occupano di scienze, in vari ambiti, ma sono grandi ammiratori d’arte.
Il pianoforte, invece, restava lì e ho l’impressione di averlo considerato come un qualcosa che mi è sempre appartenuto, come una cosa mia, propria. Questa sensazione era e continua ad essere presente, completamente naturale in me.
All’età di 15 anni lasci il tuo Paese natale e ti trasferisci in Austria. In giovane età, in un Paese straniero, quando vedevi contrapporsi la passione per il pianoforte e le prime difficoltà di una terra straniera, quale di loro era più forte? Qual è stata la tua reazione?
Oggi, dal punto di vista di Ardita adulta, la vedo diversamente, ma in quel periodo, ciò che mi causava della preoccupazione – giorno e notte e la passione che richiedeva tanti sacrifici – era la musica, il pianoforte, il progresso personale, lo studio del repertorio, lo studio della storia dell’arte, l’analisi musicale, la filosofia, la psicologia musicale ecc..dunque, erano tutti questi elementi che catturavano la mia concentrazione e il tempo correva senza accorgermene.
Quindi, non avevo tempo di pensare che avevo soli 15 anni, oppure che stavo vivendo lontano dalla mia famiglia, visto che l’obiettivo principale – il pianoforte- aveva la priorità su tutto e la volontà da parte mia di raggiungerlo era enorme, illimitata.
Dunque, ciò che occorreva senza riserve in questa strada, era il grande impegno e a casa ci avevano insegnato che: ”Con l’impegno si ottiene qualsiasi cosa!”- era questa la regola d’oro ed il punto di partenza per tutto.
Quindi, il talento e lo studio disciplinato: un binomio fondamentale per Ardita..
Esattamente.
Il talento senza la disciplina non può esistere, in quanto non può svilupparsi, non si può trasformare, come quel bocciolo delicato, in una rosa attraente.
L’atto stesso di suonare il pianoforte è un atto fisico ed atletico (oltre al lato intellettuale e quello emotivo). Dunque, occorre dello studio quotidiano per intere ore. Solamente così puoi esistere come strumentista.
Hai tenuto recentemente dei concerti in Kosovo? E in Albania? Sei mai stata in Albania, anche solamente da turista?
In Kosovo ho tenuto un concerto l’anno scorso, invece in Albania ne ho tenuto uno il mese di aprile 2013 come solista, accompagnata dall’orchestra della Radio Televisione Albanese.
E’ stata una bellissima esperienza e sono stata accolta molto calorosamente.
Il tuo compositore preferito?
Ce ne sono tanti ed ognuno dotato delle sue particolarità. La bellezza delle loro opere viene rappresentata in modi diversi e penso che ognuno di loro ti travolge con qualcosa di speciale, compresi anche i compositori albanesi.
Hai studiato composizione? Hai composto qualche brano tu stessa oppure sei soltanto interprete?
In primo luogo, io sono un’interprete, invece, durante lo studio all’Università “Mozarteum” di Salisburgo, Austria, avevamo anche una materia di studio, “L’armonia”, per cui dovevamo comporre anche noi.
Sì, ho composto alcuni brani.
Un concerto che porti nel cuore…
Ogni concerto possiede un proprio aspetto particolare. Non li posso distinguere uno dall’altro, ognuno è un vissuto a sé, ognuno regala un’emozione a sé.
Che consiglio daresti ai giovani pianisti che terminano gli studi in questo ramo ed intraprendono il cammino vero e proprio da artisti?
Per esistere da strumentista professionista, occorre sentire un amore incondizionato nei confronti della musica ed anche per la disciplina del lavoro. Non solo: possedere anche uno spirito di sacrificio nei riguardi delle proprie esigenze personali. A mio avviso, solamente se una persona possiede queste caratteristiche si possono sfidare le difficoltà del mondo dell’arte.
Permettimi di esprimerti la mia sorpresa nella comunicazione con te – a parte la tua cortesia ed educazione – anche per un altro fattore: l’uso corretto della lingua albanese. Questo fenomeno, nel tuo caso, a cosa è dovuto?
Grazie mille del complimento.
Mentre ho vissuto a lungo in vari Paesi del mondo, ho imparato anche delle lingue straniere, ma l’albanese rimane la mia prima lingua e le dedico molta attenzione.
A Prishtina, in Kosovo, nella scuola elementare avevamo un’insegnante che è un ‘ottima conoscitrice della lingua albanese – Seniha Vokshi – e penso di avere avuto la fortuna di solide basi linguistiche.
In più, così come da bambina, tuttora leggo di continuo e cerco in tutti i modi di non trascurare la lingua, ma al contrario, di arricchirla ed approfondirla sempre più.
Penso che, se non si conosce a fondo la propria lingua, non si possono imparare bene neanche le altre lingue.
“La nostra lingua così valida, così dolce, così ampia, così facile, così leale, così bella, così importante!”.. citava il poeta albanese Frashëri.
Hai studiato anche ad Imola, Italia, non è così? Quali altre città dell’Italia hai visitato? Cosa ti piace di più dell’Italia?
Ad Imola si trova la famosa Accademia Pianistica e lo studio presso questa istituzione lo considero molto importante e valido nella mia vita.
Ho visitato alcune città dell’Italia e ciò che mi affascina è la sua architettura e questo, non solo nella splendida Roma, ma anche nei piccoli centri abitati. Mi ispira e mi affascina ogni volta. Penso che l’architettura italiana sia unica.
Concerti in programma? Progetti professionali per il futuro?
Ho appena concluso una tournée di concerti in Germania, invece fra poco ne inizio un’altra in Austria, dopo segue nuovamente la Germania e così via..
Ti auguriamo numerosi altri successi Ardita. Siamo tutti orgogliosi di te!
Vi ringrazio tanto per i complimenti e le belle parole nei miei confronti, che mi spingono sempre più ad un impegno ancora più intenso nel mio lavoro.
Auguro altrettanto buon lavoro a voi di Albania News e grazie mille per l’intervista!
Tante belle cose!