È uno dei migliori software di gestione bibliografica attualmente esistenti, e gli sono stati dati nome e colori albanesi. Il nome deriva dal verbo “zotëroj”, inteso come “controllare”, “dominare”, mentre il rosso dell’iniziale “Z”, seguita dal nero del resto della parola, rende omaggio ai colori nazionali dell’Albania.Di straordinaria utilità, gratuitamente disponibile on line (http://www.zotero.org/ ) e piuttosto facile da usare, Zotero è utilizzato ovunque nel mondo da istituti universitari, centri di ricerca e utenti privati di ogni lingua e nazionalità per schedare e catalogare tutte le fonti di studio reperibili sul web. Una volta installato nel computer, è pronto a “catturare” gli elementi fondamentali che costituiscono la carta d’identità di libri e articoli, vale a dire autore, titolo, casa editrice, anno e luogo di pubblicazione, conservandoli in uno specifico archivio “cloud”, la famosa “nuvola” in cui vengono depositati i dati non fisicamente immagazzinati nel singolo personal computer (in linea di massima, è lo stesso principio operativo che regola facebook, google, ecc., che conservano i nostri dati, file o video indipendentemente dal pc, col grande vantaggio di renderceli disponibili collegandosi da dovunque, attraverso qualsiasi computer). Una volta che i dati sono stati salvati in Zotero, è lo stesso software a creare la citazione bibliografica, secondo lo stile e le norme richieste di volta in volta, e che variano da Paese a Paese. Un vantaggio enorme, se si pensa alle migliaia di libri, articoli e documenti on line che possono essere consultati nel corso di una ricerca, e che grazie a Zotero vengono tenuti in perfetto ordine, pronti a essere estratti e inseriti nella specifica sezione bibliografica. Ma non basta: dal momento che è stato concepito come “social bookmarking”, come dire “segnalibro collettivo”, in cui scambiarsi informazioni e materiali di ricerca, tramite Zotero è possibile creare gruppi di collaborazione in base a specifici argomenti comuni, per essere sempre aggiornati su testi e ricerche che riguardano la propria area di interesse. Ma com’è nata l’idea di dargli un nome albanese? Zotero è stato creato nel 2006 dal “Center for History and New Media” http://chnm.gmu.edu/ della George Manson University, Virginia (USA), fondato da Roy Rosenzweig. Nell’idea di Rosenzweig, scomparso nel 2007 a 57 anni, stroncato da un male incurabile, Zotero e gli altri “new media” dovevano servire a rendere quanto più possibile aperto, libero e gratuito l’accesso al sapere in ogni parte del mondo. Il nome venne scelto dopo lunghe ricerche fra lingue di ogni nazione: serviva una parola il cui significato potesse essere associato all’idea di “organizzazione”, “apprendimento”, in modo da far riferimento alla funzione del programma, ma che fosse al tempo stesso facilmente adattabile a essere pronunciato in qualsiasi lingua. Una parola non troppo comune, ma neanche eccessivamente lunga, altrimenti sarebbe stata poco pratica da utilizzare come “marchio”. La parola che avevano in mente i ricercatori americani doveva corrispondere insomma al concetto espresso dal verbo inglese “to master”, cioè “essere capace di”: quando da un dizionario multilingue (trovato ovviamente on line) venne fuori “zotëroj”, la scelta fu presto fatta: la caratteristica “ë” muta albanese venne trasformata in “e” semplice, la desinenza “-j” venne tagliata, ed ecco che nacque Zotero. E per un programma che aveva tra i suoi scopi l’organizzazione della conoscenza, non si poteva trovare parola migliore di questa che, tradotta, suonerebbe in forma imperativa: “Impara”!