Si èchiuso ieri a Prishtina l’undicesima Edizione del Festival Internazionale dei film documentari sui diritti umani, intitolato “Nje bote” (Un Mondo). L’evento è stato organizzato dal Consiglio per la Difesa dei Diritti e delle Libertà dell’Uomo in Kosova. Durante laserata di chiusura sono anche distribuiti i premi del festival.
Il direttore del festival, Arian Zeka, durante la serata della premiazione e di chiusura,ha detto che questa Edizione è stata caratterizzata da partecipazione di film di altissima qualità, e questo ha reso difficile le scelte della giuria.Vehap Shita,presidente della giuria,durante la cerimonia della consegna dei premi, ha commentato che i film in concorso non erano solo dei semplici documentari, ma delle vere e proprie creazioni di alto valore artistico, caratteristica questa che introduce maggiormente il pubblico sui temi che affrontano.
La Giuria del festival composta da critico cinematografico Vehap Shita,dal registaIsa Qosja, e dal direttore del Consiglio per la Difesa dei Diritti e delle Libertà dell’ Uomo in Kossovo, Behxhet Shala,ha deciso di dividere il premio della giuria tra due film che facevano parte della competizione ufficiale: il film “Pink Gang” del regista italiano Enrico Bisi e il film “L’ arrivo di Karlas” del regista olandese Koen Suidgeest.
Per il forte contenuto dell’ opera e per il sconvolgente racconto,un premio per “Riconoscimento Speciale” è andato al regista italo-albanese, Erjon Kadilli.
Il documentario racconta la vita di un mercenario italiano che aveva partecipato alle guerre dell’ex Jugoslavia.
I due Torinesi dell’ One World Festival
Dall’ Italia al festival, oltre Erjon Kadilli,ha partecipato anche Enrico Bisi, con il film documentario “Pink Band” vincendouno dei primi premiIl film vincitore del regista torinese “Pink Gang”La storia missione dell’organizzazione indiana Gulabi Gang (Pink Gang), nata a per difendere le donne vittime di soprusi e ingiustizie, attraverso la storia personale della sua fondatrice Sampat Pal.Enrico BisiNato nel 1975, residente a San Mauro (Torino), si laurea in Storia e Critica del cinema.
Ha collaborato con l’Università di Torino e dal 1998 al 2000 con il Torino Film Festival.
Ha pubblicato un saggio sui primi lavori di David Lynch.
Dal 2002 lavora come montatore e regista freelance.Il film di Erion Kadilli “Sono stato Dio in Bosnia”- Premio Riconoscimento SpecialeRoberto Delle Fave – un mercenario italiano chiamato anche”red devil”, cecchino e professionista della morte durante la guerra in ex Jugoslavia, racconta la sua storia in un intervista. Il documentario riporta un momento di riflessione sul male, sulla sua imminenza e vanità, ma anche sul suo degrado e solitudine.
Il documentario è ispirato al libro “La guerra in casa”, di Luca Rastello.
Erion Kadilli
Erion Kadilli nasce nel 1983 a Durazzo in Albania, dove vive fino a quando la sua famiglia, dopo il crollo del regime del dittatore Enver Hoxha, fugge in Italia e si trasferisce in Liguria a Varigotti.
Per compiere gli studi universitari, si sposta a Torino, dove attualmente vive e lavora. Numerosi sono i suoi viaggi e soggiorni nei Balcani, terra d’origine e d’ispirazione.