L’istruzione ha sempre rivestito un ruolo molto importante nella società albanese. Durante gli anni del regime comunista esisteva una rete di scuole professionali che formava i tecnici e una di licei classici simili a quelli italiani, in cui si formavano i giovani che poi avrebbero proseguito gli studi universitari.
Possedere una laurea significava avere più prestigio e una posizione socio-economica migliore. Tuttavia, chi frequentava l’università proveniva da famiglie comuniste o, nel migliore dei casi, da famiglie non perseguitate dal regime. Un ambiente sicuramente molto selettivo. La laurea garantiva di diritto l’accesso all’olimpo della classe intellettuale del paese, ed era il sogno di ogni genitore che facevano sacrifici enormi per poterglielo permettere ai propri figli. Dopo la caduta del muro di Berlino, anche l’Albania si è avviata verso una progressiva liberalizzazione del sistema universitario. Negli ultimi 18 anni è aumentato il numero delle università pubbliche e dei giovani che proseguono i loro studi universitari all’estero. Le mete preferite sono principalmente l’Italia, gli Stati uniti, la Gran Bretagna, ma anche altri paesi europei. Finalmente, il sapere e l’istruzione universitaria sono alla portata di tutti, e di conseguenza il numero degli iscritti alle diverse facoltà cresce di continuo, grazie anche all’apertura delle università private, concentrate quasi tutte nella capitale albanese, Tirana. Ottenere l’autorizzazione all’apertura di un’università privata in Albania non è molto difficile, basta sapere dove rivolgersi e che cosa offrire in cambio. Questo ha permesso il proliferarsi di tanti atenei privati che hanno rette quasi proibitive per il livello di vita dell’albanese medio. Spesso questi atenei si sono trasformati in laureifici, ridimensionando di molto il valore sociale della laurea. Quanto più facile sarà ottenere un laurea in un’università a pagamento, tanto meno qualitativa sarà la formazione degli studenti, che domani saranno la classe dirigente del paese. Ovviamente tra gli atenei privati, ci sono quelli che offrono una didattica di qualità, ma nella maggioranza dei casi, la formazione degli studenti che li frequentano lascia a desiderare e spesso risponde ad un nuovo bisogno della società albanese: quello alla laurea o al “pezzo di carta” come lo si chiama in Italia. Quindi, non importa il livello culturale del laureato, importante è possedere qualcosa che certifichi la tua istruzione universitaria. Succede cosi che personaggi dei svariati generi possono aprire un’università privata in Albania nonostante le fonti di finanziamento siano poco trasparenti se non sconosciuti in alcuni casi. Succede, ad esempio, che il professor Salvatore Messina, condannato in Italia per truffa ai danni dell’Unione Europea, per aver organizzato, secondo i giudici, corsi inesistenti per intascarsi finanziamenti comunitari per oltre 6 milioni di euro, possa aprire a Tirana l’Università Europea del Turismo (Per approfondimenti ).
In un paese normale, con i dovuti controlli, questo non sarebbe potuto succedere. Sicuramente questa nuova università inizierà, se non lo sta già facendo, a presentare progetti all’UE, e se i soldi possono sparire in Italia e ancora più facile farli sparire in Albania.